22 Maggio 2003
Tutti in pensione pubblica a 99 anni, meglio se mai

 

Recente spot di Silvio Berlusconi sulle Pensioni:

"È una cosa impensabile andare in pensione a 58 anni!!".

 


 

 

Un po' di Storia

L'INPS è nato nel 1898 come Cassa Nazionale Previdenza per la invalidità e vecchiaia degli operai.

Con il tempo, la destinazione d'uso dei suoi fondi, ampliati dai contributi di tutto il Lavoro dipendente e dai contributi delle Imprese (quelle poche che li hanno versati!), è diventata in modo sempre più consistente l'Assistenza sociale e la copertura di privilegi di casta e di imbrogli ai danni del contribuente.

Con il Tesoro dell'INPS il Regime politico-sindacale ha mantenuto la Cassa Integrazione e gli altri ammortizzatori sociali della disoccupazione, le pensioni privilegiate dell'apparato politico, quelle maggiorate dei dipendenti pubblici, le pensioni clientelari, le invalidità fasulle, in parte cose che non avrebbero mai dovuto trovare un'illogica copertura nei Fondi Pensione privati, in altra parte cose che non avrebbero mai dovuto esistere. In via definitiva, quest'abuso politico dei Fondi Pensione privati ha dato vita a forme parassitarie del Lavoro dipendente, in aggiunta all'enorme carico fiscale ordinario di un apparato pubblico sproporzionato ed inefficiente.

Che dire poi dell'obbligatorietà dei contributi INPS, un assurdo giuridico, che li ha configurati come una specie di addizionale occulta, di "tangente di massa", che ha impedito alla gente di dirottare i propri contributi verso forme personali di Previdenza e che ha costituito un Tesoro nazionale nelle mani del Regime e che il Regime ha usato come fosse una prostituta da sfruttare fino all'osso.

Entrando nei meccanismi, ci si deve chiedere:
come si può concepire un Fondo Pensioni pubblico basato sul criterio a ripartizione, cioè tale che, in nome di quella vergognosa mistificazione detta "solidarietà generazionale", paga le pensioni correnti con i contributi correnti e non con quelli depositati in corrispondenza dal lavoratore ormai pensionato?!
E che dire poi, sul piano di principio, del criterio della "solidarietà generazionale", in sé totalmente incompatibile con le oscillazioni che caratterizzano l'economia di mercato?
Come si può concepire un Fondo Pensioni pubblico basato sul criterio retributivo degli ultimi 2 giorni di lavoro, anziché sui contributi di tutto il periodo lavorativo?!
Tutto ciò si è potuto concepire solo con la mente bacata dei legislatori italiani del primo dopoguerra!
Non c'era un'alternativa per coprire le pensioni immediate?!
Oh sì che c'era, c'era come minimo la copertura fiscale assistenziale a carico di tutta la collettività, ma sarebbe stato troppo efficiente, troppo chiaro, troppo trasparente, troppo poco demagogico, in definitiva troppo poco conveniente sul piano del consenso politico; meglio quindi la truffa ed il raggiro amministrativo a danno delle future generazioni!

L'onestà e la trasparenza amministrativa avrebbero comunque voluto che nel momento di maggiore floridità dei Fondi Pensione pubblici, intorno agli anni '80, si rettificasse tutto ciò, che si operasse la Riforma con urgenza ed immediatezza prima del prevedibile ed ingiustificabile AMMANCO DI CASSA, a fronte del quale nessuno dei complici avrebbe accettato di finire in galera, che i settori Previdenziale ed Assistenziale fossero nettamente separati, sia per la copertura finanziaria sia per la gestione, che lo scriteriato "criterio ripartizione" diventasse finalmente "criterio contribuzione", che fossero generalizzati i termini del pensionamento, che scadenza ed entità di quest'ultimo fossero vincolate solo dal grado di contribuzione, che ogni categoria del Lavoro potesse guardare in questo modo con la dovuta tranquillità alla sorte dei propri risparmi per il futuro, che tali risparmi fossero gestiti in modo fruttifero, che l'Assistenza diventasse un onere per tutti i contribuenti e non solo per certe categorie di cittadini, così come deve essere.
Niente di tutto ciò è stato fatto o perfino accennato e così oggi esiste solo una specie di piano di recupero progressivo, in linea con le passate truffe e che si chiama "Riforma Dini" e "Riforma Prodi" (quella delle famigerate "finestre pensionistiche").

Il Regime, lungi dall'effettuare le necessarie Riforme di un metodo irrazionale, truffaldino e fallimentare, ha mantenuto per opportunismo lo status quo e non potendo giustificare questa disonestà in altro modo, ha cominciato ad effettuare il lavaggio del cervello alla gente, cosa che continua tutt'ora, per sovvertire nella mente della maggioranza del Popolo il buon senso ed il significato delle parole e delle Istituzioni democratiche, cosicché la maggioranza del Popolo ha perso e perde sempre più la cognizione del Diritto, giungendo a considerare anche la propria Pensione come una Grazia.
Non solo! il Regime ha pensato di mettere anche le generazioni una contro l'altra, cercando di insinuare nella mente dei giovani il concetto che a meno di elevare l'età pensionabile fino alla data del decesso essi rischiano di diventare vittime generazionali di una nazione di vecchi rincitrulliti ed inutili che percepiscono un'immeritata pensione alle loro spalle (il famoso rapporto 2/1 del 2050, 2 che lavorano per 1 che "sbafa").

Oggi, Governo e Confindustria basano le loro strategie su 3 punti fondamentali:

  1. mortificazione del Lavoro attraverso l'attacco al Sindacato e allo Statuto dei Lavoratori (cfr. Art. 18);
  2. mortificazione della Previdenza pubblica in Assistenza pubblica, obbligatoria ed unilaterale, mentre promuove, con altri criteri, la Previdenza privata;
  3. mortificazione dello Stato Sociale.

 

Questi punti sono proposti come la "via necessaria ed europea" per favorire l'occupazione, diminuire la pressione contributiva sulle imprese (quelle poche che i contributi li pagano!), diminuire la spesa pubblica, mentre in realtà sono solo quello che sono: un modo sfrontato ed ignobile di uscire dalla bancarotta fraudolenta di questo Paese mediante l'abolizione progressiva di Diritti fondamentali delle persone.
Non le Riforme che servono ai cittadini, ma i provvedimenti che servono alle Oligarchie economiche e finanziarie.

Governo ed imprenditoria, piuttosto che riformare lo Stato in senso liberale e democratico, vogliono che certe classi di lavoratori si rassegnino a vedere allontanare, assottigliare e scomparire il loro diritto alla Pensione pubblica, accettando il sacrificio in nome della patria e delle future generazioni, mentre i provvedimenti in tal senso sono solo a beneficio di ladri pubblici e privati.

La tesi della Confindustria, alla quale cerca periodicamente di fare eco Silvio Berlusconi e proposta ancora ieri da A. D'Amato come "bisogno europeo", è diventata in sostanza: "consentire alle imprese di operare in modo indiscriminato e allo Stato di pagare delle pensioni più basse possibile, più tardi possibile e possibilmente non pagarle affatto", per far espandere l’impresa privata a spese del Popolo mentre si continua a garantire la copertura dei privilegi, degli sprechi e della corruzione, istituiti negli ultimi 50 anni sia nel settore pubblico sia in quello privato.

Questo sistema amministrativo e politico, ancorché sancito da una Costituzione nazionale che presuntivamente iper-garantista non garantisce niente, è un dimostrato luogo d’inefficienza, conflitti di competenze, abusi amministrativi e giudiziari, ruberie, gestione clientelare e sprechi, cominciando proprio con i costi della struttura politica (con il Parlamento italiano si potrebbe rappresentare tutta l’Europa, dall’Atlantico agli Urali) per giustificare la serie vergognosa di imposte, tasse e balzelli che pesano come macigni sulla vita dei cittadini.

A questo Sistema il cittadino poco vigile e sprovveduto sarà obbligato a sacrificare il suo diritto ai propri Fondi pensione pubblici, il suo diritto inalienabile a gestire la propria vita per il proprio sviluppo fisico e morale e nell'interesse di tutta la collettività.

Questo Governo, confermando la sua matrice liberista anti-liberale ed anti-democratica, maschera dietro l'Europa il progetto di estremizzazione del concetto deteriore di umanità già promosso sottilmente su vasta scala dal modello economico meccanicistico post-bellico, cioè che l'individuo in generale non è un essere libero e creativo, ma uno tra milioni di macchinari da produzione, devoluto all'interesse esclusivo degli imbecilli che fanno la odierna realtà globale di questo pianeta, siano burocrati pubblici siano faccendieri privati; un'offesa all'idea dantesca del "fatti non foste per viver come bruti...", ripresa recentemente dallo stesso Giovanni Paolo II, in piena singolare contraddizione con il secolare oscurantismo clericale.

Se le cose fossero state fatte con onestà nel momento in cui avrebbero dovuto e potuto esser fatte, oggi non crescerebbe il giustizialismo!
Chi pretenderebbe di far restituire le eccedenze pensionistiche pagate sfruttando i contributi reali degli altri?!
Chi pretenderebbe il risarcimento dai baby-pensionati, percettori di pensione non coperta da contributi dall'età di 45 anni?!
chi pretenderebbe di tassare le pensioni oltre un dato limite (vedi generali, colonnelli et altera)?!
Di nuovo, c'è un solo modo per intervenire con onestà e trasparenza sul Sistema previdenziale pubblico e di pretendere dai prossimi pensionati che accettino un calcolo contributivo applicato in modo penalizzante:

In altre parole, fare adesso ciò che non è stato fatto negli anni '80.

 

CONCLUSIONI

 

Ciò premesso, la risposta conclusiva che si può dare alla tesi berlusconiana (nel senso di Berlusconi e quelli come lui) sulle pensioni è:

  1. non spetta a Silvio Berlusconi, alla sua maggioranza di Governo o a qualsiasi maggioranza stabilire quando le persone possono andare in Pensione. Dato che si parla della vita di una persona, la decisione spetta alla persona;
  2. il fatto che il Sistema previdenziale pubblico sia stato trasformato in succursale del Tesoro e che le Casse previdenziali siano state rapinate, non significa che si deve andare ancora più in basso della Riforma Dini, il cui scopo, purtroppo, è solo riportare i conti in equilibrio con una certa gradualità, senza tuttavia smascherare le truffe concettuali, tecniche ed amministrative che inquinano il Sistema previdenziale pubblico.

Siamo purtroppo di fronte ad una politica liberista, il che significa che le risorse, sgravi fiscali e quant'altro, devono essere spostate sull'Imprenditoria, prelevandone il costo dalla spesa sociale e dalla Previdenza pubblica, non importa se i soldi della Previdenza sono di chi li ha versati e non della collettività.
Berlusconi si limita a parlare di tecnica degli incentivi e dei disincentivi e sobilla l'Europa perché è un vigliacco come persona e sul piano politico ha paura di ripetere il flop del 1994.
Ciò è positivo, ma non risolutivo, perché in Europa di Bananopoli ne esistono più d'una.
Mentre la Destra esita per paura, la Sinistra, non priva di responsabilità storiche, lungi dal pensare all'interesse della gente ed alla trasparenza ed onestà politiche, spera solo di non trovarsi la patata bollente sul tavolo a fine Legislatura.
Ciò è vergognoso!
L'Europa preme per l'innalzamento dell'età pensionabile come strumento principe del risanamento dei conti pubblici?
Nulla giustifica l'adozione delle stesse politiche previdenziali pubbliche in tutti gli Stati dell'Unione!
Penso che gli europei dovrebbero chiarire alle loro classi politiche qual'è il vero significato di "Democrazia" e cosa pensano di tutti quelli che intendono la "Democrazia" come mero strumento elettorale e passpartout per l'arricchimento personale!

 

F. G. Urbon

 


 

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