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L'esecuzione del primo taglio di sgrossatura puo' giovarsi dell'uso
di fresa a disco a spessore sottile in luogo di una fresa biconica
a piena penetrazione, utilizzando un centro di lavoro invece di una
macchina dentatrice
(fig.33A)
(fig.34U)
.
Facendo temporaneamente riferimento alle tecniche tradizionali,
sia le dentatrici a creatore, sia i centri di lavoro con tavola rotante
e testa inclinabile possono montare delle frese biconiche a inserti,
con taglienti lungo le generatrici, disposte in centro pezzo e dotate
di moto relativo elicoidale rispetto al pezzo.
In questa condizione il gruppo utensile-mandrino-testa risulta
penalizzato dalla nesessita' di evitare interferenza con il cilindro
di troncatura esterno, che si dispone con un notevole ingombro
specialmente nel caso di ruote dentate di notevole diametro.
Si tratta inoltre di un tipo di lavorazione caratterizzata da una
non razionale utilizzazione dei taglienti, in termini di moto relativo
di taglio e variabilita' della velocita' di taglio lungo il profilo.
Se si considera il metodo di sfaccettatura discreta, il centro di
lavoro consente in piu' di operare anche con frese a disco su piani
comunque tangenti all'evolvente, a pezzo fermo.
Qualora l'angolo di elica e la lunghezza di fascia siano ridotti, cosi'
come qualora il numero di denti sia elevato, la asimmetria nella
distribuzione del sovrametallo nelle sezioni estreme risulta contenuta
ed e' comunque possibile frazionare la lavorazione fino ad ottenere
una variabilita' considerata soddisfacente.
Dal punto di vista geometrico, la fresa percorre esattamente il
fianco di una cremagliera coniugata virtuale, con il pezzo disposto
in modo che il piano contenente tale fianco risulti parallelo
all'asse macchina Z ovvero al piano frontale della fresa orientata.
Poiche' nel caso di ingranaggi elicoidali tale cremagliera coniugata
ha un contatto simmetrico solo su un unico livello assiale (ad esempio
in mezzaria della fascia dentata), all'allontanarsi da tale livello la
costanza di orientamento della cremagliera coniugata si traduce in una
variabilita' di orientamento del piano tangente rispetto all'asse del
vano dente, che ha direzione variabile al variare del livello assiale.
Questa variabilita' di orientamento rispetta comunque la legge di
rotolamento e produce quindi superfici comunque esattamente tangenti
seppur su punti diversi del profilo.
Il vantaggio insito in questo metodo consiste nella possibilita'
di posizionare l'utensile lateralmente per cui l'ingombro della testa
orientata e del mandrino portafresa risulta meno vincolante.
A cio' si somma la possibilita' di utilizzare utensili normalizzati, di
agire con un moto di taglio piu' razionale, di operare con utensili di
diametro ridotto con beneficio sulla coppia motrice e sulle
sollecitazioni dei componenti.
Inoltre, soprattutto nel caso di dentature diritte o poco inclinate, e'
possibile decidere su quale punto del profilo eseguire il taglio
tangente, in modo da mediare convenientemente i valori di sovrametallo
massimi al piede e in testa: l'adozione di frese biconiche con angolo
pari all'angolo di pressione produce generalmente un eccesso di
sovrametallo in testa quando si abbiano forte spostamento di profilo o
ridotto numero di denti.
L'effetto combinato della lavorazione su entrambi i fianchi comporta,
per moduli elevati o ridotti spessori di utensile, la rimozione di un
monolite a sezione triangolare al quale corrisponde un volume di
materiale asportato senza formazione di truciolo, con evidente
vantaggio sui consumi di energia, inserti e lubrorefrigerante.
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