L'auspicata sopravvivenza di uno dei cardini della nostra Costituzione

ed un piccolo omaggio ad un grande attore

PUO' SOPRAVVIVERE L'ARTICOLO 11?

 

 

Guerra preventiva e articolo 11

di Oscar Luigi Scalfaro

(Dall' intervento pronunciato durante un incontro pubblico

tenutosi a Roma il15 gennaio scorso)

 

… ripudio della guerra. Ma veniamo all'articolo 11 della Costituzione. Io l'ho votato: ricordo gli applausi. Sono andato a rileggere i verbali di quella discussione, che fu breve. Penso che oggi si discuterebbe chissà quanto. C'è un punto umano da non dimenticare: tutti quelli che discutevano erano usciti dalla tragedia della guerra. La seduta del voto di questo articolo è del 24 marzo 1947, a meno di due anni dalla fine della guerra. Tale fu la tragedia che non ci fu nessuno, nella discussione, che si disse contrario al no. Poi uscì dalla Commissione quel termine scultoreo, “ripudia”, un verbo che non ammette incertezze. Un no unanime, dunque, per un articolo che parla con chiarezza assoluta e in modo profetico: l'Italia ripudia la guerra in due forme, come strumento di offesa, come aggressione, alla libertà degli altri popoli, e come mezzo di risoluzione delle controversie: se ci sono delle questioni, discutiamo, mettiamoci intorno a un tavolo, cerchiamo mediazioni, mobilitiamo l'universo, ma troviamo una soluzione. La guerra non risolve nulla. Dopo questi due no, l'Italia consente, in condizioni di parità con gli altri stati, alle limitazioni della sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni, promuove e favorisce le organizzazioni internazionali. Ha ragione Pietro Ingrao quando dice che queste organizzazioni internazionali, per loro natura, sono solo per la pace. Noi diciamo: aspettiamo che l'Onu dia la benedizione alla guerra. Ma quell'organizzazione è nata solo per la pace! Quando osserviamo, con valutazione giuridica, la Costituzione, l'articolo 11 consente all'Italia la guerra solo in caso di legittima difesa: diciamo che l'unica ipotesi di una guerra legittima, cioè secundum legem, (attenzione: non ho detto lecita!), secondo Costituzione, è solo la legittima difesa. Tuttavia, la legittima difesa è un istituto giuridico, che non può essere interpretato dal politico di turno che decide di applicarlo in un modo piuttosto che in un altro. Ed è lo stesso istituto che vale per i singoli: richiede che l'offesa sia in atto e che ci sia un equilibrio tra l'offesa e la difesa. Tutto questo contrasta profondamente con la dottrina della guerra preventiva. È chiaro che, nel caso di un'aggressione, non sono solo io ad essere aggredito, perché, se sono legato ad alleanze, ho il diritto che anche gli alleati mi aiutino, ma anche gli altri hanno diritto che io li aiuti se vengono aggrediti. Mi pare che questo discorso sia piuttosto semplice e accettabile. In numerosi dibattiti, cui ho partecipato negli ultimi tempi, mi sono state rivolte delle obiezioni incredibili del tipo “ma noi abbiamo firmato degli accordi che superano fortemente l'articolo 11”. Io non credo che ci siano, e vorrei comunque conoscerli, questi accordi. Ma se per caso li avessimo firmati, abbiamo il dovere morale di avvertire la controparte che quell'accordo non regge perché è contro la nostra Costituzione. Se poi qualcuno pensa che un accordo internazionale modifichi la Costituzione di uno Stato, allora vuol dire che è nato un diritto nuovo, che non so da quale cranio equilibrato possa essere uscito! L'articolo 11 è caduto in desuetudine, come dice Pietro Ingrao. Ebbene, se però crediamo che gli articoli della Costituzione possano cadere in desuetudine, stiamo attenti perché c'è un articolo che prevede che ogni cittadino ha il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero e se dovesse andare in desuetudine….

 

 

Piccolo omaggio ad "Albertone"

 

DIALOGO AVVENUTO IN

PIAZZA S.GIOVANNI IN LATERANO

DI ROMA IL 27-2-2003

 

 

Mamma mia quanta gente!

Ma ch’è successo?

- Come nu ru sai, Sordi non c’è chiu.

Pe me e pe quanne ne viri attuorno,

Alberto non è morto;

basta ra sulo na guardata a sta chiazza

pe capisce che ancora è qua.

- Amico mio e tienilo a mente,

quanno uno ama re core non more mai

e che sulo cu l’amore se trase

inda lu core re la gente.

Scommetto che in Paravise,

a quandi ce ne stanno,

Alberto cu brio e rispettosità

darà a tutti, in dono, na bella

porzioncella re santa umanità.

 

NATALINA DONATIELLO    

 

 

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