TIPI
DI CELLE
Le celle a
combustibile si possono classificare a seconda dell’elettrolita
adoperato e in base alla temperatura di esercizio.
► Celle PAFC (Phosphoric
Acid Fuel Cell)
Le celle ad acido
fosforico (PAFC), in principio, sono state preferite
alle altre celle a bassa temperatura per la buona
disponibilità ad essere alimentate con miscele gassose
provenienti da processi di reforming di idrocarburi
piuttosto che con idrogeno puro. Per ottenere una
buona conducibilità ionica è richiesta una temperatura
di esercizio di circa 200 °C che consente di tollerare
1÷2% di CO presente in ingresso alla cella. La
presenza di monossido di carbonio (CO) oltre a
determinate percentuali provoca un avvelenamento dei
catalizzatori ed una diminuzione del rendimento di
cella.
Le celle PAFC usano come elettrolita una soluzione
costituita al 100% di acido fosforico (H3PO4)
contenuto in una struttura a matrice amorfa realizzata
in PFTE (politetrafluoroetilene) e carburo di silicio.
Gli elettrodi sono realizzati con una struttura porosa
in PFTE su supporto di carbone su cui è depositato del
platino che viene usato come catalizzatore.
I combustibili utilizzati sono gas naturale, metanolo,
GPL ed oli leggeri.
L’efficienza elettrica di questi impianti è compresa
tra il 36% ed il 45%.
I maggiori problemi di questa tecnologia, oltre agli
elevati costi rispetto a quelli dei sistemi
convenzionali, sono costituiti dall’elevata
polarizzazione catodica e dal continuo controllo
necessario per mantenere costante la concentrazione
dell’acido.
► Celle AFC (Alcaline Fuel Cell)
Le celle alcaline (AFC)
sono state sviluppate soprattutto per applicazioni
speciali in campo militare e spaziale.
Esse operano a bassa temperatura, 90÷100 °C, ed usano
come elettrolita una soluzione acquosa di idrossido di
potassio (KOH) con concentrazione variabile dal 35%
all’85%. Gli elettrodi, realizzati in PFTE, contengono
elevate percentuali di metalli nobili che fungono
anche da catalizzatori (platino, palladio, oro per il
catodo ed argento per l’anodo).
La principiale limitazione delle AFC è la bassa
tolleranza alle impurezze presenti nei gas reagenti.
Gli ioni OH- reagiscono con i composti del carbonio
(CO, CO2), anche se presenti in tracce, alterando la
concentrazione dei portatori di carica e rendendo
problematico l’uso di gas di sintesi ottenuti con
processi di reforming e della stessa aria. Ciò rende
necessario operare con gas di estrema purezza. Perciò,
pur avendo rendimenti che possono arrivare al 60%, le
applicazioni pratiche delle AFC sono scarse. |