Uno sferzante articolo di un missionario
che ci invita a non nascondere la testa sotto la sabbia
EDUCARE ALLA SOLIDARIETA' TRA NORD E SUD DEL MONDO
di Padre Michele Piscopo, osj
Gli abitanti del Nord del mondo (Nord America, Europa, Giappone...), vale a dire il 20 per cento della popolazione della terra, consumano da soli l’82 per cento di tutti i beni che si producono sul pianeta; agli altri che corrispondono all’80 per cento degli abitanti e sono il Sud del mondo (Asia, Africa, America Latina...) rimangono il 18 per cento delle risorse. Qualcuno potrebbe dire: “Ma io che c’entro?”.
Il Nord del mondo, con il suo assurdo squilibrio di ricchezze che lo divide dal Sud, ha costruito la sua politica economica sfruttando, nei secoli, gli abitanti del Sud del mondo. “Sì, ma io che c’entro?”.
In una spirale senza fine, ogni anno, i paesi già poveri sono costretti a pagare per il rimborso del debito estero cifre elevatissime, che se impiegate in programmi sanitari potrebbe salvare dalla morte almeno 7 milioni di bambini. “Ma insomma, che c’entro io con tutto questo?”.
C’entri, c’entri, mio caro lettore. C’entri perché tu sei un cristiano e come tale non puoi stare lì, inerte, a vedere come si consumano, tutti i giorni, queste ingiustizie e come molti muoiono nella miseria. Qualcosa si deve fare; qualcosa si può fare.
Se avessimo sempre la capacità di vedere nel povero l’immagine di Cristo crocifisso, le nostre giornate sarebbero differenti. Dobbiamo essere convinti che il bisognoso è figlio del Padre e quindi è nostro fratello. Per questo io c’entro e la povertà del mio fratello mi interessa. Scrive papa Paolo VI: “La povertà non è solo quella del denaro, ma anche la mancanza di salute, la solitudine affettiva, l’insuccesso professionale, l’assenza di relazioni, gli handicap fisici e mentali, le sventure familiari e tutte le frustrazioni che provengono da una incapacità di integrarsi nel gruppo umano più prossimo”.
La povertà e le miserie del mondo sono molte. Il nostro essere cristiani ci deve fare attenti a tutte queste, ci deve far uscire da noi stessi per farci entrare nella vita di Cristo. In lui incontro il povero. Più io penetro il mistero di Gesù, più Gesù mi manda tra i suoi e i miei fratelli bisognosi. Quindi la solidarietà è una delle caratteristiche del cristiano. Quanta miseria nelle nostre città. Il nostro modo di vivere ha contribuito all’emarginazione di tante persone nelle strade: qui loro trovano la possibilità di esprimersi e qui loro consumano la loro misera vita tra gesti di disperazione e di violenza, tra sfruttamento, droga, delinquenza e prostituzione. In tante famiglie si annidano situazioni di povertà e di marginalità, che portano a squilibri, a una vita disordinata, senza amore e comprensione. Il tutto, poi, può sfociare in violenze inaudite.
“Ma io che posso fare?”. Capire prima le cause che generano tutto questo sottofondo di umanità. Sapere, per esempio, che ci sono interessi politici ed economici dietro i flussi migratori verso l’Europa. Sapere che alla base della crisi del lavoro, dell’impoverimento e dell’inquinamento degli ambienti di vita ci sono interessi di pochi. E in base a tutto questo fare le proprie scelte politiche. Poi dobbiamo riscoprire alcuni valori oggi un po’ dimenticati come, ad esempio, migliorare i rapporti tra le persone, perché chi è diverso da noi non è un pericolo, ma può arricchirci con la sua umanità; stimare le altre culture e i modi di vivere di fratelli che abitano altri paesi perché possono abbellire la nostra vita spesso impostata all’egoismo; e non ultimo, finalmente, imparare ad apprezzare anche le realtà spirituali differenti da noi. Insomma, fare della nostra vita un piccolo Vangelo della carità, vivendolo nella quotidianità attraverso mille gesti di amore e di condivisione con chi ha bisogno. Ora hai capito che c’entri anche tu?
Padre Michele Piscopo è il responsabile della Procura Missionaria degli Oblati di San Giuseppe (Via Boccea 364 – 00167 Roma), con missioni attive in molti paesi del “Sud” del mondo (Brasile, Perù, Bolivia, Nigeria, Messico, Filippine, India, Polonia, Romania)
Pagina Precedente Pagina Successiva Indice Home