In una riflessione, il sopravvivere a se stessi

PIU' CHE UNA SEMPLICE SFIDA:

SOPRAVVIVERE A SE STESSI

 

 

Gran parte dell'adolescenza è sopravvivere a se stessi

di Claudia Chiapparelli

 

Alle sette tutte le mattine suona la mia sveglia e con gli occhi ancora semichiusi mi dirigo verso il bagno e mentre cammino do il buongiorno a mio fratello. Apro la porta, entro e me la richiudo dietro le spalle, accendo la luce e apro gli occhi. “Buongiorno Alessio!” penso tra me, e mentre l’acqua scorre veloce nel buco del lavandino mi guardo nello specchio e penso che sono poche le cose che veramente apprezzo di me; tanto per cominciare vorrei essere più alto, poi quel naso così brutto… ma più che l’aspetto fisico mi affligge il mio carattere. Mi guardo negli occhi e mi vedo dentro, e vorrei scappare da me stesso. Mi sembra di non essere mai cresciuto, quella timidezza che mi porto dietro fin da bambino e che speravo di perdere per strada col passare degli anni, al contrario, mi appartiene sempre di più e ormai fa parte di me, mi definisce. E per colpa sua io mi detesto. Quanto sarebbe più bello non averla conosciuta la timidezza, mi fa sentire un idiota in tutte le situazioni imbarazzanti e mi rende ridicolo, bambino davanti a tutti. Non la posso controllare  perché è come un fiume in piena, che quando arriva mi prende e mi trascina via dove vuole, e io sono solo passeggero della sua corrente e non posso fare altro che aspettare che si fermi. E per colpa sua troppe persone fino ad oggi mi hanno fatto sentire ridicolo… ed io continuo a guardarmi negli occhi e scopro che oltre alla timidezza sono anche altre le cose che detesto di me, come per esempio il mio essere spesso bugiardo anche con chi non lo è mai stato con me. Spesso mi capita di mentire, principalmente per mentire a me stesso e non a chi mi sta di fronte, comunque il risultato è uno schifo di bugie che mi fanno anche vergognare ogni volta che ci ripenso, ma ormai sono state dette e non posso cambiarle… ed io continuo a guardarmi negli occhi e oltre che bugiardo mi vedo a volte impulsivo, violento ed egoista. Mi piacerebbe potermi definire con altri aggettivi, ma se voglio essere obbiettivo non posso tralasciarli, purtroppo: già, purtroppo, perché questo è davvero il problema che mi affligge più di tutti, ed è anche, sfortunatamente, il lato più evidente del mio carattere, quello che per un motivo o per un altro tutti hanno conosciuto. Sono deluso da me stesso, dal mio non riuscire a cambiare niente delle cose che di me non mi piacciono… e continuo a guardarmi negli occhi pensando che in fondo se sono sopravvissuto a me stesso fino ad oggi potrò continuare a farlo ancora per una vita, certo mi resterà sempre l’amarezza e la rabbia per non essere stato capace di migliorarmi, pur avendoci provato più volte senza aver ottenuto grandi risultati. Crescendo, forse, alcuni lati negativi mi abbandoneranno definitivamente e scoprirò che, pur essendo stati negativi a vedersi, hanno contribuito comunque a formare l’uomo che sarò, che invece di salutare suo fratello nel tragitto dal letto al bagno saluterà sua moglie e si guarderà in uno specchio simile a questo e dirà: “Un po’ di timidezza, un po’ di bugie e un po’ di violenza me li porto ancora dentro, ma so benissimo che senza tutte queste cose non sarei più io…” Ed io continuo a guardarmi negli occhi e sopravvivo a me stesso, aspettando con impazienza quel giorno in cui in parte potrò dirmi cambiato.

 

 

 

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