Autore: Joseph Joffo
Titolo: Un sacchetto di biglie
Casa editrice: Rizzoli Editore
Città: Milano
Anno di pubblicazione in Italia: 1978
Traduzione di Marina Valente
Trama:
Due bambini ebrei di dieci e dodici anni che vivono a Parigi, in Rue de Clignacourt, si trovano improvvisamente messi a confronto con un mondo fatto di ingiustizie e atrocità, come è quello della guerra, dall'arrivo delle truppe tedesche nella capitale francese. Quella degli Joffo è una famiglia di ebrei francesi, che possiede un negozio di parrucchiere e che, come tutte le altre famiglie di razza ebraica, si vede costretta a dividersi a causa di una " caccia alle streghe " provocata dall' intolleranza della razza ariana verso un'altra considerata inferiore. Un giorno il padre di Joseph e Maurice, i protagonisti della vicenda, nella penombra della loro stanza, rivela ai due fratellini che devono partire da soli per andare a raggiungere i fratelli maggiori Albert ed Henry che a Mentone lavorano come parrucchieri.Vi arrivano dopo un viaggio avventuroso attraverso la Francia occupata dalle truppe naziste ,oltrepassando clandestinamente il confine con la Francia governata dal regime collaborazionista di Pétain. Qui Maurice trova lavoro come panettiere, mentre Joseph viene assunto come aiutante del signor Viale, ma, dopo l'arrivo di due poliziotti che portano la convocazione di Albert ed Henry per il servizio di lavoro obbligatorio, i quattro Joffo sono costretti a scappare nuovamente. Vanno a Nizza, dai loro genitori che lì avevano trovato rifugio, e si guadagnano qualche soldino con lo scambio di generi alimentari; dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia, grazie al quale tutti si illudono che la guerra stia per finire, gli Joffo si trovano costretti ad abbandonare Nizza per l'arrivo delle truppe della Gestapo che occupano la città in gran numero. Albert ed Henry vanno in Savoia e Joseph e Maurice vanno invece a Golf-Juan, in un campo che si chiama Nuovo raccolto; i due rimangono per un periodo in questo campo dove lavorano in cucina, ma un giorno, accompagnando un loro amico a Nizza, vengono catturati dai tedeschi che avevano situato il loro quartier generale all' Hotel Excelsior. Durante la permanenza sotto gli aguzzini, Joseph si ammala di meningite ma si riprende in poco tempo; i due fratelli riescono a convincere i tedeschi che non sono ebrei e, dopo una molteplicità di interrogatori e l'intervento del curato della buffa, il quale procura ai fratellini due certificati di battesimo presentandosi inoltre nella sede della Gestapo a testimoniare in loro favore, Joseph e Maurice vengono rilasciati. Fanno ritorno al campo Nuovo raccolto, ma ne ripartono quasi immediatamente alla volta di Ainay-le-vieil per raggiungere la sorella Rosette. Però, a causa di una spia che denuncia alla Gestapo chiunque nasconda ebrei, Joseph e Maurice sono costretti a raggiungere nuovamente Albert ed Henry ad Aix-les-Bains. Qui Maurice trova lavoro in un albergo e Joseph come commesso alla libreria dei Mancelier, una famiglia benestante anti-ebraica. I due Joffo hanno dei contatti con persone appartenenti alla resistenza, ma non ne entrano a far parte a causa della loro giovane età. Dopo ancora un periodo di resistenza i tedeschi se ne vanno lasciando la Francia. Così gli Joffo possono rincontrarsi tutti insieme a Parigi, tutti tranne il capofamiglia, che dopo essere stato arrestato dalla Gestapo era stato ucciso.
Stile:
In questo minuzioso romanzo di memorialistica, che va a riprendere ogni situazione vissuta dall'autore protagonista, il quale all'epoca della guerra non era altro che un bambino decenne, è raccontato senza odio un tempo pieno d'odio. Il punto di vista sui fatti ha un candore e un'ingenuità tipicamente infantili e il lettore, più che nella tragedia della guerra, si sente immerso in una favolosa avventura. Questa che segue è una delle pagine per me più significative, ma, dovendo sceglierne soltanto una, voglio segnalare questa perchè mostra le conseguenze della guerra:
« "Marcadet-poissoniers."
Tre anni prima ho preso il metrò in una bella
stazione di Austerlitz, oggi ritorno.
La stada è la stessa, c'è sempre il cielo metallico
tra le grondaie dei tetti, c'è quell'odore che vaga e
che è quello di Parigi al mattino quando il vento
smuove un pò le foglie dei radi alberi.
Ho sempre la mia sacca, la porto con più facilità
di un tempo, sono cresciuto.
Mémé Epstein non c'è più. La sedia impagliata
nel vano della porta è sparita anche lei. Il ristorante
Goldenberg è chiuso.Quanti siamo a ritornare?
"Joffo-Parrucchiere."
Le stesse lettere ben scritte, piene ed eleganti.
Dietro la vetrina, malgrado il riflesso, scorgo
Albert, sta pettinando.
Dietro di lui, Henry maneggia la scopa.
Ho già visto la mamma.
Ho visto anche che papà non c'è, ho capito che
non ci sarà più...E' finita con le belle storie
raccontate la sera alla luce verde del paralume.
Alla fine, Hitler sarà stato più crudele dello zar.
Henry mi guarda, vedo le sue labbra agitarsi;
Albert, la mammasi girano verso la strada, dicono
parole che non posso sentire attraverso il vetro.
Mi vedo nella vetrina con la mia sacca.
E' vero, sono cresciuto. »
J.Joffo, Op. cit. p.284
In questa pagina che racconta il ritorno di Joseph nella sua Parigi alla fine della guerra, c'è tutta l'amarezza per le lacerazioni che tre anni di inciviltà e ingiustizie hanno apportato alla vita di un ragazzino il quale si è visto strappare, tutto a un tratto, per il solo fatto di essere ebreo, l'infanzia e l'innocenza che gli toccavano per diritto. A Parigi tutto sembra uguale, eppure tutto è diverso, perché la natura ha i suoi ritmi ciclici e la città mantiene le sue caratteristiche, ma molti esseri umani non ci sono più: infatti, nel quartiere ebraico, alcuni esercizi commerciali sono chiusi, come il ristorante Goldenberg, i cui gestori sono morti nei campi di concentramento, e la stessa relativamente fortunata famiglia Joffo, che riapre il negozio di parrucchiere, ha perduto il papà. Sono passati solo tre anni e il bambino-narratore è cresciuto, cresciuto soprattutto per le esperienze traumatiche che è stato costretto a vivere.
Scheda a cura di Laterza Giovanni
5ª E Telecomunicazioni
Anno Scolastico 1998/99
I.T.I.S. GB.Pininfarina