Era la sera grigia di una primavera che tardava a giungere; il freddo vento invernale, dopo una pioggia battente che aveva appena cessato di tamburellare contro le persiane delle finestre, in quel terzo piano di via Romana a Firenze, preannunciava l'arrivo di Carl Shapiro ad un incontro tra pochi intimi che sempre, in queste occasioni, fanno la storia di un'impresa culturale e artistica di grande valore. Shapiro era austriaco nativo di Eisenstandt, una cittadina non distante da Vienna, sorta in prossimità del lago di Neustedl, fra valle e montagna, tanto vicina alla capitale quanto al confine, all'Ungheria e all'intreccio di fiumi che dalle montagne circostanti confluiscono nel grande Danubio che congiunge Ulma a Vienna, Vienna a Budapest, l'Est all'Ovest, le montagne alle pianure, le culture alle culture, i popoli ai popoli.
Shapiro coltivò la sua giovinezza ad Eisenstadt, in un ambiente familiare ricco e prospero, illuminato e anticonformista, intelligente e libertario. Dalla giovinezza di Eisenstadt, Shapiro maturò via via negli anni la passione indomabile per l'arte, nelle sue molteplici espressioni e nelle forme più variegate. Il Shapiro maturo che viveva a Vienna era prima di tutto uno scrittore, un commediografo, uno sceneggiatore, un regista, uno di quei rari individui che sapevano destreggiarsi fra la carta stampata e la celluloide, dai libri al teatro al cinema, senza essere ripetitivo, forzato, prevedibile. Aveva un gusto eccezionale per il nuovo, per le novità di contenuto e di forma che egli sapeva dare ad ogni sua opera, nei libri, in teatro e nel cinema.
All'età di sessant'anni, dopo una lunga vita vissuta nel nome della parola e della sua espressione artistica, Carl Shapiro ricominciava; questa volta a Firenze, con Tommaso Cuomo, Roberto Praigoni, Karl Rabel e Michael Grant. Difficilmente potremo comprendere come fu possibile realizzare un'operazione culturale quale sarebbe stata Shine Opera, senza capire la natura del legame che univa Shapiro e Cuomo, e dell'influenza che entrambi ebbero sull'attività di Praigoni, Rabel e Grant.
Tommaso Cuomo era un giovane intellettuale, un sociologo, un produttore di saggi ricchi di analisi e di brillanti argomentazioni. Ciò che lo distingueva dagli altri intellettuali che si interessavano attivamente di questioni politiche e sociali era l'immenso amore per l'arte e per le diverse forme di produzione artistica. Questo amore, Cuomo l'aveva scoperto scoprendo Shapiro, e fu subito una illuminazione. L'imponente carteggio esistente fra Cuomo e Shapiro testimonia come le distanze, Vienna contro Napoli, non fossero sufficienti a placare la sete di sapere dell'uno e la capacità innata di meravigliare dell'altro; Carl Shapiro aveva questo di bello: sapeva fare il suo mestiere meravigliando gli altri; suscitando negli spettatori che assistevano ai suoi lavori cinematografici e teatrali, o che leggevano i suoi libri, quello stupore di impronta divina che fa dell'artista qualcosa di più di un uomo mortale: colui che sviluppa le proprie capacità umane fino al punto di renderle inumane per tanta grandezza e tanta forza espressiva.
Shine Opera nasceva in queste condizioni: la meraviglia artistica di Shapiro si fondeva con l'impegno sociale di Cuomo, l'arte si univa in un sol tocco magico alla politica, le muse alle istituzioni, il volere al potere, la luce alla forza, il comunicare al decidere.
Shine Opera doveva essere questo: potenza dell'arte, forza espressiva e meraviglia, potere alle immagini, alle parole, ai suoni ed alla musica. Roberto Praigoni e Karl Rabel, insieme ai Vita, avrebbero condito la sceneggiatura di Cuomo e Shapiro con ritmi e melodie adeguate, forti e persuasive, dolci e tenaci, giovani e suggestive; Michael Grant avrebbe curato le complesse scenografie insieme a Rabel ed allo stesso Shapiro, arricchendo la rappresentazione con il suo gusto per il collettivo, lo spazio, la luce, i campi lunghi, le immagini d'insieme.
Il Movimento Umanistico, i "gruppi vita" di Firenze, Bologna, Roma e Napoli avrebbero offerto le loro forze organizzative, tecniche ed umane: il gioco era fatto, Shine Opera stava per giungere a piena luce.