1.
L'universo e' costituito da schemi stabili di atomi (pag.15) e fra essi le molecole replicatori, le cui proprieta' sono la fecondita', l'accuratezza o fedelta' della replicazione, la longevita', l'essere soggette ad errori.
L'evoluzione accade, nonostante gli sforzi dei replicatori per impedirlo (pag.21). I replicatori che sono sopravvissuti nel tempo sono i geni, e per sopravvivere (per propagarsi come replicatori), hanno costruito veicoli, macchine di sopravvivenza (animali, vegetali, uomo): noi siamo macchine da sopravvivenza programmate per preservare i geni (pag.VII).
I geni sono unita' che sopravvivono "passando attraverso un gran numero di corpi successivi" (pag.28); la loro aspettativa di vita e' lunghissima (procedono per tempi geologici, pag.38).
L'origine dei replicatori, secondo l'autore, e' casuale, ma una molecola che produce copie di se stessa e' sufficiente che compaia una sola volta (pag.18, che include l'argomento della lotteria, plausibile se proviamo a pensare non piu' in termini di secoli ma di centinaia di milioni di anni).
I geni sono le unita' base dell'egoismo (pag.40), sono i primi, sia in senso cronologico che per importanza: i replicatori immortali, e non i singoli corpi, devono esistere perche' esista la vita, ovunque nell'universo (pag.277).
Le macchine da sopravvivenza (i veicoli, cioe' gli organismi viventi) hanno due priorita':
- la sopravvivenza individuale;
- la riproduzione (pag.67).
Il ciclo vitale a collo di bottiglia rende possibile, per ogni generazione, il ritorno al tavolo da disegno, la morte del singolo organismo e' meno importante, conta il ciclo della riproduzione che origina nuove generazioni (pag.272).
Dall'argomento dei geni deleteri tardivi (pag.45) derivano due possibilita' di aumentare la durata della vita umana: riprodursi ad eta' via via sempre piu' tarde (inattuabile, secondo l'autore), oppure identificare i cambiamenti che avvengono nell'ambiente chimico dell'organismo durante l'invecchiamento.
L'influenza del gene su una determinata caratteristica di un organismo e' sempre indiretta, direttamente i geni possono influenzare solo la sintesi delle proteine (pag.250).
A causa della viscosita' della popolazione tendono a formarsi gruppi locali di parenti genici: "per la maggior parte della storia e in quasi tutto il mondo (anche se non nel nostro mondo moderno), gli uomini si sono di rado allontanati piu' di pochi chilometri dal loro luogo di nascita" (pag.228).
2.
L'evoluzione e' il processo per cui alcuni geni diventano piu' numerosi di altri (pag.49); l'amore universale, il benessere della specie, l'altruismo sono concetti che non appartengono alla storia dell'evoluzione biologica. Siamo nati egoisti, generosita' e altruismo devono esserci insegnati: "bisogna cercare di capire gli scopi dei nostri geni egoisti, per poter almeno avere la possibilita' di alterare i loro disegni, qualcosa a cui nessun'altra specie ha mai aspirato" (pag.5).
L'uomo e' l'unico animale dominato dalla cultura, e' l'eccezione alla regola dell'evoluzione biologica (egoismo del gene, pag.9) o, piu' probabilmente, l'inizio di una nuova e diversa forma di evoluzione (passaggio dal gene al meme).
L'altruismo e l'egoismo si possono manifestare a livelli diversi a seconda dei gruppi che vengono considerati (famiglia, classe sociale, nazione, razza, specie, tutti gli esseri viventi); avremo cosi' di volta in volta sindacalismo, patriottismo, razzismo, cosmopolitismo, universalismo: i liberali sono i piu' convinti sostenitori dell'etica della specie, eppure non condividono le posizioni di chi e' andato oltre nell'altruismo e l'ha esteso ad altre specie (pag.12).
Solo nell'uomo e negli insetti sociali, fa notare poi l'autore, si verificano guerre fra eserciti rivali che combattono a morte (pag.187).
3.
La metafora del cubo di Necker (pag.XII) insegna come si possa giungere ad un nuovo modo di vedere, che talvolta puo' dare un contributo originale alla scienza; scrive l'Autore: "lo stesso Einstein era un abile divulgatore e ho spesso sospettato che le sue vivide metafore non servissero semplicemente ad aiutare gli altri a capire" (pag.XIII).
La selezione naturale puo' essere guardata da due punti di vista, quello del gene e quello dell'individuo. L'unita' fondamentale della selezione naturale e' il gene che e', anche, l'unita' dell'ereditarieta' e dell'egoismo (pagg.13-14).
Charles Darwin e' stato il primo a costruire una teoria coerente e difendibile che spieghi perche' esistiamo, e' la nostra intelligenza che ci consente di elaborare una ragione dell'esistenza; ma, sottolinea l'autore, la filosofia e le materie umanistiche "vengono ancora insegnate quasi come se Darwin non fosse mai esistito" (pag.3).
La visione della vita del gene egoista pone l'interrogativo del perche' gli organismi esistano (pagg.247-248), e quindi anche un ribaltamento rispetto alle posizioni attuali della biologia, che si interroga sui comportamenti degli organismi ma non si chiede perche' la materia vivente si raggruppi in organismi.
Diamo per scontate le case costruite da larve e ragnatele e le consideriamo fastidiose invece che meraviglie del mondo (pag.249).
4.
I geni che sopravvivono sono quelli che predispongono strategie evolutive stabili; esempi:
a) mosse strategiche inconsce di ogni macchina da sopravvivenza sono la procreazione e la cura: combinazioni differenti di strategie di procreazione e cura possono essere stabili dal punto di vista evolutivo (pag.115);
b) produrre un numero uguale di maschi e di femmine (pag.153);
c) nella conquista di un territorio, la strategia migliore risulta essere di aspetta e spera piuttosto che di combattimento diretto, anche se il momento propizio non arrivera' mai (pag.125);
d) la strategia dei permalosi permette alla loro popolazione di non essere invasa ne' da truffatori ne' da ingenui, i permalosi ricordano chi li inganna e conservano rancore (pag.194). Ci sono poi i truffatori astuti, che restituiscono i favori, ma sempre meno di quanto ricevuto: "e' anche possibile che il grosso cervello dell'uomo e la sua predisposizione a ragionare matematicamente si siano evoluti come un meccanismo capace di ingannare in modo sempre piu' sottile e di riconoscere sempre meglio l'inganno degli altri. Il denaro e' un esempio formale di altruismo reciproco ritardato" (pag.197, non mi e' chiaro il senso di quest'ultima frase: il denaro e' un mezzo, un veicolo, che come tale puo' essere utilizzato indifferentemente per fini altruistici, egoistici, truffaldini).
Le macchine da sopravvivenza che non sono parenti stretti fanno parte dell'ambiente, sono qualcosa che intralcia oppure che puo' essere sfruttato (pag.71, vedere anche in questo sito gli argomenti filosofici di antropologia).
5.
La comunicazione sulle lunghe distanze e' possibile solo per soliloqui (pag.58).
Come singoli individui, non possiamo cercare l'immortalita' nella riproduzione; i singoli geni possono essere immortali, non il loro insieme che costituisce i singoli organismi: "Elisabetta II e' una diretta discendente di Guglielmo il Conquistatore, eppure e' molto probabile che non abbia neppure un gene del vecchio re" (pag.209).
I nostri memi (buone idee, invenzioni, scoperte, opere) possono avere al contrario una durata molto piu' lunga: "una volta che i geni hanno fornito alle loro macchine da sopravvivenza cervelli capaci di imitazione rapida, i memi prenderanno automaticamente il sopravvento" (pag.209).
Unici sul pianeta, abbiamo il potere di ribellarci ai nostri creatori, i replicatori egoisti: possiamo sviluppare l'altruismo disinteressato, qualcosa che non e' in natura (pag.210).
Si vedano altre tesi dell'Autore negli argomenti filosofici sull'ambiente e sulla pace in questo stesso sito.