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Nel caso del fascismo il nome stesso ha un significato simbolico in quanto “fascismo” deriva dal fascio di verghe che venivano portate nell’antica Roma da appositi addetti chiamati littori, da qui la denominazione fascio littorio. I littori erano le guardie del corpo personali dei magistrati.

Già gli Etruschi utilizzavano questo simbolo ed anche i rivoluzionari francesi utilizzavano il fascio come simbolo della repubblica sostituendo però la scure con un alabarda e sormontato da un berretto frigio. Fu utilizzato anche nel rinascimento da società segrete di ispirazione massonica.

Nella seconda metà dell’Ottocento e fino alla prima guerra mondiale, il Fascio Littorio continuò ad essere impiegato dalle forze di sinistra: Fasci dei Lavoratori, organizzazioni proletarie di contadini siciliani, Fasci di Azione Rivoluzionaria.

Con la costituzione di un Fascio Parlamentare di Difesa Nazionale, dopo la disfatta di Caporetto, il termine Fascio cominciò ad essere legato alla necessità di un unione nazionale al di sopra degli interessi dei partiti. Come tale, ma accompagnato da rivendicazioni rivoluzionarie, l’emblema romano venne accolto da Benito Mussolini, divenendo il simbolo dei Fasci di Combattimento e in seguito del Partito Nazionale Fascista per simboleggiare l’unione del popolo italiano e per voler ispirarsi alla potenza e alla grandezza del popolo romano.

 

 

Il FASCIO LITTORIO DEL FASCISMO

Il fascio littorio era costituito da un fascio di verghe legate con nastri tricolori con inserita all’interno una scure. Simboleggiava il volere italiano alla dominazione dei vecchi territori appartenuti un tempo all’impero romano.

Significava anche l’unità del popolo italiano in un periodo in cui tensioni sociali dividevano il paese tra nord e sud.

 

 

L’AQUILA

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Francobollo emesso il 24 ottobre 1923, per il primo anniversario della Marcia su Roma. Non compare nessun simbolo del Regno.

La corona che circonda l'aquila è fatta di foglie di quercia e di alloro. La quercia simbolizza l'immortalità o l'onore, l'alloro è il simbolo della pace dopo la vittoria. Questo francobollo appartiene ad una serie di tre francobolli, di cui furono tirate un milione di copie.

 L’aquila romana era un altro simbolo ripreso dal fascismo, rappresentata soprattutto con le ali aperte.

Anche questo simbolo che si rifaceva chiaramente alla civiltà romana era manifestazione di grandezza e di ricordo delle vittorie di Roma antica. Capitava spesso che l’aquila tenesse il fascio nei suoi artigli come si poteva vedere all’epoca nella bandiera della repubblica sociale di Salò.

Anche il nazismo, come spesso capitò, prese questo e molti altri simboli per comunicare l’unione del popolo italiano con quello tedesco, cosa che però non avvenne mai neanche in principio.

 

 

LA V MAIUSCOLA

 Dopo la creazione dell’alleanza tripartita tra Italia Germania e Giappone si cercò un simbolo che potesse far capire alla gente la potenza dei tre stati. Questo simbolo divenne la V perché era l’iniziale della parola “vittoria” ed anche perché simboleggiava con i tre vertici ognuna delle nazioni con l’Italia naturalmente al centro.

 

 

LA CROCE CELTICA

 Un altro simbolo, forse quello più rappresentativo oggi, è la Croce celtica,  che però non ha niente a che fare con l’antica Roma, anzi veniva usato in antichità proprio da quei popoli che gli antichi romani consideravano barbari e quindi nemici.

E’ costituito da una croce circondata da un cerchio. Nelle popolazioni germaniche simboleggiava il sole e quindi era sacra. La Celtica è continuamente presente nella Tradizione Europea: dalle grotte sui Pirenei Francesi 10000 anni prima di Cristo, al ponte Milvio come buon auspicio per la battaglia dell’Imperatore Costantino, dalla cerimonia d’incoronazione di Carlo Magno, alla Cristianità Irlandese.

Dal Paganesimo al Cristianesimo, la Croce Celtica raffigura i Quattro Elementi:

·        croce: Acqua, Aria, Terra, Fuoco;

·        cerchio: lo Spirito, cioè il quinto elemento.

Inoltre, il punto d’incontro tra il mondo terreno (asse orizzontale della croce) e quello divino (asse verticale) nell’infinità dell’universo (il cerchio).

I movimenti neo-fascisti hanno deciso di riprendere in uso questo simbolo aggiungendo però come nel caso del movimento sociale fiamma tricolore una fiamma dai colori italiani che arde sullo sfondo della croce celtica.

 

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