Poesie dei bambini di Terezín

4. IMPRESSIONI DI MAGGIO

 Soltanto leggermente pioviggina fuori e di lontano il vento mugola

 torvamente minacciando le nuvole si accalcano

 gli alberi dal freddo tremano gli uccelli stanno imparando a cantare

 la canzoncina della libertà che di più manca.

 Ogni cosa ha paura di alzarsi dai commoventi sogni notturni

 che soltanto un po' forse la realtà discacciano

 temono la vita, miseria, di questi giorni tristi

 temono il dolore portati nella nuda oscurità.  

 Vorrebbero amare ma indietro il tradimento li respinge

 vorrebbero lavorare no sai forse, cos'è la fame ?

 Vorrebbero vivere, soltanto vivere ma raffreddata è ormai la passione,

 da quel monte di progresso che la rissa soltanto conosce.

 E oggi è il primo maggio. E solo questo fa male ancor di più

 respirare vorrei ma nel naso la polvere brucia

 fermarmi vorrei e la terra d'improvviso si sfarina

 e la realtà rovente mi fende i talloni.  

 In qualche luogo la gente sciama. Sono forse operai

 che a combattere vogliono andare per il diritto alla vita ?  

 No, sono nonne che per il pane supplicano.

 Ancor di nuovo tutto perduto. Immensa vanità.

 E oggi è il primo maggio. E solo questo fa male ancor di più

 e la speranza debole è come orpello soltanto,

 ahi grande dolore magari tu in un campo fiorissi  

 e cambiassi in un fragrante bocciolo.

 Soltanto leggermente pioviggina fuori e di lontano il vento mugola

 torvamente minacciando le nuvole si accalcano

 gli alberi dal freddo tremano gli uccelli stanno imparando a cantare

 la canzoncina della libertà che di più manca.

(Zdenek Ornest)

 

5. LA FARFALLA

 L'ultima, proprio l'ultima,  

 di un giallo così intenso, così  

 assolutamente giallo,  

 come una lacrima di sole quando cade

 sopra una roccia bianca

- così gialla, così gialla ! -

 l'ultima,  

 volava in alto leggera,

 aleggiava sicura  

per baciare il suo ultimo mondo.  

 Fra qualche giorno  

 sarà già la mia settima settimana  

 di ghetto:

 i miei mi hanno ritrovato qui  

 e qui mi chiamano i fiori di ruta  

 e il bianco candeliere del castagno  

 nel cortile.  

 Ma qui non ho visto nessuna farfalla.  

 Quella dell'altra volta fu l'ultima:  

 le farfalle non vivono nel ghetto.  

(Pavel Friedmann nato il 7. 1. 21 - morto il 29. 9. 44)

 

6. UNA SERA DI SOLE

 In una sera di sole, sotto l'azzurro del cielo,

 sotto le gemme fiorite di un robusto castagno,

 me ne sto seduto, nella polvere del cantiere.

 È un giorno come ieri, un giorno come tanti.

 Bellissimi gli alberi fioriscono,

 nella loro legnosa vecchiaia, così belli

 che io quasi non oso alzare gli occhi

 lassù, al loro verde splendore.

 Un velo tessuto d'oro solare

 A un tratto fa trasalire il mio corpo

 Mentre il cielo mi lancia un grido azzurro,

 e certo,  ne sono sicuro, mi sorride.

 Ogni cosa fiorisce e senza fine sorride.

 Vorrei volare, ma come, ma dove ?

 Se tutto è in fiore, oggi mi dico,

 perché io non dovrei ? E per questo resisto !

  

Anonimo, 1944

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