Ergonomia
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La
parola ergonomia, coniata nel 1949, è ormai nota e molto utilizzata,
anche se per il suo significato vero e profondo sfugge ancora a molte
persone, e ciò non tanto perché i concetti che la contraddistinguono
siano di difficile comprensione, quanto piuttosto per la sua natura
interdisciplinare che la configurano presso il pubblico come un sapere
non consolidato. Molti
ritengono che l’ergonomia preesista alla sua stessa nascita e
affermano che l’uomo ha fatto sempre dell’ergonomia quando,
producendo egli stesso gli utensili che gli necessitavano per le sue
attività, li ha prodotti perfettamente adatti all’uso per il quale
erano stati destinati. Questi strumenti possedevano tutte le
connotazioni per essere definiti a pieno titolo ergonomici, in quanto
essi erano conformi alle caratteristiche fisiche dell’utilizzatore. L’uomo
produttore degli utensili per sé stesso, riunisce in sé tutto il
sapere necessario al raggiungimento dello scopo e ne opera naturalmente
la sintesi durante la concezione e la produzione dello strumento. Non ha
certo bisogno dell’ergonomia perché l’interdisciplinarietà è in
lui. L’uomo moderno è molto distante da questa naturalità e deve
quindi delegare la predisposizione degli strumenti che gli necessitano
ad una pluralità di soggetti. Ne deriva che è necessario che venga
innescata una metodologia specifica per conoscere l’uomo, le sue
caratteristiche, le sue esigenze e le sue abitudini, in altre parole
l’ergonomia, se si vuole che gli strumenti gli corrispondano. L’ergonomia acquisisce dignità di scienza verso la metà del novecento in Inghilterra, diffondendosi velocemente nel resto del mondo e destando un interesse via via crescente in Italia. In questa sezione si analizzeranno nel dettaglio i vari aspetti dell'ergonomia, dandone, per quanto possibile, definizioni chiare ed esaustive, evidenziandone il contenuto interdisciplinare e il carattere metodologico.
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