Poesie dei bambini di Terezín

32. LA CITTÀ CHIUSA

 Ogni cosa cade giù di sghembo

 come la gobba di una vecchia

 In ogni occhio brilla l'immobile attesa

 e una parola: quando ?

 Qui non ci sono molti soldati

 e solo gli uccelli abbattuti ricordano la guerra.

 Si finisce per credere a tutte le voci.

 Le case non sono mai state così piene:

 un corpo sull'altro.

 Stasera passavo per una strada deserta

 e a un tratto ho visto un carro che trasportava cadaveri.

 Perché i tamburi rullano tanti appelli ?

 Perché ora tanti soldati ?

 Poi … una settimana dopo la fine

 tutta la città sarà vuota

 e un colombo affamato beccherà le briciole intorno

 Nel mezzo della strada

 sordido e vuoto

 resterà il carro del morto

 (Anonimo)

34. GRIDO

 Il cielo divino conosce il nostro peso,

 il battito della vicina pioggia sento sul mio petto;

 con il falso vino inebriato di alcool denaturato

 mi sto svegliando con la prossima tempesta e già il mondo scuoto.

 Un'orda di miseri siamo, se insanguinate abbiamo le mani

 dopotutto è solo sangue, delle nostre ferite,

 e le orrende cicatrici che sul corpo portiamo,

 sono i testimoni del soldato, difensore misconosciuto.

 Ma la prossima bufera dispiega la nostra bandiera

 Degli alberi marciti i rami strapperà !

 Quando con la burrasca al fianco gli Spilberg spianeranno

 quando sulle cime delle rocce vittoriosamente staremo,

 con i capelli al vento.

 (Jrca Polak)

33. L'OSPEDALE DI TEREZÍN

Grigio palazzo, un tempo lì abitavano

uomini più felici; adesso l'agonia,

silenziosamente alla sofferenza sono portate quelle creature

che qui con il tifo languono nella dissenteria

che sono qui sdraiate e intendere non possono

perché sono nutrite di pane e margarina

Sono entrato e del tutto ammutolito,

voi moderne maniglie sulle porte

tu bella pittura nella chiara sala

se mai compensi quel fetore di escrementi

se mai sazi la fame di quegli esseri

che dei loro indumenti hanno vergogna

e che qui hanno disposto per far sì che,

giorno per giorno vadano alla morte

E la pittura mi guarda

e non ho ricevuto risposta

"Perché ? Non so !" come direbbe la maniglia

una volta che mi aprisse

libera l'anima e lo stomaco sazio

Poi te lo dico e poi vieni da me !

(Autore sconosciuto)

 

35. IL GIARDINO

 È piccolo il mio giardino

 profumato di rose,

 è stretto il sentiero

 dove corre il bambino:

 un bambino grazioso

 come un bocciolo che si apre:

 quando il bocciolo si aprirà

 il bambino non ci sarà.

Frantisck Bass  nato il 4. 9. 30 - morto il 28. 10. 44

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