Ergonomia e qualità

 

La progettazione ergonomica si pone come obiettivo la realizzazione di oggetti di qualità adatti all’uomo.

Spesso si intende per qualità del progetto la sua rispondenza alle specifiche richieste, indipendentemente dal fatto che esse rispondano o meno ai bisogni reali dell’utente, ai bisogni indotti o a scelte puramente commerciali. E’, quindi, già nelle specifiche che sono insite scelte che influenzano pesantemente la qualità globale dell’oggetto.

L’ergonomia contrappone a questo atteggiamento la qualità ergonomica, che è la rispondenza dell’oggetto alle reali esigenze funzionali e alle caratteristiche psico-fisiologiche degli utenti.

Il design ergonomico agisce cioè attivamente nel definire l’oggetto attraverso l’analisi dell’utenza, delle sue caratteristiche e dei suoi bisogni reali. La normativa si inserisce in questa fase per valorizzare o imporre le qualità non esplicite, cioè non riconoscibili attraverso l’esperienza comune.

In questi ultimi anni il dibattito culturale sul disegno industriale e sull’ergonomia ha messo in evidenza la tendenza a dare una crescente importanza all’integrazione dell’ergonomia con il design e l’innovazione.

 Ad esempio T.H. Thomsen (1990) [17]indica, fra l’altro, che il buon design conferisce utilità al prodotto, lo rende autoesplicativo ed è rispettoso dell’ambiente. Altri fattori citati da Thomsen per un prodotto di buon design enfatizzano gli aspetti psicologici del rapporto prodotto-utente, come l’essere studiato dal punto di vista ergonomico, dare l’idea di unicità, venire identificato da parte dei consumatori, generare fiducia di per sé, avere una ottima interfaccia uomo-macchina, tener conto degli aspetti psicologici. Egli cita come importanti anche alcuni criteri di qualità pratica, come le proprietà di maneggevolezza, la facilità di pulizia, il rumore.

L’ergonomia non deve essere considerata come un apporto secondario al design nel campo dell’antropometria, e nemmeno come elemento genericamente qualificante l’oggetto.

Il design ergonomico deve essere considerato come un metodo per affrontare i temi progettuali, ponendo al centro l’uomo. Si sviluppa con ricerche, progettazioni, e verifiche legate da interazioni reciproche in un unico iter mirante alla definizione di oggetti e sistemi adatti all’uomo e in grado di soddisfarlo.

Il mercato attuale ha imposto l’imperativo del perseguimento della qualità indipendentemente dalle condizioni di prezzo, perché è mutato il significato stesso della parola qualità. La qualità non è più la rispondenza di un prodotto alle specifiche di progetto, quanto piuttosto, la soddisfazione del cliente.

La qualità è  un coacervo di significati e definizioni, che la progettazione deve indirizzare verso il terreno dell’ergonomia, nel tentativo, non mistificatorio, di raggiungere una qualità che possa definirsi ergonomica e possa comprendere gli attributi della qualità dianzi accennati.

La norma ISO 9241 parla di qualità ergonomica di un oggetto a proposito dell’uso da parte di un determinato soggetto in un determinato ambiente, intendendo, con questo, che la qualità ergonomica non è un attributo dell’oggetto ma è un attributo dell’uso dell’oggetto.

La qualità ergonomica di un prodotto industriale si riferisce all’utilizzatore, al compito, alle attrezzature, all’ambiente fisico e organizzativo. Queste affermazioni sembrano escludere che si possano definire le qualità ergonomiche dei vari oggetti e, a maggior ragione, certificarle. È chiaro tuttavia, che è sempre possibile conoscere, valorizzare e diffondere le qualità ergonomiche dei prodotti industriali operando sulle caratteristiche, sui parametri e sulle qualità degli oggetti.

Le caratteristiche ergonomiche dei prodotti sono il frutto di un primo livello di indagine che si riferisce alla generalità degli ambienti, degli usi e degli utenti e si riferiscono a quegli aspetti che influenzano, positivamente o negativamente, il rapporto tra l’oggetto e la generalità dei possibili utilizzatori. Le caratteristiche ergonomiche devono essere associate a dei parametri ergonomici, che sono i criteri atti a misurare, valutare o giudicare in termini obiettivi le caratteristiche ergonomiche dei prodotti. 

Il primo livello fornisce gli strumenti per operare ad un secondo livello, che consente di definire le qualità ergonomiche degli oggetti. Esse non sono più legate ad una generalità di condizioni, ma a specifiche situazioni d’uso da parte di determinati utenti e in determinati contesti ambientali. La qualità ergonomica dei prodotti si determina verificando gli effetti positivi o negativi delle caratteristiche ergonomiche in determinate condizioni e si valuta attraverso i parametri ergonomici.

Le caratteristiche ergonomiche sono gli aspetti in grado di influenzare la qualità del rapporto fra i prodotti e la generalità degli utenti. Le caratteristiche ergonomiche possono essere valutate e trasmesse solo se sono espresse da parametri che indichino e specifichino con quali metodi, strumenti e unità di misura esse possono essere descritte in termini obiettivi. I parametri ergonomici sono quindi i criteri per misurare, valutare o giudicare le caratteristiche ergonomiche dei prodotti. Essi devono far riferimento al patrimonio di conoscenze delle varie discipline afferenti l’ergonomia e solo in assenza di riferimenti soddisfacenti si renderà necessario definire nuovi parametri.