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Il positivismo francese e inglese








Presupposti e caratteri

Radici illuministe: laicità e secolarizzazione del sapere; razionalismo antimetafisico congiunto allo sperimentalismo (già Voltaire aveva contrapposto il genio sperimentale di Bacone, Locke e Newton agli eccessi metafisici di Cartesio); idea di progresso e ottimismo; ideale enciclopedico che ricapitola e cataloga le conquiste conoscitive (elemento che sarà presente anche nell’idealismo).
Radici idealiste: anche se si rifiuta la dialettica in quanto costruzione metafisica, si accetta la antropizzazione del mondo interpretandola però su un piano pratico-sociale e tecnico (è un mondo umano e sociale, non dello Spirito); allo stesso modo si accetta il determinismo storico-sociale (che diventa filosofia della storia).
Differenze rispetto a illuminismo e idealismo: il positivismo viene dopo Kant e dopo il romanticismo e deve combattere il tentativo idealista di risolvere tutta la realtà nello Spirito; non vi sono sensismo e deismo, né la fiducia nella ragione come tale (anche in funzione autocritica) bensì nella ragione come metodo della scienza (in funzione scientista).

Allora i caratteri del positivismo possono essere così espressi:

  1. forte preminenza delle scienze e del sapere scientifico;
  2. contrapposizione fra reale e chimerico, cioè fra ragionamenti o fatti positivi (osservabili e controllabili) e sistemi astratti (teologici o metafisici, cioè non scientifici);
  3. obiettivo non solo conoscitivo e teorico, ma soprattutto pratico e sociale del sapere;
  4. fiducia nel progresso ottenibile come ovvia (necessaria) conseguenza dello sviluppo delle scienze positive che man mano scopriranno tutte le regolarità della natura;
  5. il sapere deve essere comunicato soprattutto nei suoi aspetti tecnici, anche alle classi più umili, sempre nella prospettiva del progresso (Comte arriverà a proporre un «Catechismo positivista» in cui santi e festività sono scienziati e anniversari delle scoperte scientifiche).


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Alcuni autori

Comte (1798-1857) individua nella storia dell’umanità, delle conoscenze dell’individuo e delle scienze tre stadi: teologico (o fittizio) che considera gli agenti soprannaturali come cause; metafisico (o astratto) che si basa su enti astratti; positivo (o scientifico) che giunge a leggi.
La classificazione delle scienze va dalla matematica alla sociologia (il cui obiettivo era già stato fissato da Saint-Simon nella ingegneria sociale) secondo i criteri della generalità decrescente e della complicatezza crescente. Ne viene esclusa la psicologia che, per definizione, non potrà mai essere una scienza positiva (osservativa).

Mill (1806-73) cerca di collegare l’empirismo della tradizione inglese al positivismo: ogni conoscenza parte dall’esperienza fattuale (che è un rapporto costante e oggettivo della coscienza con i fatti reali) per arrivare attraverso le due relazioni fondamentali di «somiglianza e dissomiglianza» e di «simultaneità e successione» a una «chimica psicologica» (è più una logica che psicologia) con cui si elaborano le idee.
In campo scientifico è sempre l’esperienza che garantisce la presenza del legame causale fra i fatti e la loro regolarità fornendo così la base al ragionamento induttivo della scienza, che viene realizzata secondo precise regole procedurali. L’induzione lavora su cognizioni particolari generalizzandole per rassomiglianza (cioè analogia); mentre viene criticato il procedimento inverso, dal generale al particolare, cioè quello dell’argomentazione o del sillogismo1.
Come Comte si occupa di sociologia, Mill analizza le «scienze morali»: libertà e necessità coesistono nell’agire dell’uomo in quanto nessuna delle due è assoluta; dunque sociologia o storia possono individuare connessioni causali e regolarità nell’agire ed essere scienze senza formulare leggi assolute (che sono tipiche, invece, della fisica o dell’astronomia, ma non della meteorologia che come la sociologia ha a che fare con un grosso numero di «cause concorrenti»).

Spencer (1820-1903), sviluppando l’evoluzionismo di Darwin (1809-82), afferma sia per la realtà fisica sia per quella biologica la legge dell’evoluzione: «un processo che va dal semplice al complesso, dall’indefinito al definito, dall’omogeneo all’eterogeneo»; in questa legge rientra a pieno diritto e più esplicitamente che in Mill la psicologia. L’ottimismo di Spencer non però acritico: nonostante il progredire delle conoscenze, «lo scienziato sa con certezza che nulla può essere conosciuto nella sua ultima essenza» (Primi principi, § 21); tuttavia la sua legge è contraddetta dal principio dell’entropia (termodinamica): proprio dagli sviluppi delle scienze fisiche vengono le disconferme di alcuni assunti del positivismo.



- note -

1. A margine vorrei osservare come la considerazione data da Aristotele sulle conoscenze del mondo sublunare e sulla analogia non siano così diverse da queste: ci si deve basare sulla capacità dell’intelletto nell’individuare il contenuto delle premesse del sillogismo. So che «nessun pesce respira» o che «tutti i mammiferi allattano» perché ho fatto una generalizzazione sulle mie esperienze particolari.

Domenica, 24 novembre 2002

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