Edizione del 31:05:2011 |
Eventi |
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Continua la nostra battaglia per il “diritto alla vita” di tutti gli esseri viventi siano essi animali che umani. Per anni abbiamo sostenuto che anche gli animali avessero un’anima , contrapponendoci alle ottuse convinzioni diffuse e generalizzate che attribuivano l’anima solo agli uomini. Per anni abbiamo sostenuto che in un mondo veramente libero e non libertino tutti , indistintamente , debbano poter godere degli stessi diritti ed osservare gli stessi doveri. Abbiamo sostenuto che l’interiorizzazione di una legge non significa privarsi della libertà quanto piuttosto saper accettare la prima fondamentale regola del vivere civile. L’uomo , purtroppo con il trascorrere del tempo , si è tanto più imbruttito quanto più tecnologicamente è avanzata la società. In un mondo di interessi , dove la prima regola sembra quella del vivere sempre meglio anche a scapito degli altri , sembra non esserci più posto per i sentimenti , per l’amore. Gli animali non chiedono pietà , ma amore : vivranno pur di istinto ma sicuramente sanno ricambiare molto meglio di noi quello che ricevono. Chi arreca danno ad un animale , chi viola il diritto alla vita di un animale , deve essere immediatamente segnalato alle Forze dell’Ordine perché è un reato maltrattarli. Abbiamo incontrato umanità e professionalità in questi ultimi tempi tra giovani medici veterinari : in prima linea sempre disponibili che svolgono la loro attività come missione e non come semplice professione. Un caloroso ed affettuoso ringraziamento al Dottor Albano Gennaro da Nola , al Dottor Tranchese Giuseppe da Mariglianella, al Dottor Carrella Antonio da San Gennaro Vesuviano. G.D.P. |
Il coraggio di essere un cane e di vivere in un mondo senza cuore. Capire e farsi capire , amare per essere amato. Vivere essendo un cane non significa vivere “da cani” ma vivere amando la vita e rispettando la morte. |
Rifiuti e rischio di tumore nel cane e nel gattoPiù frequenti le neoplasie canine nelle aree del Napoletano con presenza di discariche abusiveNelle persone residenti nelle zone attorno a Napoli caratterizzate da discariche abusive e incenerimento illegale dei rifiuti, è stata documentata una maggiore prevalenza dei tumori. Uno studio (“Association between Waste Management and Cancer in Companion Animals” J Vet Intern Med. 2009 Mar 6; PubMed) ha ipotizzato che anche il rischio di tumore nel cane e nel gatto possa essere associato alla gestione dei rifiuti. Lo studio caso-controllo incentrato sulla popolazione clinica di Napoli (rischio basso) e delle città confinanti con discariche abusive (rischio elevato) ha analizzato 453 cani e gatti affetti da tumori e 1554 animali esenti da neoplasie. È stata calcolata la odds ratio (OR) tra aree a basso e alto rischio per tutti i tipi di tumori.È stato individuato un rischio neoplastico maggiore nei cani, ma non nei gatti, residenti nelle aree a rischio elevato (OR: 1,55; intervallo di confidenza 95%: 1,18–2,03; Po.01). Nei cani di queste zone, il tumore più frequente era il linfoma, con un rischio di 2,39 volte superiore. Il rischio di mastocitoma e tumori mammari non differiva tra cani residenti in aree ad alto o basso rischio.Le emissioni prodotte dalle discariche abusive di rifiuti, secondo quanto emerso dallo studio, aumentano il rischio di tumore nei cani residenti nelle zone ad alto rischio. Un'aumentata prevalenza di linfoma è stata in precedenza riconosciuta nelle persone che vivono in vicinanza delle discariche abusive. Gli studi epidemiologici dei tumori spontanei del cane potrebbero dunque suggerire un ruolo dei fattori ambientali nella carcinogenesi canina e umana e predire i rischi sanitari per l'uomo, nonché spingere ad una coscienza più ecologista cittadini e politici deputati al controllo ed allo smaltimento dei rifiuti. Giuseppe Tranchese
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Uno degli articoli dell’Università di Bari descrive quattro episodi di epatite infettiva canina (ICH) verificatisi in Italia tra il 2001 ed il 2006, tre dei quali in canili del Sud e uno in due cuccioli di razza importati dall’Ungheria. In tutte le epidemie si identificava mediante isolamento e PCR l’Adenovirus canino tipo 1 (CAV-1). Lo studio mostra come CAV-1 sia attualmente circolante nella popolazione canina italiana e come sussista ancora la necessità di una profilassi vaccinale. Un secondo articolo mostra come in Italia circolino almeno tre ceppi di virus del cimurro canino (CVD), uno dei quali di origine artica. Il terzo articolo descrive l’utilizzo della Hemi-nested PCR per la genotipizzazione dei ceppi di CVD, metodo che potrebbe essere utilizzato per gli studi epidemiologici, giacché il commercio illegale o incontrollato di animali può modificare l’epidemiologia virale introducendo nuovi ceppi in aree CVD native oppure causando la riemergenza di CVD in aree in cui la malattia è controllata da una profilassi efficace. Giuseppe Tranchese |
Cani dall'Est: cimurro ed epatite tra i rischi sanitari?Introduzione di nuovi ceppi virali o ricomparsa di malattie sottoposte a profilassiLe ripercussioni sanitarie legate all'importazione illegale di cani di razza dai Paesi dell'Est Europeo sono numerose e serie. Malattie come il cimurro, le rogne e i parassiti intestinali sono favorite dal commercio illegale di questi cani, movimentati in età troppo tenera. Oltre al cimurro, è verosimilmente imputabile ai cani provenienti dall’Est europeo anche la ricomparsa in Italia dell’epatite infettiva canina. Alcuni recenti articoli prodotti dalla facoltà di Medicina Veterinaria di Bari (Dipartimento di sanità e benessere animale) segnalano l'introduzione sul territorio nazionale di ceppi virulenti del virus del cimurro e dell'adenovirus del cane tipo 1 (responsabile dell'epatite infettiva). Si evince in particolare dai suddetti articoli che l'importazione illegale di cani dai Paesi dell'Est è stata associata all'introduzione in Italia di ceppi del virus del cimurro tipici dell'ecosistema artico, nonché alla ricomparsa in Italia dell'epatite infettiva canina, malattia che, come accaduto negli altri paesi dell'Europa Occidentale, avrebbe dovuto essere debellata a seguito dell’ assidua profilassi vaccinale. |