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Mettiamo a disposizione dei soci e di altri amici che vorranno usufruirne, una pagina di annunci vari, una "bacheca virtuale" dove pubblicare annunci, notizie e quant'altro si riterrà utile.

Sono escluse le pubblicità, tranne corsi organizzati da sezioni del CAI, notizie su offerte ed aperture di rifugi alpini del FVG e contermini.

Se espressamente richiesta (e pertinente), la pubblicazione della notizia è garantita entro 3 giorni dal ricevimento, salvo impedimenti tecnici.

Potete inviare il materiale da pubblicare a caimuggia o al webmaster

 

Notizie

L'agenda


AVVISI

I consigli della Forestale in caso di temporale

Attrezzatura UIAA certificata

 

C.A.I.

SALITE

Adam Ondra si Vicious Circle (Misja Pec)

Tim Unuk, The secret 8c, Sopota

Mina Markovic, grande in terra spagnola

Natalija Gros 8c+ a Misja Pec

Nuove salite


CRONACA

Montasio: alpinista perde rampone e rimane bloccato...

Bila Pec boulder e il Nevee Outdoor Festival 2016

Incidente sul Canin, un morto e due feriti

Escursionista triestino precipita e muore sullo Jôf di Montasio

Progettista di yacht precipita e muore dalla creta di Timau

Quattro alpinisti salvati sul Montasio

Trovato morto l'alpinista sloveno disperso sullo Jof di Montasio

Escursionisti prigionieri nelle nevi del Montasio

Crolla la passerella, dieci scout feriti

Precipita in un crepaccio, alpinista muore sul San Simeone

Escursione sul Montasio, muore a soli 37 anni per un malore

Ritrovato lo scialpinista triestino disperso sul monte Tamai: sta bene

Escursionista muore per un malore sul Lanaro

 

VARIE

Il bunker diventa rifugio

Intervista a Borna Cuijc

Sentieri Natura

Nuova falesia Ventaglio, a Gemona

Punture di zecca: cosa fare e come evitarle

Come leggere i bollettini valanghe?

Ipotermia: mai smettere di rianimare

 


SAG Trieste

XXX Ottobre TS

CAI Gorizia

CAI Monfalcone

SAF Udine

CAI Cervignano

CAI Cividale

CAI Codroipo

CAI Gemona, Buja e Osoppo

CAI Pontebba

CAI Tarvisio

CAI Pordenone

CAI Claut

CAI S. Vito al Tagliamento

CAI Sacile

CAI Spilimbergo

Carsiana

Area Marina Protetta di Miramare

Parco Regionale Dolomiti Friulane

Parco Regionale Prealpi Giulie

Eventi, incontri, mostre e conferenze


 

ARCHIVIO

2014

2013

2012

2011

2010


 

 

 

Punture di zecca: cosa fare e come evitarle


Le zecche si trovano di solito dove vivono animali che possono venire parassitati. In particolare le zecche frequentano i boschi di latifoglie umidi e ombreggiati, i luoghi erbosi, i cespugli ed il sottobosco; vivono pure nei prati incolti o nei pascoli frequentati da pecore, da bovini o dalla fauna selvatica, considerati luoghi elettivi. Nel corso degli ultimi anni è diventato sempre più frequente l’ incontro con le zecche da parte dell’uomo. Le zecche non saltano e non volano, ma si posizionano sulle estremità delle piante, aspettando che un animale o l’uomo stesso passino; tali artropodi avvertono la presenza dell’ospite a cause della presenza di anidride carbonica o del calore prodotti dal corpo. Il parassita può annidarsi tra i capelli o pure in ogni parte del corpo...

Leggi tutto su: montagna.tv

 

Come leggere i bollettini valanghe?
Le linee guida del Corpo forestale dello Stato


La sicurezza in montagna ai giorni nostri parte da casa, dal momento stesso in cui decidiamo di organizzare un’escursione sulla neve e verifichiamo le condizioni del luogo dove vorremmo andare. Previsioni meteorologiche, bollettini valanga: ci informiamo e valutiamo la fattibilità dei nostri programmi. Ma sapere di dover guardare i bollettini non significa automaticamente saperli leggere. Ecco allora perché il Corpo forestale dello Stato ha pensato di divulgare un documento con le linee guida necessarie alla loro corretta interpretazione.

Fonte: montagna.tv


 


NOTIZIE

Ipotermia, trattamento e soccorsi: mai smettere di rianimare ====================================================

6 dicembre 2012 - “Un paziente ipotermico può essere rianimato per ore, senza rischiare di subire danni. Si può quindi sempre sperare ed è necessario continuare ad insistere fino all’arrivo in un centro specializzato. Per questo dico che è necessaria una catena di soccorso speciale per l’ipotermia e i travolti in valanga”. Sono le parole di Hermann Brugger, capo dell’Istituto di Medicina d’Emergenza in Montagna dell’Eurac di Bolzano, il primo istituto al mondo che si occupa di questo tema in modo specializzato.

Fonte: Montagna.tv

Youtube

 


I consigli della Forestale in caso di temporale
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ROMA - 22/7/2010 - Gli incidenti in montagna sono frequenti, soprattutto durante la stagione estiva. Spesso però potrebbero essere evitati seguendo delle semplici regole. E’ questo ad esempio il caso degli incidenti dovuti ai temporali e ai fulmini in alta quota. Per informare gli escursionisti il Corpo Forestale dello Stato ha redatto alcuni consigli per comportarsi correttamente in caso di improvvisi temporali estivi....

Leggi: Montagna.tv

 


Attrezzatura UIAA certificata
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Il sito web dell'UIAA con le indicazioni sui materiali e sullo stato normativo.

Database con gli elenchi dei materiali che:

  • hanno ottenuto la certificazione
  • sono stati ritirati per qualche motivo
  • materiali contraffatti
 

Link: theuiaa.org/certified_equipment

 


SAG News
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E' disponibile qui (file zip, 20 kb) il regolamento generale della Società Alpina delle Giulie, sezione di Trieste del Club Alpino Italiano

 


Sentieri Natura



Le previsioni Marco Virgilio su SentieriNatura all'indirizzo www.sentierinatura.it/meteo. Marco ha anche aperto un blog all'indirizzo http://meteovirgilio.blogspot.com dove potete trovare approfondimenti e notizie sulla meteorologia regionale. Un grazie quindi a Marco per aver scelto SentieriNatura come spazio "ufficiale" per le sue apprezzate previsioni regionali.

E' nato il canale tv di SentieriNatura. All'indirizzo http://www.youtube.com/sentierinaturatv pubblicheremo infatti i resoconti video delle nostre iniziative. A breve inizieremo anche la pubblicazione dei tantissimi documentari andati in onda in questi anni su Telefriuli. Se avete un account Google o Youtube, iscrivetevi al canale SentieriNaturaTV per rimanere costantemente aggiornati.
Se desiderate far parte del pubblico di questa puntata scrivete una mail a sandra@sentierinatura.it oppure telefonate direttamente a Telefriuli allo 0432.573.539 per prenotare la vostra partecipazione.

Chi volesse richiedere una proiezione del documentario video fotografico "Le otto montagne" può scrivere direttamente a sandra@sentierinatura.it

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Le previsioni meteo del Triveneto

In collaborazione con Meteopoint:
Il rilevatore di fulmini


  • Che fiore ho visto? la nuova pagina di ricerca sulle piante alpine presenti sul sito
  • Il quadro d'insieme delle escursioni: un nuovo strumento per navigare all'interno del database di SentieriNatura.
  • Inserimento di commenti a corredo delle escursioni: avete percorso una delle proposte di SentieriNatura? Lasciateci le vostre impressioni.
  • Nuovi sfondi per Windows
  • Nuovo layout grafico delle schede
  • Invio diretto tramite email delle schede delle escursioni.
  • Collegamento alle schede di www.rifugi.it/ e www.assorifugi.it/ con tutte le informazioni relative ad apertura e posti disponibili.
  • Le più belle foto di SentieriNatura disponibili anche sul palmare !!!
  • E' attivo su SentieriNatura il servizio di segnalazione dei sentieri inagibili. Nell'intento di creare un database di segnalazioni utile a tutti, direttamente sul sito è possibile inserire un messaggio riguardante il numero CAI del sentiero ed una breve descrizione del problema di inagibilità, unitamente ad altre informazioni accessorie. Sarà alquanto gradita una vostra collaborazione per mantenere aggiornato l'archivio.
  • E il quiz: conoscete le Alpi Friulane? Testatevi on-line



Nuove salite


2013

CJADENIS, 2443 m
Alpi Carniche - Gruppo Peralba - Cjadenis- Avanza

Il 1° settembre del 2013 Roberto Mazzilis e Fabio Lenarduzzi sulla parete ovest del Pilastro Centrale aprono la via "Quatri Gotis di salut" (denominazione suggerita dalla grandinata presa in discesa per la via "ferrata CAI Portogruaro"). Arrampicata piacevole e logica su roccia da buona a ottima. L'attacco è posto all'apice della falda detritico-erbosa di sinistra delle 2 che digradano dalla parete. La direttrice di salita è data dal pilastro parallelo e sulla destra alla via "Fuga dal Lavoro" e sfrutta un elegante sistema di diedri, fessure e placche caratterizzate a metà parete da un evidente tetto che si supera al suo margine destro. Sviluppo 220 m con difficoltà di V+, passaggi di VI-. Usati un paio di friend e una dozzinadi chiodi.

Monte Zermùla - m 2143
Gruppo Creta d'Aip - Monte Cavallo

Il 27 luglio del 2013 Samuel Straulino e Federico Dalmas hanno aperto una nuova via sulla parete est, la parete calcarea che sovrasta il primo grande ghiaione toccato dal sentiero di avvicinamento. La via si sviluppa lungo una bella successione di placche , diedi e fessure di roccia da buona a ottima a tratti compattissima, a parte in un breve tratto friabile a metà parete. Sviluppo 350 m circa suddivisi in 7 tiri di corda con difficoltà di III, IV, V superate in 4 ore con l'uso di qualche friend oltre a chiodi e cordini per le soste.

TORRE ROTONDA 2136 m
Alpi Giulie - Gruppo dello Jof Fuart - Sottogruppo di Rio Bianco

Sulla parete nord, il 12 luglio del 2013 Daniele Picilli e Cristian Cozzi in 4 ore di arrampicata divertente hanno aperto una via logica su roccia buona, a tratti ottima. Sviluppo 360 m superati con 7 tiri di corda con difficoltà di III, IV, 1 passaggio di IV+ e 1 di V-. Avvicinamento brevissimo dal Bivacco CAI Gorizia abbassandosi per pochi minuti lungo il vallone di Riobianco in direzione sud-est fin sotto la verticale della Torre Rotonda, posta una ventina di metri a sinistra di un'evidente diedro-rampa con andamento sinistra-destra (5 min). Dallo zoccolo di II e III alla base di un primo risalto verticale (50 m) oltre il quale alla base di un camino tra la parete e un pilastro (50 m IV, I, II). Proseguire con divertente arrampicata lungo la parete a sinistra del camino, poi lungo uno spigolo poco pronunciato fino ad un gendarme (55 m IV sostenuto). Salire ad una selletta e superare uno strapiombo (55 m III, IV, 1 passaggio IV+). Superare gli ultimi 20 m di spigolo quindi per cengia verso sinistra verso la sommitale Torre Rotonda (60 m II, I). Salire a una forcellina, poi alla base della parete est della Torre, presso uno spiazzo (60 m II, 1 passaggio di V-). Lungo lo spigolo nord alla cima (20 m I, II). Per scendere dalla cima ritornare sui propri passi per una decina di metri e calarsi a corda doppia verso ovest ad una forcelletta. Abbassarsi a nord per un canale fino ai prati della grande rampa che rasenta verso oriente la base delle pareti delle Cime Marginali. Imboccare sulla sinistra (nord) un'evidente cengia (sentiero di camosci) che riporta in prossimità della parete appena percorsa. Obliquando a sinistra (II) ed infine con una doppia si ritorna all'attacco della via (ore 2).

Creta d’Aip (Trogkofel) - 2279 m
Alpi Carniche - Gruppo Creta d’Aip

Sulla parete sud nuova via denominata "Permisches Risiko" per mano dell'accademico del CAI Roberto Simonetti e Cristian Cozzi (CAI Ravascletto). La direttrice è data dallo sperone posto a sinistra della via "Scunio Nivor". Bella arrampicata la cui sicurezza è compromessa da un recente franamento (2013) che la rende assolutamente sconsigliabile. Sviluppo 260 m. Difficoltà III, IV, V+, VI. Usati una dozzina di chiodi, cordini e friend.

2012

SECONDO CAMPANILE DELLE GENZIANE, m 2240
Alpi Carniche - Gruppo Peralba -Cjadenis - Avanza

Il 6 ottobre del 2012 Roberto Mazzilis e Samuel Straulino, sulla parete sud, tra la via Mazzilis-Simonetti (it. 129 g Guida Dei Monti D'Italia-Alpi Carniche II) e la via "Attenti al Lupo" (vedi) hanno aperto la via "La Logica del Nuovo". Via molto interessante per bellezza dell'arrampicata e varietà dei passaggi. Dopo la prima lunghezza di corda un po' friabile e con qualche ciuffo di erba, offre una lunga sequenza di placche compatte alternate a fessure e lame che richiedono tecnica e astuzia, anche se risultano sempre proteggibili con friend e nut medio-grandi. La parte alta del tracciato si mantiene autonoma fino alla crestina sommitale, raggiunta per una fessurina-colatoio parallelo e sulla destra rispetto alla Direttissima Mario Novelli. Sviluppo 400 m circa. Difficoltà di IV, V, VI, VII, passaggi di VII+. Usati una quindicina di chiodi, alcuni friend e cordini. Tempo impiegato 8 ore.

ROCHÈTA DE LA RUÒIBES, 2458 m
Gruppo Croda dal Lago - Cernera - Sottogruppo delle Rocchette

Sulla parete sud-ovest, il 9 settembre 2012, in 6 ore, Marino Babudri e Ariella Sain hanno aperto la via "Tatanga": arrampicata bella su roccia buona lungo l'arditissimo pilastro dolomitico caratterizzato da una profonda spaccatura. L'attacco si trova presso un canale sovrastato da rocce grigie con dei tetti, sulla verticale dello strapiombante spigolo sud-ovest. La via si mantiene sulla sinistra dello spigolo, all'inizio lungo un'evidente colata nera, in seguito ancora più a sinistra dello spigolo su rocce grigie avvicinandosi al fondo della spaccatura, fino a raggiungere la vetta. Sviluppo m 320. Difficoltà di V, V+, VI, VII+. Avvicinamento dal rifugio Città di Fiume per sentiero 467 fino ad un altipiano, poi in direzione est verso le racchette. Discesa verso nord fino alla cresta di collegamento con la Rocheta di Prenderà. Quindi verso ovest, superare un grande masso e 10 m dopo abbassarsi su zolle erbose ed un canale.Sotto una fascia di rocciosa continuare sulla sinistra e poi abbassarsi ancora per un canalino erboso fino ad una spalla. Scendere per gradoni ad un canalone che sfocia nei pressi del sentiero di avvicinamento.

PILASTRO DELLA SENTINELLA ALLA CRESTA OVEST DELLA PUNTA GROHMAN, 2760 m
Alpi Carniche - Gruppo Coglians - Creta da Cjanevate
L'8 settembre 2012 Roberto Mazzilis e Celso Craighero sono saliti sul Pilastro della Sentinella in 8 ore. Il pilastro è composto da tre alti gradoni sovrapposti in elegante successione (sulla sinistra del Pilastri dai Bugars) culminanti su un'esile punta (con resti di appostamento bellico) a poche decine di m a ponente dalla Punta Grohman. Roccia generalmente ottima, specialmente sulle alte difficoltà, con pochi punti friabili o con detrito solo nei tratti che collegano i risalti. Il primo comporta il superamento di un difficilissimo spigolo levigato che accede ad un lungo camino (già percorso in doppie come variante al grande camino-colatoio di destra in caso di cascate di acqua durante il rientro dai pilastri più orientali) che sbuca sulla grande rampa dell'accennata via di discesa. Attraversandone l'impluvio verso destra si perviene alla base del secondo gradone, alto circa 200 m, verticale e molto più impegnativo, caratterizzato da una lavagna grigio -gialla sbarrata in alto da una grande nicchia che preclude la prosecuzione diretta. Dal suo "labbro" di sinistra, con una breve traversata in grande esposizione su placca verticale e fessurata, si raggiunge un lastrone di roccia ottima e poi su uno dei luoghi più spettacolari che offre l'intera Cjanevate: una parete leggermente inclinata e completamente "tafonata" da giganteschi appigli a manico di boccale, vasche, rigole e lame di ogni forma e dimensione. L'ultimo terzo di via segue lo spigolo a balze del pilastro che porta ad incrociare la via di guerra per il crestone ovest esaurendosi una cinquantina di m più in alto sull'esigua cimetta. Via varia e molto gratificante, con tratti difficili ma di facile proteggibilità sia con chiodi che friend, ad eccezione del I tiro. Difficoltà IV, V, VI, VII obbligatorio. Sviluppo circa 650 m. Usati una decina di chiodi (lasciati) cordini e friend di varia misura. Corde da 60 m. Discesa all'inizio seguendo verso ovest la via di guerra (ometti) quindi per la grande rampa ad est della Torre della Cjanevate.

PILASTRO DAI BUGARS ALLA CRETA DA CJANEVATE, 2769 m
Alpi Carniche - Gruppo Coglians - Cjanevate

Aperta la "Via del Pastore" lungo il Pilastro dai Bugars sulla parete sud della Cjanevate il 29 agosto del 2012 da Roberto Mazzilis e Celso Craighero in ore 9. Quella dei Bugars è una laboriosa e stimata famiglia di pastori carnici che governava anche i pascoli di Casera Piote, punto di appoggio spesso offerto agli arrampicatori. La dipartita di Pieri Adami Bugar ne ha suggerito la doverosa dedica del pilastro, ancora innominato. Per tale struttura s'intende lo sperone che si nota a sinistra del Pilastro Principale. È stato raggiunto lungo il Pilastro Lisa attaccando per una parete gialla e friabilissima che accede ad un lungo sistema di diedri e fessure molto evidenti e di roccia ottima che si esauriscono dopo circa 300 m sulla dentellata crestina presso l'apice di questo primo pilastro. Dalla selletta che l'accorpa alla Cjanevate si accede alla base del Pilastro dai Bugars, caratterizzato da uno spigolone inciso da diedri e fessure di roccia solida e articolata. Mantenendo l'affilata direttrice si perviene con difficoltà decrescenti al suo termine: un'anticima sbrecciata e posta a poche decine di metri dalla vetta della Cjanevate, dalla quale risulta separata da una profonda insellatura nei cui pressi s'incrocia il sentiero della via normale. La Via del Pastore è varia e gratificante, ma con il primo tratto molto pericoloso (in seguito è stato ripulito dal pietrame e da una grossa lama). Difficoltà non sempre sufficientemente proteggibili di IV, V, VI, VII+ fino in cima al Pilastro Lisa. IV, V, VI- sul Pilastro dai Bugars. Sviluppo complessivo 650 m. Usati una dozzina di chiodi, cordini e friend di varia misura. Corde da 60 m. Si attacca per una rampetta che s'infila sotto il colatoio/camino che delimita il Pilastro Lisa sulla destra. Quindi a sinistra oltre un catino, poi per cengia detritica e spiovente fino ad una lunga nicchia sovrastata da un tetto con chiodo, alla base della parete gialla. Discesa per la via normale.

SECONDA TORRE PIATTA, 2558 m
Dolomiti Orientali - Gruppo della Croda dei Toni - Ramo Campanili di Val dei Toni

La dolomitica Seconda Torre Piatta sul versante sud-ovest espone un'ampia parete di belle placche nere inframmezzate da strapiombi gialli sulla quale il 27 agosto del 2012 in 5 ore Marino Babudri e Ariella Sain hanno aperto la via "Magica Luna". Si tratta di una bella scalata, di soddisfazione sia per la roccia ottima che per l'ambiente molto solitario e suggestivo. La via attacca per uno zoccolo che in alto si incunea sulle nere placcona-te centrali. Le supera proseguendo prima su rocce grigie, infine lungo un diedro nero che solca il cappuccio sommitale. Sviluppo 320 m. Difficoltà di V, V+, VI, VII. Dalla cima per scendere abbassarsi verso nord per una trentina di m fino ad una forcelletta. Quindi per un canalino, poi verso est (friabile) al canalone orrido che solca il versante nord. Risalirlo fino alla forcella tra le2 torri dalla quale ci si affaccia al canalone che sfocia sulleghiaie.

CRETA DA CJANEVATE, KELLERSPITZEN, 2769 m
Alpi Carniche - Gruppo Cogliàns -Cjanevate
Il 22 agosto Roberto Mazzilis e Fabio Lenarduzzi per 7 ore hanno assaporato il privilegio di toccare e scalare per primi anche l'affilatissimo spigolo sud lungo la via "II Paradiso Può Attendere": denominazione eloquente riferita sia alla bontà straordinaria del calcare che alla linea geometrica ed aerea dello spigolo incredibilmente inaccesso fino al loro arrivo. Questa via (meritevole a diventare una grande classica) porta alla base del Pilastro seguendo il tracciato di "Rughe di Roccia". Quindi attacca per un muro di placche, più bonario di quanto appaia, che porta, con una breve diagonale verso destra, sul filo dello spigolo. Le difficoltà sono molto omogenee e l'arrampicata elegantissima, con la costante dello spigolo a 90°, molto entusiasmante, che da un lato delimita le placconate della parete sud-ovest mentre sulla destra risulta esposto sul profondo canalone del Pilastro Anjò. Sviluppo complessivo 700 m circa suddivisi in 11 tiri di corda di 60 m dei quali 5 lungo lo spigolo. Difficoltà di V, VI, VII-. Usati una quindicina di ancoraggi intermedi. Tutti i chiodi ed alcuni cordini su clessidra sono rimasti in luogo. Discesa per la via normale, oppure lungo la via "Joachino " tracciata dagli austriaci nel centro del Pilastro e completamente attrezzata a spit anche per le calate a corda doppia (sconsigliabile in caso di pioggia).

CRETA DA CJANEVATE, KELLERSPITZEN, 2769 m
Alpi Carniche - Gruppo Cogliàns -Cjanevate

Il 20 agosto Roberto Mazzilis e Samuel Straulino in 7 ore aprono la via "Rughe di Roccia", una scalata molto consigliabile che fino alla base del Pilastro Anjò segue il tracciato della via "A Dute Manete", poi per una costola a gradoni alla base del Pilastro Principale, caratterizzato da ottimo calcare (in alcuni tiri paragonabile ai settori in Marmolada!). Il Pilastro è stato superato lungo un marcato diedro-fessura sbarrato da un tetto, oltre il quale si procede su placche leggermente inclinate e con alcuni rigonfiamenti, anche strapiombanti (ma sempre molto ben appigliati), poste poche decine di m a destra dello spigolo ovest. Da una nicchia molto evidente si sale la divertente rampa posta sulla destra, quindi lo spigolo ovest per il quale si sbuca sulle balze terminali. Sviluppo complessivo m 700 circa. Difficoltà di V, V+, VI, VI+. Usati una quindicina di ancoraggi intermedi.

CRETA DA CJANEVATE, KELLERSPITZEN, 2769 m
Alpi Carniche - Gruppo Cogliàns -Cjanevate

Il 18 agosto del 2012 in 6 ore Roberto Mazzilis e Samuel Straulino lungo il gran diedro e lo spigolo sud-ovest del Pilastro Anjò hanno aperto la via "A Dute Manete". Arrampicata a tratti atletica o molto tecnica sulla solita roccia entusiasmante di questa piccola "Marmolada" carnica. Sviluppo complessivo m 700. Difficoltà V, VI, VI+, VII-. Usati una ventina di ancoraggi intermedi tra friend medio-grossi e chiodi dei quali, oltre a 5 anelli di cordino, lasciati in luogo. La via attacca su uno zoccolo a placche divertenti posto sulla destra del Pilastro Lisa; supera un muro di rocce verticali e fessurate e con un obliquo verso sinistra sulle placconate a rigole poste sotto un canalino, porta su una crestina affilata. Ci si trova proprio di fronte alla base del Pilastro Anjò, all'altezza del gran diedro fessurato, in alcuni tratti trovato bagnato e viscido. Al suo termine per una difficilissima fessura strapiombante si raggiungono placche compatte ed una crestina molto esile per la quale ai risalti di uno spigolo. Dalla sommità di un gendarme, con una breve corda doppia ci si cala su gradoni articolati che con difficoltà decrescenti permettono di raggiungere il crestone sommitale della Cjanevate.

SECONDA TORRE PIATTA, 2558 m
Dolomiti Orientali - Gruppo della Croda dei Toni - Ramo Campanili di Val dei Toni
Sempre sulla stessa parete sud-ovest, ma sulla destra, sul settore di parete che fa capo al caratteristico pilastro giallo dell'Anticima Sud, Marino Babudri e Ariella Sain, il 12 agosto del 2012 hanno aperto la via "Raponzolo Bianco": altra bella arrampicata di grande soddisfazione su roccia ottima. Sviluppo 250 m. Difficoltà di V, VI, VI+, VII+ superate in 5 ore. Attacco alla base di una evidente rampa con piccole colate nere visibili sulla destra di un diedrino con un piccolo pino mugo, posto a pochi m sopra le ghiaie. La discesa dalla cima è stata effettuata calandosi in corda doppia (da 20m) nel sottostante canale. Poi per lo stesso fino all'ancoraggio di una seconda calata da 30 m che porta in un canalino. Risalire per rocce facili ad una larga cengia, poi attraversare tutta la parete est fino al canalone sovrastato dall'intaglio tra le 2 torri, per il quale alle ghiaie. Avvicinamento alla Torre dalla Val Marzon lungo il sentiero per il Bivacco De Toni. Giunti in Val Marden risalire un canalone detritico che porta ai primi avancorpi rocciosi. Ore 3.

Gran Nabois 2313 m
Alpi Giulie gruppo dello Jof Fuart

Sulla parete nord, il 10 agosto del 2012 in ore 4.30 Daniele Picilli e Samuel Straulino hanno aperto una nuova via a destra (ovest) dello "Spigolo Sabrina". Sviluppo 460 m circa per 11 tiri di corda con difficoltà dal II al IV, un passaggio di V- e uno di VI- lungo placche e canali che solcano il grande diedro-rampa che dà la direttrice alla via. Roccia discreta, molto buona sulle maggiori difficoltà. Lasciato 1 chiodo. L'attacco della via si raggiunge con 3 ore di marcia dalla Val Saisera imboccando la carrareccia per il rif. Pellarini. Alla fine del tratto ripido si guada il letto del rio di destra fino a delle tracce di sentiero con bollini gialli e neri che portano a scavalcare 2 sellette per poi abbassarsi di una trentina di m. Infine a sinistra per un canalino ed infine verso destra per placche alla base della parete. Discesa per la via normale.

PICCOLA CRODA DEI BARANCI, 2790 m
Dolomiti Orientali - Gruppo Rondoi -Baranci

La "Parete di Sottocresta" (top. prop.) è una verticale di 200 m che culmina sulla lunga cresta nord - ovest della Piccola Croda dei Baranci con un caratteristico cappuccio denominato "Becca D'Aquila". Sul versante nord, il 5 agosto del 2012 Marino Babudri e Ariella Sain hanno aperto una via divertente, su roccia da buona a ottima nel settore a placche grigio - nere tra la "Becca" e il "Pilastro dei Camosci". Sviluppo m 350 con difficoltà di IV, V, V+, VI+. Avvicinamento dal parcheggio in Val di Landro per il sentiero che porta alla Forcella dei Baranci in ore 1.30. L'attacco si trova sulla destra di una grande nicchia sovrastata da tetti, sulla verticale della parete nera sommitale. Discesa dal versante est per facili rocce con erba e un canalone che sfocia sulle ghiaie.

Gran Nabois 2313 m
Alpi Giulie gruppo dello Jof Fuart

Il 19 giugno del 2012 Daniele Picilli scala in solitaria lo spigolo nord, immediatamente a ovest della Punta "Domenico da Tolmezzo ". Itinerario logico ma di scarso interesse sia per la qualità della roccia che per le difficoltà discontinue. L'attacco si raggiunge con 3 ore di marcia dalla Val Saisera imboccando la carrareccia per il rif. Pellarini. Alla fine del tratto ripido si guada il letto del rio di destra fino a delle tracce di sentiero con bollini gialli e neri che portano a scavalcare 2 sellette per poi abbassarsi di una trentina di m. Infine a sinistra per un canalino ed infine verso destra per placche alla base della parete. Discesa per la via normale.

TORRIONE R1CCARDO RINALDI (top. prop.)
Alpi Carniche - Gruppo del Monte Sernio

Il 27 maggio del 2012 in ore 3.30 Daniele Picilli, Anita Sebastianutto e Sara Fantin hanno realizzato la prima ascensione assoluta lungo la parete Est. Sviluppo m 260 con difficoltà di IV e V. Ascensione divertente e consigliata per la bontà della roccia. Utili friend di varie misure. Il torrione si trova accorpato sul versante settentrionale del Sernio, dietro le Torri Ivano e Nuviernulìs.

 

 

Montasio: alpinista perde rampone e rimane bloccato...

5 gennaio 2017 - UDINE – Erano rimasti bloccati sul Jôf di Montasio, nelle Alpi Giulie, due alpinisti salvati nella giornata di ieri dal Soccorso alpino. M.M., un uomo di 67 anni, e E.F., una donna di 24 anni, stavano cercando di raggiungere la cima del Montasio, passando dal canalone Findenegg, sul versante Ovest; [...]

Fonte: Montagna.tv

 

 

Bila Pec boulder e il Nevee Outdoor Festival 2016

21 luglio 2016 - Andrea Polo, Gabriele Gorobey e Enrico Mosetti presentano la nuova area d'arrampicata boulder Bila Pec a Sella Nevea nelle Alpi Giulie (Friuli). Più di 70 blocchi fino al 7C+ situati vicino al Rifugio Gilberti che saranno ufficialmente inaugurati questo weekend durante la prima edizione del Nevee Outdoor Festival 2016[...]

Fonte: Planet Mountain

 

 

Incidente sul Canin, un morto e due feriti

18 giugno 2016 - Coinvolta una comitiva composta da 12 alpinisti serbi. La persona deceduta è scivolata in fase di discesa dalla ferrata Divisione Julia. Gravissimo un secondo escursionista. Tutti recuperati anche grazie all'elisoccorso[...]

Fonte: Il Piccolo

 

 

Escursionista triestino precipita e muore sullo Jôf di Montasio

31 dicembre 2015 - Marco Gregori, 80 anni, è scivolato a lato del sentiero prima di cadere nel vuoto. Una fine simile a quella di Starkel. [...]

Fonte: Il Piccolo

 

 

Progettista di yacht precipita e muore dalla Creta di Timau

26 dicembre 2015 Paluzza (UD) - La vittima è un triestino di 63 anni, Roberto Starkel, che stava facendo una camminata con gli amici. E’ scivolato per un centinaio di metri. Sul posto, per il recupero della salma, Soccorso alpino, Finanza, Carabinieri e Protezione civile .[...]

Fonte: Il Messaggero Veneto

Il Piccolo

 

 

Quattro alpinisti salvati sul Montasio

31 ottobre 2015 Malborghetto (UD) - Quattro alpinisti slovacchi, tre uomini e una donna di età fra i 45 e i 60 anni, incapaci di proseguire nella salita allo Jof di Montasio e che avevano trascorso la notte a 2.400 metri di quota sono stati portati in salvo questa mattina dalle squadre del soccorso alpino del Cnsas di Cave del Predil e della Guardia di finanza di Sella Nevea, intervenute alle prime luci del giorno con il supporto dell'elicottero della Protezione civile.
I quattro, giunti in auto in val Saisera, venerdì erano saliti percorrendo la via Amalia, ma passati dal versante nord su quello ovest, si sono trovati in seria difficoltà a causa della neve gelata che ricopriva le rocce sul tragitto ed un certo punto, essendo anche privi di ramponi, non essendo in grado di proseguire si sono bloccati.
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Fonte: Il Messaggero Veneto

 

 

Trovato morto l'alpinista sloveno disperso sullo Jof di Montasio

27 ottobre 2015 - Si sono concluse attorno alle 11.45, ad opera del Soccorso Alpino di Cave del Predil e dei militari della Guardia di Finanza di Sella Nevea, le difficili operazioni di recupero della salma dell'escursionista sloveno morto stamani sul gruppo del Montasio, a Malborghetto (Udine). Per la buona riuscita della missione sono stati utilizzati due elicotteri: uno dei velivoli, quello del 118, con il verricello e una calata di 60 metri, ha portato tre tecnici del Soccorso Alpino sul canalone innevato da dove poi la salma è stata imbragata, issata e trasferita all'obitorio di Tarvisio.[...]

Fonte: Il Piccolo

 

 

Escursionisti prigionieri nelle nevi del Montasio a quota 2500 metri

25 ottobre 2015 - CHIUSAFORTE (Udine) - Quatto escursionisti sono rimasti bloccati sulle nevi ghiacciate del Montasio a quota 2500 metri oggi, domenica 25 ottobre. Le operazioni di recupero sono state delicate e molto complesse. I 4 escursionisti, tutti austriaci, hanno lanciato l’allarme verso le 12. Erano usciti dalla via Finderneg e finiti su un lastrone di ghiaccio.[...]

Fonte: Il Gazzettino

 

 

Crolla la passerella, scout giù. Dieci ragazzini feriti

7 agosto 2015 - PIERABECH (UD) - Un gruppo di ragazzini scout vicentini - tutti fra i 10 e i 17 anni con guide al seguito per un totale di circa 30 persone - è precipitato verso le 18.30 da un ponticello della Carnia, a Forni Avoltri, a Pierabech, dopo il crollo sulla passarella sulla quale stavano superando un torrente. Il gruppo si stava facendo una foto di gruppo[...]

Fonte: Il Gazzettino - Notizie free

 

 

Precipita in un crepaccio, alpinista muore sul San Simeone

29 marzo 2015 - BORDANO (UD) - Precipita in un crepaccio durante un'escursione in montagna e muore. Tragedia sul monte San Simeone dove un alpinista del Cai cervignanese, è stato ritrovato nella notte privo di vita dalle squadre del soccorso alpino e dai vigili del fuoco.
Avrebbe compiuto 64 anni oggi Flavio Molinaro, appassionato di montagna, che ieri aveva deciso di fare un'escursione in solitaria. Aveva imboccato il sentiero 839 in una giornata di sole che ha visto in cammino tanti escursionisti. Alle 13 aveva chiamato la moglie. "Sto scendendo, ci vediamo più tardi" le aveva detto prima di rimettersi in cammino....]

Fonte: messaggero veneto

 

 

Escursione sul Montasio, muore a soli 37 anni per un malore

7 marzo 2015 - UDINE - Si è conclusa con una tragedia l’escursione di un giovane 37enne sullo Jôf di Montasio, 2754 metri, in Friuli Venezia Giulia: a quanto pare, gli mancava poco per arrivare sulla vetta, ma un malore lo ha stroncato. [...]

Fonte: montagna.tv; messaggero veneto

 

 

Ritrovato lo scialpinista triestino disperso sul monte Tamai: sta bene

4 marzo 2015 - Trieste - Di Stefano Marchesi, tesoriere dello Sci Cai XXX Ottobre, si erano perse le tracce da pomeriggio. I soccorritori lo hanno trovato alle 2 di notte in buone condizioni all'interno di malga Claupa, dove si era rifugiato. [...]

Fonte: Il Piccolo

 

 

Escursionista muore per un malore sul Lanaro

Colpito da arresto cardiaco mentre stava effettuando una passeggiata con alcuni amici. Vani i tentativi di rianimarlo da parte del 118
24 gennaio 2015 - Trieste - Un escursionista di 75 anni, triestino, è morto per un arresto cardiaco che lo ha colpito mentre si trovava lungo le pendici del monte Lanaro, in Carso. L'allarme è scattato attorno alle 13 ed è stato lanciato da altri quattro escursionisti che si trovavano con la vittima. Sul posto si sono portati i tecnici del Soccorso Alpino di Trieste che hanno raggiunto l'escursionista e hanno provato le prime tecniche di rianimazione assieme allo staff medico dell'elicottero del 118. Nonostante gli sforzi dei sanitari, l'anziano non si è più ripreso. Alle fasi dei soccorsi e del successivo recupero della salma hanno partecipato anche i Vigili del fuoco della squadra Saf di Trieste. Sul posto inoltre i Carabinieri della frazione di Prosecco. Da quanto si è appreso, il gruppo di escursionisti stava effettuando una passeggiata sul Lanaro quando all'improvviso il 75enne si è accasciato, colpito da un arresto cardiocircolatorio.

Fonte: Il Piccolo

 

 

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DE SENECTUTE ALPINA

oppure: vecchio sarai tu

di Silvia Metzeltin

C'è chi nel corso della vita non ha perso il gusto di andare per le montagne e di scalare ghiacci e rocce. Le riflessioni che seguono riguardano questi tipi di lui o lei. Non si riferiscono a chi ha smesso per disinteresse, o perché ha considerato l'alpinismo un investimento fallimentare, o perché ha trovato cose più serie e utili, o magari semplicemente meno faticose e rischiose, in cui impegnarsi. E' da specificare poiché all'alpinista che rimane appassionato sembra inconcepibile che qualcuno smetta, o che qualcuno si senta troppo vecchio per continuare anche quando in fondo gli piacerebbe.

Tuttavia a invecchiare anagraficamente ancora riconoscendosi nella passione attiva, a dispetto di qualche dubbio esistenziale e dei vuoti lasciati dai compagni scomparsi, non sono poi molti, benché il loro numero aumenti gradualmente da almeno un decennio. Se meriti continuare, ognuno può o magari deve domandarsi sul piano individuale se il proprio alpinismo abbia ancora un orizzonte di senso. Le risposte saranno per forza individuali e con mille sfumature. Ma per chi risponde affermativamente, si presenta comunque l'albero decisionale: continuare sì, ma in che modo?

Per l'escursionista la risposta è relativamente semplice. Se ha sempre gradito la socialità e le gite in gruppo, l'offerta oggi è ampia, e comprende perfino eventi di vario genere organizzati nei rifugi. Se invece ha privilegiato intimità e silenzi, a volte può non trovare compagni adatti per la condivisione e diventare un solitario anche suo malgrado. Questa solitarietà ha tuttavia il pregio di permettere una saggia autonomia nella scelta degli itinerari e nella gestione delle fatiche. Inoltre permette di evitare facilmente il cicaleccio delle file in convoglio a chi non lo gradisce.

Invece mantenere l'alpinismo tecnico è più problematico. L'ideale è invecchiare con un compagno di pari forza e intenti, come ho sempre pensato sia ideale iniziare allo stesso modo l'esperienza alpinistica in gioventù. Ma chi sono poi oggi questi vecchi alpinisti, che vecchi sono considerati dagli altri, ma loro non si sentono tali?

L'attribuzione di rigide categorie anagrafiche si diluisce nelle molte forme di frequentare la montagna ed è priva di fondamento. Già da giovani siamo molto diversi per predisposizioni e motivazioni. Considerando come la vita abbia poi plasmato diversamente ogni persona, c'è da concludere che proprio non è lecito rinchiudere gli alpinisti genericamente anziani nella gabbia dei luoghi comuni. Singoli esempi di pensionati, autori di prestazioni ancora ragguardevoli in assoluto sul piano sportivo, sfatano del resto gli schemi stabiliti sull' entità obbligata della rottamazione da correlare con l'anagrafe.

Siccome è meglio accompagnare il rifiuto attivo dei luoghi comuni con buon senso personale, è pure meglio non lasciarsi indurre in tentazione dalle varie offerte di impostazione competitiva spesso medicalizzate. Ho il ricordo allegro, che mi faceva tenerezza, della cordata ginevrina di Loulou Boulaz e Georges De Rham, i quali pur trovandosi su versanti sociopolitici opposti, hanno formato per parecchio tempo una buona cordata autonoma di settantenni che arrampicavano a comando alternato sulle rocce del Salève, quel Salève che per i ginevrini è come la Grigna per i lombardi. Ho invece un ricordo triste di grandi alpinisti sessantenni che si sono appoggiati a professionisti o compagni molto più giovani per tornare a grandi imprese, e ci hanno lasciato le penne. Erano esperti, allenati, preparati, ma... inseguire i sogni alpinistici rinviati in gioventù è aleatorio e rischioso. La sicurezza dell'affidarsi a giovani e perfino guide per tali ricuperi è ingannevole. Un compagno più giovane difficilmente sa valutare le possibilità concrete residue dell'anziano. Men che meno oggi, quando ormai si considera "facile" quanto per la generazione precedente costituiva "il limite delle possibilità umane", mentre i diffusi alti livelli di preparazione atletica creano differenze enormi nelle valutazioni.

D'altra parte, le "rimpatriate" sono deludenti, quando non patetiche. Perché tutto cambia intorno alla montagna, anche se le rocce sono rimaste le stesse, e cercare di rivivere i ricordi è più pericoloso che rimettersi a scalare. In Yosemite, quando Salathé, che da giovane aveva aperto anche vie sul famoso Capitan, è ritornato nella "sua" valle diventata Parco nel frattempo, per rivedere le pareti della gioventù, è stato respinto all'entrata perché, lui che viveva da solo, era accompagnato dal suo cagnolino. Cosa volete: che una guardia sappia di storia dell'alpinismo e abbia riguardo per questo tipo di anziani nostalgici?

Ricordiamoci che continuamente si sostiene che gli anziani sono un peso, e che quelli ancora in giro non servono, che le loro esperienze di vita non sono trasmissibili perché ognuno deve farsi la propria, che le loro conoscenze sono obsolete, quando non semplicemente superate. Insomma, le testimonianze "ai nostri tempi" interessano poco e non servono. Al massimo si può richiamare ai giovani che occorre contestualizzare il passato, che in situazioni storiche mutate le imprese non sono paragonabili.

Se c'è un suggerimento da passare ai giovani, è quello di non rimandare i sogni alpinistici all'età della pensione. Non solo perché ormai loro non sono più sicuri di riceverla, ma non sono neppure certi di arrivare all'età alla quale viene loro eventualmente promessa. E poi, cambiato il contesto, le ascensioni famose vanno mutando attrattiva e valore, secondo i criteri delle generazioni successive, quando cambiamenti geologici o climatici non hanno già aumentato a dismisura il rischio soggettivo della realizzazione.

Con queste considerazioni non sto affatto invitando gli anziani alla rinuncia o alla pura contemplazione, anzi. Mi sembra semplicemente che occorra un' ottica nuova, che lasci comunque emergere la personalità di ognuno in quanto essere unico anche come alpinista nel continuare con la propria attività. Bisogna anche diffidare della limitante retorica dei sentieri e fiorellini che riuscirebbe felicemente a vedere solo chi non è in grado di fare altro.

L'alpinista di azione, a qualunque età, non si riconosce nel "Deserto dei Tartari" buzzatiano e può aprire gli occhi sulle molte novità che favoriscono chi vuole restare attivo. Innovazioni utili nei materiali e nelle tecniche e opportunità di preparazione atletica offrono possibilità concrete per rallentare il calo di efficienza e innescare motivazioni nuove. In tutte le diramazioni sempre più numerose in cui evolve l'alpinismo tradizionale, filone da cui chi è anziano era partito in gioventù, ci sono oggi opportunità da cogliere al volo.

Vorrei riferirmi a una di queste diramazioni, perché in certo senso è la filiazione più vicina, ma anche la più incongruamente messa in discussione in certi ambienti alpinistici: l'arrampicata sportiva. Per me rimane una variante dell'alpinismo, che mi piace definire secondo Giorgetta "alpinismo sole e spit".

Non la chiamo "libera" per non cadere in confusioni storiche. Nella nuova visione di intelligenza motoria, l'aggettivo "libera" si applica a un passaggio anche ben protetto ma che permette il superamento con gestualità non obbligata, altrimenti si dice "vincolata", per esempio dove c'è un solo appiglio da raggiungere e il resto è davvero liscio come il vetro, e chi è troppo alto o troppo piccolo non passerà mai. Vorrei parlarne perché è un caso speciale di alta prestazione che non esclude nessuno in partenza. Permette adattamenti che a prima vista parrebbero proibitivi, benché inizi dove finisce il VI grado codificato e ideologicamente sbarrato della nostra giovinezza.

Così cerco di fermare qualche idea venutami arrampicando a pochi metri da mare, al sole, insieme alle lucertole ma senza la loro abilità. Assaporando la gioia serena della ricerca di armonia nel gesto sportivo. Sportivo, sì, mica lo rinnego. Riconosco la rottura, anche se radice lontana, innescata dal ministero felice di Cassarà, che nell'arrampicata intendeva porre in competizione aperta gli alpinisti, per farla finita con la confusione tra prestazione sportiva e spiritualità.

Certo questa arrampicata è sfuggita verso la specializzazione del sempre più difficile e si è allontanata dall'alpinismo nelle sue prestazioni estreme. Ma l'anziano - e non solo - oggi ne ha a disposizione i benefici "sole e spit". E' abbastanza saggio per risparmiarsi gli strapiombi da cui si esce su appigli per un solo dito. Del resto non ha più bisogno del riconoscimento necessario al giovane e può fare tranquillamente a meno di infilarsi sul 7c, mettendo stupidamente in gioco il suo amor proprio e a repentaglio le sue articolazioni.

Invece sfrutta le buone sicurezze che i giovani hanno piazzato sulle rocce, frequenta perfino le pareti con appigli di plastica, usa la panoplia delle attrezzature leggere e variopinte che si rinnovano ogni anno. Intanto scopre che il gioco più bello è quello che oggi si può concedere proprio lui, perché adesso davvero scala per divertirsi e si è affrancato da mode o etiche di turno. La sua piccola sfida personale di fronte alle difficoltà dei passaggi rimane impegno sorridente.

Se si afferra a un chiodo con il gesto che un giovane percepisce e bolla come una vergogna, l'anziano adatta la famosa affermazione di Livanos "meglio un chiodo in più che una vita di meno, soprattutto se la vita è la mia", al più riduttivo ma ugualmente valido "meglio attaccarsi al chiodo che scivolare via, dato che la gamba è la mia".

Perché fortunatamente per lui non è d'obbligo trovare il coraggio di volare per diventare più bravo, né di "superare i propri limiti" per "diventare qualcuno". Lasciamolo a chi ha ancora da strutturare la vita più lunga che ha davanti, e risparmiamoci il sottile subdolo commento "per essere vecchio,...". I limiti si conoscono, si rispettano, le articolazioni dolenti richiamano già lo scarso rispetto avuto per tanti anni.

Volare agli alpinisti non è mai piaciuto e uno in fondo rimane alpinista anche quando arrampica sopra la sabbia in costume da bagno. Perciò evita di farsi del male, visto che gli è sempre andata bene in montagna. L'arrampicata "sole e spit", a parte il concetto del volo per migliorare l'abilità, implica poco rischio, niente rispetto all'alpinismo tradizionale. Magnifico, da non smettere mai, fino al nostro ultimo giorno.

Quando ho detto all'intramontabile amico Ulisse (viaggia verso l'ottantina) che vorrei comunque "morire in piedi", mi ha risposto: "In piedi? Ma va, sugli sci o in parete!" Confortante, ma per durare così fino a quella conclusione bisogna non smettere mai. Perciò procedere con riguardo, e frenare determinati l'inesorabile rottamazione. Ci rimane a disposizione il mezzo più potente della nostra vita, lo stesso che ci ha guidato in gioventù: non lasciarci fuorviare dai paradigmi dei benpensanti e salvare testardamente il nostro alpinismo personale in autonomia di passione e di giudizio.

Non dare retta alle "evidenze" delle statistiche vuol dire sapersene fare un baffo anche della saputa autorevole sentenza "Lei alla sua età cosa vuole mai" benché ciò possa risultare molto più difficile del 7c. Però la forza per superare questo tipo di difficoltà la possiamo attingere in quella che abbiamo consolidato nel nostro alpinismo quando non era unicamente "sole e spit" e che rimane alla base di tutto.

Silvia Metzeltin


La Rivista n. 6 - Maggio/giugno 2007


A proposito di "vecchietti"... vedi qui

 


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