Storia individuale e storia collettiva si fondono in questo modo in un itinerario dell'uomo attraverso il cosmo per lasciare pietre miliari che segnano il suo passaggio e testimoniano un cammino verso l'eternità, in cui il tempo non è concepito più in maniera tradizionale come sequenza logica di momenti scanditi oggettivamente, ma diventa un tempo personale e soggettivo.
Interessante è anche il rapporto esistente tra l'artista e la sua opera d'arte considerata come un'emanazione del proprio io (Autoritratto: Io e lei) e come una donna da conquistare, una donna che con candore mette a nudo le sue fattezze fisiche in un ambiguo gioco di chiaroscuri che tendono a risaltarne il corpo nel perverso gioco-giogo della vita-luce/morte-ombra. Anche l'utilizzo sapiente dei colori conduce il Muscettola a considerazioni di carattere esistenziale e la morte per lui non è altro che "degenerazione cromatica" di un paesaggio dai toni accesi e vivi, anzi è uno smarrimento lento della facoltà di ricordare, del lasciare un'impronta del proprio passaggio sulla terra.