Da quando ho cominciato a creare frattali, mi sono sempre chiesto cosa stessi facendo. Scoprii questo mondo quasi per caso, e subito cominciai a cercare su Internet programmi che mi permettessero di creare frattali, per capirli meglio.
Il mio primo scopo era quello di cercare programmi scientifici, che trattassero i frattali da un punto di vista scientifico e matematico. Invece, girovagando nel web, trovavo sempre più immagini frattali di una bellezza straordinaria; l'estetica superava di gran lunga il rigore scientifico, almeno dentro di me.
Con la scoperta di Ultrafractal (dopo altri interessantissimi programmi, come Fractal Explorer e Fractint), mi sono messo anch'io a creare immagini basandomi sulla bellezza. Quello che ottenevo i primi tempi era qualcosa di analogo a quello che ottengono i bambini di un anno quando gli dai dei colori in mano: un macello, un terribile casino, che però si andava, man mano, organizzandosi col passare del tempo e, come le cento scimmie con le cento macchine da scrivere, ogni tanto ottenevo qualcosa di quasi accettabile.
Pian piano, cominciai a capire cosa dovevo fare per ottenere qualcosa che volevo: cominciai ad avere le mie formule preferite, analoghe agli strumenti preferiti di un artista: avevo formule adatte per creare spirali, altre adatte per giochi di simmetria, algoritmi di colorazione per ottenere raggi luminosi etc. Cominciavo ad acquisire una mia tecnica.
Ma non è questo che fa l'arte. Di qualsiasi tipo. Una persona può creare figure umane perfette, ma se non riesce a trasmettere niente, non comunica niente all'animo umano, sarà solamente uno bravo a disegnare. Van Gogh aveva uno stile che, credo di poter affermare senza offendere nessun critico, qualsiasi persona con due settimane d'esercizio è in grado d'ottenere; quello che l'ha reso grande è il contesto nel quale si collocano le sue opere, il fatto che guardandole ci dia da pensare, e non importa che cosa.
I frattali sono un'altra cosa. Tralasciando l'aspetto matematico che ne compete, non è facile, a mio avviso, parlare di arte con i frattali. So possono creare immagini veramente belle, ed affascinanti, ma sono poche le persone che riescono, da queste immagini, a modificare lo stato d'animo (come, nel sito di renderosity, alcune immagini di CavalierLady, oppure di KPK, oppure Wojteg). Una cosa è essere uno che sa usare una macchina fotografica, una cosa è essere un fotografo artista.
Anche con i frattali, a mio avviso, si può creare arte, ma di sicuro non è altrettanto facile: con i metodi tradizionali, se voglio accendere l'immagine con un tocco di rosso, l'aggiungo e basta. Con i frattali, invece, se l'effetto che si cerca è abbastanza particolare può non bastare la semplice modifica di una formula.
Nonostante ciò, il fatto che certe immagini si possano ottenere non tramite una pennellata, ma tramite formule, a mio avviso è qualcosa di affascinante: una volta il padre dei Frattali, Benoit Mandelbrot, disse che la geometria euclidiana era arida, perché sapeva descrivere una sfera, non una nuvola. Il fatto di poter ottenere immagini di tal complessità eleva la geometria frattale rispetto a quella "normale", in quanto la sua complessità, la sua autosomigianza evoca sentimenti analoghi a quelli che si possono avere guardando l'orizzonte dalla cima di una montagna.
Si riesce ad evocare, se si è "artisti frattali" quel senso d'infinito che Kant afferma essere uno dei sentimenti che scuotono l'animo umano. Sapere che una figura ha infiniti particolari, che si può esplorare in eterno, considerando che sono leggi deterministiche che creano queste cose, a mio avviso è affascinante.
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