Scheda bibliografica:

Argomenti filosofici su
SCIENZA E TECNOLOGIA

Quello che segue è un elenco parziale di libri e testi che ritengo di segnalare alla lettura e che mi propongo di integrare via via con altri titoli, evidenziando per ciascuno i concetti secondo me piu' rilevanti. Altri riferimenti sono presenti nelle schede bibliografiche in questo stesso sito.


1.
Nel saggio "il significato della avalutativita' delle scienze sociologiche e economiche" (1917, nel libro Il metodo delle scienze storico-sociali), Max Weber evidenzia che la specifica funzione della scienza e' quella di trasformare in problema cio' che appare convenzionalmente come evidente, il dubbio essendo il padre della conoscenza; i problemi vanno creati in maniera valutativa e risolti in maniera avalutativa.
La tecnica si caratterizza per avalutativita' empirica, l'estetica per valutazione; un'opera d'arte puo' essere oggetto di considerazione valutativa estetica, ma anche di considerazione empirica (avalutativa) e di interpretazione di valore (valutazione autonoma). Il progresso, secondo l'Autore consiste in:
- differenziazione;
- razionalita' tecnica dei mezzi;
- avanzamento di valore.
Nessuna disciplina empirica puo' decidere cosa debba venir valutato come "progresso", nel senso di progredire nella differenziazione.
L'avalutativita' consiste nella scelta tra mezzi per uno scopo dato (i mezzi, non lo scopo costituiscono il problema); l'avalutativita' si riferisce a fatti, la valutazione a norme (normativamente valido). La spiegazione del punto di vista valutativo richiede la sua comprensione (che e' cosa diversa dalla sua approvazione).
L'Autore distingue l'etica della responsabilita' (quando prescrive una certa azione, tiene conto delle conseguenze) dall'etica della intenzione (indifferente alle conseguenze, prescrive un'azione indipendentemente dai mezzi), che e' specificamente apolitica (amoralita' della vita politica, antitesi fra etica e politica).
Altre tesi dell'Autore sono discusse negli argomenti filosofici sul metodo in questo sito.

2.
Secondo Lewis Mumford (Il pentagono del potere), scopo del pensiero scientifico (conscio o inconscio) e' di conferire potere a chi lo possiede (Bertrand Russell); l'astronomia nasce dall'astrologia, la chimica dall'alchimia, il sole e' il simbolo, il dio supremo della storia guidata da re, eroi, imperi.
La scienza ha prodotti "santi" (uomini dediti alla loro disciplina) ma nessun "martire" (nessuno che si sia ribellato apertamente all'establishment politico).
La ricchezza e complessita' del mondo vivente e' indescrivibile; la nostra mente mantiene il proprio equilibrio solo stando in rapporto costante con l'ambiente. Soggetto ed oggetto sono inscindibili, l'interiorita' e' oggettiva quanto l'esteriorita'. L'Autore e' critico verso Galileo, che a suo dire avrebbe liquidato la soggettivita' concentrando l'attenzione solo sui dati quantitativi e quindi rappresentando solo una parte del mondo; a partire dal secolo XIX si creo' pertanto un divario incolmabile fra l'artista e lo scienziato.
La dottrina meccanicistica elevo' la macchina al di sopra degli organismi, e gli organismi superiori vennero rappresentati come supermacchine. Non tutto cio' che e' indescrivibile deve essere inesistente. Ugualmente sbagliata, secondo l'Autore, e' la riduzione dei comportamenti organici a processi meccanici; cio' nonostante, Mumford ammette che l'ideologia meccanica consenti' a persone diverse di collaborare e di parlare un linguaggio comune.
Mentre nei secoli precedenti si voleva ridurre l'organismo a macchina, oggi si cerca di trasformare le macchine in organismi.
Con Cartesio l'equazione organismo-macchina porto' ad applicare ai comportamenti organici il riduttivismo (che consiste nell'isolare, scomporre e dividere un sistema per conoscerlo meglio) ed il metodo quantitativo. Ma il mondo vivente funziona all'opposto, per unione sempre maggiore di parti, aumento di creativita' organizzata ed intenzionalita' autoproducentesi, che alla fine sono riproducibili solo intuitivamente.
Separate dall'uomo, le macchine sono un enigma e non hanno spiegazione: le funzioni organiche spiegano la macchina e non viceversa. I meccanismi sono sistemi chiusi, predisposti dall'inventore per fini limitati e programmati preliminarmente; gli organismi sono sitemi aperti, con variazioni soggette al caso e a forze e circostanze esterne su cui non esercitano alcun controllo.
Il metodo scientifico implica aperture e rettifiche, ma sempre nell'ambito dei suoi presupposti.
Altre tesi dell'Autore nel libro sono esaminate negli argomenti filosofici di antropologia in questo sito.

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