Una macchia di sporco dentro sudice mura
|
e tutt'attorno il filo spinato
|
30.000 ci dormono
|
e quando si sveglieranno
|
vedranno il mare
|
del loro sangue.
|
|
Sono stato bambino tre anni fa.
|
Allora sognavo altri mondi.
|
Ora non sono più un bambino,
|
ho visto gli incendi
|
e troppo presto sono diventato grande.
|
|
Ho conosciuto la paura,
|
le parole di sangue, i giorni assassinati:
|
dov'è il babau di un tempo ?
|
|
Ma forse questo non è che un sogno
|
e io ritornerò laggiù con la mia infanzia
|
infanzia, fiore di roseto,
|
mormorante campana dei miei sogni,
|
come madre che culla il figlio
|
con l'amore traboccante
|
della sua maternità.
|
|
Infanzia miserabile catena
|
che ti lega al nemica e alla forca.
|
Miserabile infanzia, che dentro il
|
suo squallore
|
già distingue il bene e il male
|
|
Laggiù dove l'infanzia dolcemente
|
riposa
|
nelle piccole aiuole di un parco,
|
laggiù, in quella casa, qualcosa si è
|
spezzato
|
quando su me è caduto il disprezzo:
|
laggiù, nei giardini o nei fiori
|
o sul seno materno, dove io sono nato
|
per piangere …
|
|
Alla luce di una candela m'addormento
|
forse per capire un giorno
|
che io ero una ben piccola cosa,
|
piccola come il coro dei 30.000,
|
come la loro vita che dorme
|
laggiù nei campi
|
che dorme e si sveglierà,
|
aprirà gli occhi
|
e per non vedere troppo si lascerà riprendere dal sonno
|
Hanus Hachenburg
|
(nato
il 12. 7. 1929 - morto il 18. 12. 43 ad Auschwitz).
|