UNA STORIA DI LIBRI



Nel mese di gennaio dell'anno zero della storia del M.U.E., una rivista specializzata pubblica "Cinque Tesi sulla Politica", un breve saggio del filosofo inglese Jonathan Powell, che contiene in embrione la sua teoria dei fenomeni politici, una teoria che egli poi svilupperà compiutamente nel trattato in tre volumi dal titolo "Politica" e nel libro "Il Trionfo della Filosofia". Poche settimane dopo, il sociologo italiano Alessandro Musiani coordinerà all'Università di Firenze il primo incontro tra un gruppo di studiosi che diverranno famosi come "gruppo di studio sul suicidio"; ne seguirà un convegno e, quindi, la pubblicazione di un libro, "Il Suicidio e l'Occidente", analisi a tutto campo del tremendo fenomeno che sempre di più, in quel tempo, aggrediva gli individui più deboli, più isolati e più emarginati.
Il criterio migliore per valutare la consistenza di un movimento è, naturalmente, quello di misurare il consenso che riceve. Ma vi è anche un altro criterio, che certo non ne misura la forza, però ci può dire di più sul suo spessore culturale e, in definitiva, sulle sue possibilità di avere un qualche futuro: il criterio è vedere quanti libri sono stati prodotti, da quante persone, e soprattutto di che qualità.
La quantità, di per sè, non è mai un criterio affidabile per valutare un fenomeno: ma se un solo libro importante difficilmente farà la storia, molti libri di qualità, scritti da più autori tutti orientati verso il medesimo scopo, producono argomenti, idee comuni, forza persuasiva e quindi consenso.
La storia del M.U.E. è, anche, una storia di libri; molti libri, libri importanti, scritti dai protagonisti del movimento: Jonathan Powell, Alessandro Musiani, Carl Shapiro.
Nel febbraio dell'anno zero della storia del M.U.E. Jonathan Powell pubblica a Londra "Politica. Volume primo: Teoria Generale". Le civiltà umane, ci spiega Powell, sono costruzioni artificiali, dovute alla originalità del cosiddetto fenomeno politico: la politica è la capacità soggettiva di trasformare le regole che ordinano l'esistenza collettiva degli individui. L'uomo è l'unico animale politico; i fenomeni politici sono a fondamento di ogni civiltà umana: il concetto di civiltà presuppone quello di politica.


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