Una preziosa e-mail giunta in redazione ci spinge a riflettere su una questione importante

DELLA VITA NON SI FA MERCATO !!!

 

 

 

 

Da: DOMENICO SAVINO                        A: fuoridalmuro@inwind.it

Data: 13/04/2003                                         Oggetto: Movimento per la vita.

 

Apprezzo la vostra idea editoriale, per questo spero pubblichiate questo mio articolo. Grazie.

Domenico Savino

(Generazione Nuova - Laterza - TA)

 

Il monito della Chiesa italiana rivolto ad “certo” mondo scientifico, culturale e politico.

 

“L’embrione non è una persona umana, è un ammasso di cellule indifferenziate..... è sbagliato porre l’inizio della vita umana al concepimento... sarebbe un colpo alla legge sull’Aborto ed alla stessa scienza” Rita Levi Montalcini Premio Nobel per la Medicina (Corriere della Sera 12 Giugno 2002).

“Si tratta di un tema molto delicato ma non si può parlare, di un crimine contro l’umanità. Crimini di questo tipo per me sono Auschwitz, Hiroscima e lo sfruttamento del lavoro minorile. Non si deve intendere la clonazione come un modo di infrangere le leggi della natura, anche perché a ben vedere queste sono già state infrante con la pillola anticoncezionale, l’aborto e il preservativo”. Umberto Veronesi Ex Ministro della Sanità (Il Giornale 30 Dicembre 2002).

Sembra assurdo ma vero, si tratta delle dichiarazioni di due “illustri” scienziati, noti in tutto il mondo perché, si dice ( !?!? ), impegnati a “salvare” la vita degli uomini, dietro i quali, è oramai chiaro, esiste solo un mondo - scientifico ma anche culturale e politico - dove la libertà è scambiata per licenza.

Un mondo radicale e materialista che intende l’uomo un oggetto, da manipolare, distorcere, trasformare a seconda delle esigenze e dell’egoismo di pochi.

Un mondo in cui l’uomo è centro e fine: qualsiasi mezzo è legittimo per poter agire su di lui; esso stesso può operare incondizionatamente senza nessun limite, senza nessuna regola.

Un mondo dove la linea di demarcazione tra il bene e il male non esiste e se esiste si sposta in continuazione fino a quando tutto è bene, tutto è legittimo, tutto si può: anche negare la verità. (Bisognerebbe infatti ricordare a certi luminari, che chi ha costruito i campi di concentramento per eliminare gli ebrei, i disabili, gli zingari e gli omosessuali credeva di essere Dio, un dominatore, non accettava di essere creatura e da creatore, per non avere problemi, ha inventato i campi di sterminio).

Viviamo, immersi in un mondo dove “si arriva a legittimare presunti diritti, per sottomettere altri uomini secondo logiche di possesso, di potere e di sfruttamento..... Si va dalla stessa soppressione della vita nascente con l’aborto al commercio di organi dei minori, ai bambini soldato, alle prostitute schiave, ai ragazzi e alle ragazze sottoposti ad abusi sessuali, alla speculazione sul lavoro minorile, ai lavoratori sottopagati e sfruttati....”

Come ci hanno ricordato i Vescovi italiani nel loro messaggio (“Della Vita Non si fa Mercato”) in occasione della XXV Giornata per la Vita Domenica 2 Febbraio scorso , siamo arrivati all’assurdo “di voler curare alcune malattie con le cellule staminali proponendo la sperimentazione indiscriminata sugli embrioni, giustificando la loro creazione in vitro, quindi la manipolazione e la definitiva soppressione”.

Per avere mano libera “si arriva a strumentalizzare il legittimo desiderio di maternità e di paternità, fino ad affermare un inesistente diritto ad avere un figlio in ogni modo e in qualsiasi condizione, anche fuori del matrimonio e in contesti di omosessualità......... Nobile, sicuramente, è il desiderio di divenire madre e padre. Ma questo non può avvenire a ogni costo. Un figlio esige e merita di nascere da un atto d’amore: dall’incontro e dal dono totale e reciproco di un uomo e una donna, uniti in un autentico e stabile amore sponsale.......

Della vita non si può fare mercato!. Non tutto si può possedere; non di tutto si può fare mercato. Ce lo suggeriscono la ragione e il buon senso; ce lo ricordano il Vangelo e duemila anni di pensiero cristiano”.

Per affermare queste verità e contrastare i nuovi e vecchi attentati alla dignità dell’uomo e sopratutto al più povero tra i poveri , al più bambino dei bambini, il bimbo non ancora nato, continua ad essere mobilitato, e lo sarà sempre più, il Popolo della Vita.

Volontari, persone normali e semplici, che attraverso una rete di oltre 260 Centri e Servizio di Aiuto alla Vita , ha , negli ultimi 25 anni, salvato più di 55 mila bambini. Molte delle loro mamme avevano già in tasca il certificato per abortire, ma è bastata una voce amica, una sola parola di conforto accompagnate da una solidarietà fattiva ed operosa per ripensarci e dire SI ALLA VITA.

Le difficoltà della vita non si superano sopprimendo la vita, ma superando insieme le difficoltà” questo il motto che ha animato, e che anima, gli uomini e le donne del Movimento per la Vita Italiano, consapevoli che non ci si può rassegnare di fronte al fatto che in Italia grazie ad una legge iniqua, (la 194/78) vengono uccisi negli ospedali pubblici oltre 150 mila bambini all’anno (dal 1978 più di 4 milioni) e che tantissimi ancora sono gli aborti clandestini.

Questo non rassegnarsi, questo mobilitarsi, questo parlare della vita, non può però solo coinvolgere gli “addetti ai lavori”, o solo i credenti;Giovanni Paolo II lo dice chiaramente: “nella mobilitazione per una nuova cultura della vita nessuno si deve sentire escluso”. La mobilitazione implica un coinvolgimento totale delle risorse intellettuali, materiali, di tempo e di esperienza. Non sono ammesse deleghe, tutti hanno un ruolo importante da svolgere (Evangelium Vitae). Non basta uno spontaneismo isolato, occorre una organizzazione che accanto e prima dell’obiettivo ultimo programmi i livelli intermedi da raggiungere e decida in modo organico le risorse, i collegamenti, i linguaggi. Ma prima di qualsiasi altra cosa è necessario allargare la misura del nostro cuore, bisogna amare e amare veramente. (Si alla Vita - Gennaio 2003).

 

 

Come non pubblicare un articolo così appassionato e attento a ciò che si sta movendo nell’ambito del mondo scientifico e non solo? E cosa poter aggiungere alle tue parole senza rischiare di cadere in una poco dignitosa banalità? Forse ha più senso che la nostra risposta contenga un augurio, una speranza: che ogni uomo si senta chiamato a scegliere sempre in prima persona e di fronte ad una radicale e rinnovata scelta tra “la vita e la morte” sappia ricordarsi di preferire sempre la prima. Scriveva padre Turoldo, un autore a noi molto caro, che il Grande Male è “l’amore del Nulla, della Morte”; un uomo che non ricorda l’importanza anche solo di una semplice vita non può più dirsi tale, precipita nel vuoto, nella notte eterna di chi alla vita antepone qualcosa di diverso che con essa ha poco a che fare. Si correrebbe il rischio di invecchiare se solo ci si fermasse ad elencare la quasi infinita serie di crimini compiuti contro la vita umana.  Si correrebbe il rischio di perdersi… Di ritrovarsi altrove…  La vita è qualcosa di stupendo: è una possibilità infinita, un disegno da realizzare, un sogno incredibile alla portata di chiunque; ma può capitare di vederci sfiorare da qualcuno che non è stato fortunato come noi e che forse preferirebbe soltanto dare un taglio alle proprie sofferenze e non andare oltre: qualcuno segnato dagli eventi, magari sin dal proprio concepimento. E allora che dire? E’ quello il momento in cui dobbiamo avvertire tutto il peso della necessità di “superare insieme le difficoltà”: un superare insieme che deve essere allo stesso tempo un “soffrire insieme”, un “percorrere le stesse strade calandosi nelle singole affezioni ”, un “cercare insieme di risolverle”. Abbiamo bisogno di persone che sappiano apprezzare e far apprezzare il senso più profondo della vita che, per uno strano e curioso scherzo del destino, si cela proprio dietro una singola parola: “INSIEME!”. Nella speranza che ciascuno di noi sappia farsene carico.

LA REDAZIONE

 

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