Notizie storiche

Recenti scoperte in località caldane, situate a pochi Km. a nord-ovest del paese, che hanno portato alla luce una vasta necropoli etrusca risalente al VI sec. a.C., testimoniano la presenza nella zona di un centro satellite di Volsinii (Orvieto), posto a dominio di un tratto del fiume paglia, che all’epoca delimitava a nord il territorio orvietano e dal quale non sappiamo esattamente l’ubicazione. In diverse località nei dintorni di Castel Viscardo sono stati rinvenuti frammenti di materiale edilizio, recentemente anche fondamenta di edifici di epoca romana, per cui si deve arguire che degli insediamenti urbani sparsi dovettero esistere anche dopo il crollo della potenza etrusca, tenuto anche conto che una strada imperiale romana, la Via Traiana Nova, che univa Bolsena con Chiusi, lambiva l'attuale paese passando per il podere S. Maria e proseguiva per Monterubiaglio. Si dice che Castel Viscardo debba il suo nome a Guiscardo da Pietrasanta, nipote di papa Urbano IV e Capitano del Patrimonio di San Pietro, ma la cosa è da provare Il paese sorse, probabilmente, insieme con il castello, tuttora esistente e di cui si parlerà più avanti: infatti le prime abitazioni dei castellesi furono a ridosso del fortilizio, entro la cerchia muraria ( fino a qualche decennio fa alcune famiglie abitavano queste antiche case ed in gergo si diceva che abitavano “su pè su dentro" ). Il castello era di proprietà dei Monaldeschi ed un Monaldeschi della Cervara, Berardo, aveva fatto costruire nei pressi della rocca una chiesetta intitolata a S. Caterina nella seconda metà del '400; tale chiesa ormai cadente, fu poi sostituita nel 1682 dall'attuale chiesa parrocchiale. Essendo situato nel territorio Orvietano, Castel Viscardo dipendeva giuridicamente ed amministrativamente dallo stato della chiesa, tanto è vero che era inserito nella provincia del Patrimonio. La comunità ebbe uno Statuto nel 1579, una magistratura ed un apparato amministrativo sottoposti alla sorveglianza della S. Congregazione del buon Governo, una sorta di Ministero degli Interni e delle Finanze del governo pontificio dell'epoca. Prefetto di detta Congregazione fu anche il cardinale Fabrizio Spada Veralli durante il pontificato di Innocenzo XII (1691 - 1700). Il paese verso la fine del XVII secolo si espanse al di fuori del castello, lungo il declivio che fronteggia Viceno, cioè nella zona denominata "Fontana". Bernardino Spada Veralli, alla cui famiglia era nel frattempo passato il possesso del castello, fu il promotore di questo impulso urbanistico: il borgo fu abbellito con nuovi edifici e fu completata la facciata della chiesa parrocchiale della SS. Annunziata. La famiglia Spada Veralli si rese benemerita alla popolazione con elargizioni ai poveri, con la costituzione di luoghi di monte e con la concessione di usi civici. Durante il periodo napoleonico Castel Viscardo, insieme a tutto il territorio orvietano, fu assegnato al Dipartimento del Trasimeno, con capoluogo Todi. Successivamente, con il ritorno del governo pontificio, il paese fu inserito nella delegazione di Viterbo, Circondario di Orvieto, come "appodiato" a Castel Giorgio. Nel settembre del 1860 il territorio fu liberato dalla dominazione pontificia ad opera del capitano Masi e dei suoi cacciatori del Tevere: Castel Viscardo entrò a far parte del Regno d'Italia, come Comune nel 1861 e fu assegnato alla Provincia dell'Umbria con capoluogo Perugia. Circondario e Mandamento di Orvieto. Il Municipio era allora situato in via Roma, infatti solo nel 1913 fu posta la prima pietra dell'attuale edificio comunale, che fu costruito dalla locale impresa di Gabrielli Renato. Nel 1927, con la creazione della provincia di Terni, Castel Viscardo entrò a far parte di questa nuova amministrazione.

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