Poesie dei bambini di Terezín

  23. NOSTALGIA DELLA CASA

 È più di un anno che vivo al ghetto,

 nella nera città di Terezín ,

 e quando penso alla mia casa

  so bene di che si tratta.

 

 O mia piccola casa, mia casetta,

 perché m'hanno strappato da te,

 perché m'hanno portato nella desolazione,

 nell'abisso di un nulla senza ritorno ?

 

 Oh, come vorrei tornare

 A casa mia, fiore di primavera !

 Quando vivevo tra le sue mura

 Io non sapevo quanto l'amavo !

           

 Ora ricordo quei tempi d'oro:

 presto ritornerò, ecco, già corro.

 

  Per le strade girano i reclusi

 E in ogni volto che incontri

  Tu vedi che cos'è questo ghetto,

 la paura e la miseria.

 

 Squallore e fame, questa è la vita

  Che noi viviamo quaggiù,

 ma nessuno si deve arrendere:

 la terra gira e i tempi cambieranno.

 

 Che arrivi dunque quel giorno

 In cui ci rivedremo, mia piccola casa !

  Ma intanto preziosa mi sei

 Perché  mi posso sognare di te.

(1943 Anonimo).

 

24. LACRIME

 E dopo di loro la rassegnazione giunge

 Lacrime

 Senza le quali la vita non è,

 lacrime

 ispirazione alla tristezza

 lacrime che scendono senza tregua

  (Alena Synkovà)

25. AL CREPUSCOLO

 Sulle ali della rosa sono giunti …

 di chi mi recano il saluto ?

  Mi prende del paese natio la nostalgia;

 forse tu mi bacerai per suo conto la bocca ?

 

 Forse solo tu ammutolito crepuscolo sai

  delle lacrime, che sono sgocciolate sul tuo grembo

 dagli occhi che presto anelano vedere

 di corone di palme e di ulivi le ombre.

 

 Forse solo tu crepuscolo comprendi

 la figlia di Sion, che vuole piangere

 per una cittadina minuscola sull'Elba

 e teme di tornarvi un giorno !

     (Anonimo)

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