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Autore: Giorgio Bassani

Titolo: Gli ochiali d'oro

Casa editrice: Einaudi

Città: Torino

Anno di pubblicazione: 1958

Trama

Lo scritto di Giorgio Bassani si apre con la presentazione del professore Athos Fadigati, un otorinolaringoiatra che nel’19, subito dopo la guerra , si trasferisce a Ferrara e apre uno studio in via Gorgadello; lo studio è molto curato e diventa in breve tempo un piacevole punto di ritrovo sia per i borghesi che per la gente comune. Se la vita pubblica del dottore è conosciuta da tutti , la sua vita privata è più misteriosa e dà adito a qualche pettegolezzo, fino a quando dopo un tentativo di trovargli moglie, nasce nella gente il dubbio che il dottore sia omosessuale.

Andando in avanti nel tempo, il narratore racconta i fatti accaduti nel’36, quando il dottore per prendere la libera docenza si reca a Bologna due volte alla settimana in treno e fa amicizia con il narratore ed i suoi amici , studenti che prendono lo stesso suo treno e lo trattano via via sempre peggio facendo pesanti allusioni sulla sua sessualità per verificare se è realmente omosessuale.

L’estate seguente Fadigati e Deliliers, un giovane molto opportunista e sfrontato , vanno a Riccione insieme , e Deliliers vive a spese del dottore , ostentando davanti a tutti la sua  "amicizia " con lui. Ma nella località balneare ci sono anche la famiglia Lavezzoli e la famiglia del narratore; qui il dottore è sempre da solo perché "l’amico" Deliliers va a trovare due gemelle di Parma a Rimini , decide quindi con no poco imbarazzo di frequentare i Lavezzoli che lo criticano pesantemente , soprattutto la signora .

Poi un giorno Deliliers sparisce portandosi via tutto e il dottore , ormai sconsolato e deluso , decide di tornare a Ferrara.

Il narratore , pochi giorni dopo rispetto al protagonista , torna nella città emiliana e incontra il dottore , che in seguito gli telefona proponendogli di vedersi e andare in riva al Po; il narratore, anche a causa della pioggia, si dimentica dell’ appuntamento e sul giornale del giorno dopo legge l’annuncio della morte di Fadigati , annegato nel Po. Dopo un attimo di smarrimento annuncia alla famiglia la morte del dottore.

Avvenimenti, termini e stile

Nel racconto non sono citati avvenimenti storici che d’altra parte però fanno da sfondo alla vicenda:

siamo infatti al tempo del Fascio di Mussolini , che ha una piccola parte nel racconto , e ai tempi del antisemitismo e delle leggi anti-ebraiche emanate nel III Reich tedesco di Hitler che in qualche modo interessano il narratore, ebreo, il quale rimane impaurito all’idea di analoghe leggi antisemite in Italia. Infatti la radio e la stampa stanno preparando il terreno alla promulgazione delle leggi razziali, che in Italia avverrà nel 1938.

Riflettendo poi sui termini particolari ne troviamo solo uno che è goim ed è il termine ebraico per designare i cattolici, e , in generale , i non ebrei. Il narratore lo pronuncia con vergogna solo dopo la campagna antisemita, perché prima non si sentiva differente dagli altri, si sentiva italiano e non ebreo, mentre ora teme che la persecuzione annunciata riporterà gli ebrei nel ghetto. Infine si noti che in tutto il libro compaiono espressioni in dialetto ferrarese.

Lo scritto di G. Bassani e un racconto che si lega al romanzo pubblicato nel 1962, Il giardino di Finzi- Contini ; infatti nello scritto , e specialmente nel cap. XIV , vengono nominati i Finzi –Contini che vengono descritti come una famiglia segregata nel proprio lussurioso palazzo di Corso Ercole I a cui non piaceva molto conoscere altra gente. Si parla anche del campo privato da tennis , dove Alberto Finzi-Contini invitava coloro che erano stati espulsi dal circolo Eleonora d’Este dopo l’ emanazione delle leggi antiebraiche.

Il punto del narratore è molto difficile da scorgere nel racconto, anche se , soprattutto nel finale del libro, il narratore tenta di essere amico di Fadigati cercando prima di capire il dolore del dottore a causa del comportamento di Deliliers e poi organizzando un’uscita per poter parlare un po’; molto importante e poi la scena finale dove il naratore crede che il suo cuore si sia fermato per qualche momento a causa della morte di Fadigati che lo colpisce profondamente; tutti questi fatti fanno capire che il narratore sente affetto per quell’ uomo molto provato dalla vita e forse è l’unico che dietro all’ omosessualità riesce a vedere un uomo come tutti gli altri che anzi è più sensibile degli altri e , anche se nessuno lo dice, si è tolto la vita proprio a causa della sua sensibilità.

La storia ha un arco di tempo molto lungo che va dal ’19 , cioè da quando arriva Fadigati a Ferrara , al ’37, quando il dottore di togliersi la vita gettandosi nel Po. Esiste però un buco di quasi quindidi anni perché il narratore racconta solo che il dottore Fadigati diventa medico dell’ospedale , oltre che otorinolaringoitra nel suo studio , e che la sua vita privata è assolutamente sconosciuta a tutti tranne che per qualche piccolo particolare.

Significati simbolici

In questo racconto secondo me esiste un unico significato simbolico , ma importante , significato simbolico: vengono paragonati la vita di Fadigati e lquella degli ebrei . Infatti , se analizziamo bene la vicenda , possiamo vedere i due modi pensare della gente nel corso del tempo : prima tutti pensano che Fadigati sia un’ ottima persona , distinta , onesta e con sani principi morali , poi , quando si sa che è omosessuale , tutti cambiano idea su di lui e il dottore diventa l’animale cattivo che non ha stile , perché ad esempio , va a Riccione al posto di andare Viareggio , e che di sani principi morali non ha mai sentito parlare. Simile , secondo me , è la condizione degli ebrei che , prima delle leggi antisemite , sono considerate persone come tutte le altre, con una loro dignità , poi, dopo le leggi , diventano persone senza alcun diritto la cui vita non ha alcun valore. Il rapporto profondo tra il dottor Fadigati e il narratore nasce proprio quando entrambi si sentono esclusi , nascono dalla ingiusta emarginazione dell’omosessuale , equiparato a quella dell’ebreo.

Una pagina esemplare

Ho voluto ricercare la pagina con più calore umano e sentimentale che ci fosse nel libro ; ho così scelto l’ultima pagina , non perché è il finale , ma perché esprime forse un sentimento che in tutto il libro latita cioè : l’affetto. Questa è infatti l’unica pagina dove si sente sulla pelle l’affetto che il narratore prova per il protagonista , mentre tutti quelli che l’hanno emarginato sono indifferenti alla sua morte.

"Ed ecco, in fondo alla pagina di sinistra , di riscontro a quella sportiva , gli occhi mi caddero su un titolo di media grandezza , diceva:

NOTO PROFESSIONISTA FERRARESE

ANNEGATO NELLE ACQUE DEL PO

PRESSO PONTELAGOSCURO

Credo che per qualche secondo il cuore mi si fermasse.

Eppure non avevo capito bene , ancora non mi ero reso conto .

Respirai profondamente. E adesso capivo, si , già prima che iniziassi a leggere il mezzo colonnino sotto il titolo , il quale non parlava affatto di suicidio , s’intende, ma , secondo lo stile dei tempi , soltanto di disgrazia. (A nessuno era lecito sopprimersi , in quegli anni : nemmeno ai vecchi disonorati e senza alcuna ragione di restare al mondo…)

Non finii di leggerlo , comunque. Abbassai le palpebre. Il battito del cuore ridiventava a poco a poco regolare. Aspettai che l’Elisa chiudesse dietro di sé la porta della cucina , e poi, quietamente , ma subito: <<E’ morto il dottor Fadigati>>, dissi."

G. Bassani , Gli occhiali d'oro , pag. 122

 

Scheda a cura di Roberto Carena

5^E Telecomunicazioni

Anno Scolastico 1998/99

I.T.I.S. G.B. Pininfarina

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