► Sistemi basati sul
carbonio
Le nanostrutture di carbonio scoperte nel 1991 stanno
dimostrando ottime capacità di adsorbimento
dell’idrogeno.
Le molecole gassose dell’idrogeno, in determinate
condizioni di temperatura e pressione, vengono
adsorbite nei pori microscopici presenti sulla
superficie dei grani di carbonio. L’idrogeno rimane
intrappolato nelle cavità del materiale e viene
rilasciato solo quando viene aumentata la temperatura.
Le nanostrutture di carbonio si possono dividere in
nanofibre di graffite ed in nanotubi di carbonio.
Le nanofibre di graffite (GNF) sono delle strutture
fibrose formate da lamine di graffite allineate in una
direzione prestabilita. Esse si possono dividere a
seconda dell’angolo esistente tra l’asse del filamento
ed il piano degli strati di graffite.
I nanotubi di carbonio si dividono in nanotubi a
parete singola (SWNT) e a parete multipla (MWNT).
I nanotubi a parete singola sono dei tubi di carbonio
formati da uno strato di graffite arrotolato su se
stesso a formare un cilindro, chiuso alle due
estremità da due calotte emisferiche.
I nanotubi a parete multipla sono chiamati cosi perché
sono costituiti da più nanotubi a parete singola
concentrici.
Le principali proprietà delle nanostrutture sono:
elevata resistenza meccanica; estrema sensibilità ai
campi elettrici; buona conduttività.
TECNOLOGIE DI TRASPORTO
► Trasporto
dell’idrogeno compresso
L’idrogeno come gas compresso può essere trasportato
con mezzi stradali, ferroviari o gasdotti.
Le autocisterne, di solito, sono costituite da diversi
cilindri in pressione realizzati in acciai speciali.
Questo sistema, come quello ferroviario, è idoneo per
il trasporto di modeste quantità di idrogeno (50÷500
Kg).
L’idrogeno compresso può essere trasportato anche in
gasdotti simili a quelli utilizzati per il gas
naturale. Tuttavia, a parità di diametro dei tubi e di
condizioni operative, la quantità di idrogeno
trasportabile è inferiore a quella del gas naturale a
causa della sua minore densità. Inoltre, essendo la
densità energetica in volume dell’idrogeno tre volte
inferiore a quella del metano, occorre pompare tre
volte tanto per ottenere lo stesso contenuto
energetico.
► Trasporto dell’idrogeno liquido
L’idrogeno liquido può essere trasportato con mezzi
stradali, navali e ferroviari, oppure in specifici
oleodotti. Nei primi tre casi vengono generalmente
utilizzati serbatoi criogenici a doppia parete con
vuoto d’aria per assicurare il massimo isolamento
termico. Il trasporto in forma liquida è molto più
efficiente di quello in forma gas compresso,
specialmente nel caso di notevoli quantità.
Il paese più attivo per quanto riguarda il trasporto
navale è il Canada. Proprio per questo paese è stata
progettata una nave per il trasporto transoceanico
dell’idrogeno.
Il trasporto
dell’idrogeno liquido in oleodotti appositamente
costruiti è conveniente solo nel caso si debbano
coprire piccole distanze (Max 40 Km). Le tubazioni
utilizzate, infatti, devono essere isolate per tutta
la loro lunghezza allo scopo di mantenere le
temperature criogeniche richieste.
SICUREZZA NELL’USO DELL’IDROGENO
Abitualmente, l’uso
dell’idrogeno è spesso associato ad eventi
catastrofici: l’esplosione del Challenger Space
Shuttle avvenuta nel 1986 pochi minuti dopo il lancio,
l’incendio del dirigibile Hindeburg nel 1937, oppure
peggio ancora, i terribili effetti della bomba H
sperimentata nel dopoguerra come arma di distruzione
di massa. Di contro, si pensa all’idrogeno come un gas
ecologicamente pulito che pertanto non presenta alcun
problema di sicurezza.
L’idrogeno non è né più né meno pericoloso di altri
combustibili come la benzina o il gas naturale ma le
sue proprietà sono uniche e pertanto deve essere
opportunamente maneggiato e controllato.
Si può dire, che i pericoli associati con l’uso
dell’idrogeno possono essere di tipo:
◊Fisiologico (pur
non essendo tossico, può provocare difficoltà
respiratorie ed asfissia, in forma
gassosa; bruciature e congelamento in forma liquida)
◊Fisico (guasto nei
componenti ed infragilimento)
◊Chimico (incendio)
Comunque, il rischio principale è la formazione di
miscele infiammabili o detonanti che danno luogo ad
incendi ed esplosioni. A pressione atmosferica e
temperatura ambiente, l’energia minima di innesco,
affinché l’idrogeno si infiammi, è di circa un ordine
di grandezza inferiore a quella di altri combustibili.
La detonazione dell’idrogeno può avvenire solo nel
caso in cui esso si accumuli in un ambiente chiuso e
non si inneschi prima la combustione. In questo caso,
il suo contenuto esplosivo sarà tre volte inferiore a
quello di una uguale quantità di metano.
L’idrogeno, inoltre, è un gas inodore e, pertanto,
eventuali fughe non possono essere rilevate dall’uomo
se non tramite l’aggiunta di odoranti. In più, alla
luce del giorno la fiamma dell’idrogeno è invisibile
ed il suo calore non viene percepito facilmente dato
che è circa 10 volte inferiore a quello di altri
combustibili, a causa dell’assenza di particelle di
fuliggine. |