Se in una teoria
scientifica come la quantistica i simboli che si individuano sono di
tipo scientifico, nel passaggio alla psicoanalisi sulla cui natura si
potrebbe discutere molto, nemmeno la natura del simbolo che in essa si
può individuare è molto chiara.
Per Popper la psicoanalisi era una pseudoscienza, Freud era invece
convinto della validità scientifica e terapeutica della sua teoria.
Proprio perché la sua teoria avesse anche una funzione curativa egli
dall’analisi individuale di ogni singolo paziente trovava elementi per
formare un patrimonio di conoscenze generali.
Uno di questi elementi è il simbolo, come deformazione onirica
dell’inconscio.
I
fenomeni onirici per Freud sono “la via regia che porta alla conoscenza
dell’inconscio nella vita psichica”. Egli ritiene che i sogni siano
l’appagamento camuffato di un desiderio rimosso. Freud infatti
distingue, all’interno dei sogni, un contenuto manifesto, cioè il
sogno come viene vissuto dal soggetto, ed un contenuto latente,
l’insieme dei desideri che danno luogo alla scena onirica. Il contenuto
latente non si manifesta in forma diretta perché è costituito da
desideri inaccettabili dal soggetto e che cadono quindi sotto l’azione
della censura. Infatti, di notte, nonostante il superio sia più debole
esso esercita comunque un’azione di rimozione nei confronti
dell’inconscio che è la censura, una funzione psichica che si frappone
tra il sistema inconscio e quello preconscio-conscio.
La
censura ostacola la comprensione del sogno in quanto l’inconscio non si
manifesta direttamente ma lo fa per mezzo dei simboli.
Freud nel 1915-1917 scrive “Introduzione alla psicoanalisi” nella quale
egli dedica un intero capitolo “Il simbolo nel sogno” a descrivere la
natura del simbolo onirico offrendone anche numerosi esempi.
Per Freud è simbolica la relazione costante tra un elemento onirico e la
sua traduzione, e simbolo del pensiero onirico inconscio l’elemento
onirico stesso.
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