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Archivio Fotografico di Giorgio Croce
- L'Abbazia dei Fieschi - San Salvatore di Cogorno - 2








Sopra: facciata, le tamponature delle navate laterali con l'oculo; la muratura in perta ardesiaca locale con paramento bicromatico bianco e grigio
San Salvatore dei Fieschi quanto a Icnografia e facciata costituisce un modello per i successivi edifici religiosi a Genova e nella Riviera di Levante. Punti essenziali di questo modello sono un unico ingresso con protiro poco aggettante, una grande finestra circolare traforata da un ricco ed elaborato rosone, il paramento in corsi bianchi e neri, che in San Salvatore cominciano solo da una certa altezza in su, i due oculi in facciata a dar luce alle navate laterali.
Del romanico genovese sono conservate perfettamente identiche le cornici di archetti con la soprastante linea-fregio dei corsi di pietre a dente di sega, dato che in ambito genovese si era affermata una precoce tendenza a rendere i fornici più acuti - ogivali -, questo sin dal XII secolo.
Gli archetti sono affiancati da piccole sculture marmoree simboliche, testine umane e figure, poste o nei pieducci o racchiuse nel cavo dell'archetto. Attorno al rosone, disposti simmetricamente nelle due lesene centrali, sono quattro fregi con gli Evangelisti.
Tutti questi elementi costituiscono i l'insieme puntiforme della decorazione scultorea dell'edificio, che vuole allo stesso tempo essere preciso richiamo al passato, al feudalesimo dei possessi dei Fieschi, ed anche, in scala internazionale, dato che si tratta di esponenti di questa famiglia poi divenuti pontefici, un atteggiamento di opposizione (con un richiamo al passato) al classicismo fredericiano.
Quanto al primo intento a dare una motivazione storico-politica all'edificio furono le rivendicazioni di famiglia dei Fieschi, rivestite di colore e stile genovese andando di pari passo l'egemonia familiare nell'entroterra feudale e rurale con l'ascesa nella gerarchia del Comune.
L'abbazia ebbe redditi e privilegi, le fu sottoposto un territorio circostante con due chiese ed il ponte sull'Entella, tutte opere precedentemente costruite dai Conti di Lavagna. Sempre per gli stessi motivi Innocenzo IV sottrasse San Salvatore alla diocesi di Genova, assogettandolo direttamente alla Santa Sede alla quale spettava di stabilirvi un preposto eletto direttamente dal pontefice e coadiuvato da sei canonici da lui scelti. Debole ma significativo baluardo dei Conti a Genova, la sua presenza garantì certi aspetti consuetudinari del mondo feudale privilegiando quindi il territorio rurale per la residenza e il luogo di culto, questo benchè nel costruito architettonico adotti tipologie e caratteri propri dell'ambiente cittadino comunale.
Quanto al secondo intento, richiesto dal fatto che l'ascesa al soglio pontificio di personaggi fliscani ampliava il raggio operativo di un tale intervento, il supporto ideologico era nel doversi rifare all'elemento pauperistico preso ad emblema dagli ordini mendicanti, rappresentando esso un genere di vita alternativo a quella corrotta della città. Da qui le motivazioni del gotico che fiorisce a Genova nel Duecento, dove il rifiuto del sovrabbondante riunirà il sentire del "popolo" del Comune con quello di francescani, domenicani, agostiniani, questo nei complessi cittadini di San Francesco, Sant'Agostino, San Domenico.
Dal punto di vista della tecnica muraria San Salvatore è costruito quasi totalmente in ardesia locale. Si tratta di spesse lastre in ardesia ravvicinate e disposte a coltello nelle volte del presbiterio. Questo uso della pietra ardesiaca ha riscontri in epoca romanica nel Levante genovese - si tratta di un insieme disoluzioni soprattutto tecniche dovute al materiale locale, e alle conoscenze e capacità di sfruttarne le peculiarità - con Sant'Ambrogio di Uscio.








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elaborazione grafica
Giorgio Croce
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