Bombardiere Savoia Marchetti SM79 I "Sparviero" - Scala 1:90
Uno dei più celebri aerei trimotori italiani dalla guerra di Spagna alla seconda guerra mondiale. Utilizzato come bombardiere ed aerosilurante e quindi anche in altri ruoli. Data la forma comunque irregolare della fusoliera, i grossi motori e la superficie alare non eccessiva, le caratteristiche di volo del modello, il quale riesce comunque piuttosto bello, lasciano un pò a desiderare. Qui sotto i soliti disegni:
La costruzione di questo modello è un po' compicata e risente di soluzioni tecniche che denunciano come il modello stesso sia stato uno dei primi che ho realizzato (nel frattempo l'esperienza è aumentata). Una notevole dose di pigrizia mi ha impedito di ri-progettarlo.
Si comincia al solito dall'ala, fatta con la ormai classica tecnica, diedro compreso. Non si chiudono le estremità fino a dopo aver connesso i motori.
La scatola centrale è suddivisa in due pezzi (la parte principale è sul terzo foglio e la parte prodiera è sul quarto, assieme ai motori alari). Si inizia dalla parte principale, la cui cosrtuzione è intuitiva. All'interno di questa, nella zona indicata dal tratteggio, trova posto un settore di irrigidimento. Fatta questa parte si passa alla parte prodiera, che ha una sagoma un po' particolare.
Come viene mostrato in figura, la parte principale e quella prodiera vengono unite, incastrate l'una nell'altra, e tenute assieme oltre che dalle due linguette laterali presenti sulla parte prodiera, anche dalla striscia di carta sagomata superiore. Una analoga striscia inferiore tiene unite le sezioni di coda della scatola centrale con la sezione di mezzo. Nel vano che rimane nella parte inferiore trova posto l'ala, che viene incollata sui due appositi supporti (utile la solita bacchettina infilata dalle estremità per fare un po' di pressione sulle incollature). Nella parte anteriore, il più avanti possibile, vengono inserite le solite clips (3 o 4 in questo caso, sempre di grossezza n.2) sulla solita striscia che viene avvolta ed incollata all'interno con colla robusta (epossidica). Le clips vanno incollate sulla parte inferiore per evitare di sollevare il baricentro del modello.
A questo punto si applica la parte inferiore della copertura, dopo aver chiuso la scatola che si troverà sotto l'ala e fatte le piegature necessarie. La sezione di questa copertura è trapezia, oltre alle linguette delle scatole aperte, che sono verticali. Queste vanno connesse ai fianchi della scatola centrale, badando che siano bene allineate, altrimenti l'effetto estetico risulta piuttosto scarso. Le linguette partono esattamente dal bordo inferiore della scatola, come mostra il disegno che viene qui sotto riportato.
La copertura superiore è piuttosto complicata ed irregolare, e necessita di pazienza e precisione. Si può partire a fare la parte di carlinga sfinestrata. Date le piccole variazioni di curvatura, non è stato possibile ricavare linguette di unione per le varie sezioni di questa parte, che sono state sostituite da due triangolini che vengono applicati all'interno ad unire le varie parti. Ovviamente la posa in opera di questi triangolini non è per nulla facile, anche perchè occorre, alla fine, ottenere la dovuta simmetria. La figura illustra la realizzazione di questo pezzo.
Al pezzo finito si aggiunge sulla parte superiore la calottina paratesta per il mitragliere.
La figura sottostante indica le principali fasi di applicazione della copertura superiore, che risulta composta da tre pezzi separati. Prima della sua applicazione occorre però preparare ed applicare, sulla coda della scatola, i piani orizzontali. Attenzione che la piegatura, data la loro forma, è in questo caso dalla parte del bordo di uscita e quindi deve essere ben netta per non dare forme strane al profilo (che risulta piatto).
I tre pezzi della copertura superiore sono: La parte anteriore che precede la carlinga. Questo viene unito alla carlinga, tramite la linguetta bianca attaccata a quest'ultima, prima di essere messo in opera. La carlinga vista prima. I due pezzi uniti si applicano incollando le linguette laterali al fianco della scatola sul bordo superiore, rispettando gli allineamenti come già fatto per la copertura ventrale. La terza parte rimanente ha una parte dell'ultimo segmento a scatola chiusa (parte che va sopra ai piani orizzontali). Questa parte viene applicata aiutandosi con la solita bacchettina che può venire introdotta dalla coda della scatola centrale (attenzione a non sfondare il settore interno).
Questa parte di copertura rimane affacciata ma non connessa alle due parti anteriori. Una volta piazzata e lasciato che la colla sia bene asciutta, si può applicare il timone di direzione (valgono le stesse osservazioni fatte per i piani orizzontali). Le linguette del timone si incollano sulla copertura superiore ed a "pizzicare" il bordo posteriore della scatola centrale.
Giunti a questo punto si realizza il motore centrale. Allo scopo si utilizza una delle strisce bianche dell'ultimo disegno, una striscia bianco/grigia con linguette, un disco frontale ed un cono-ogiva giallo. Il modo di procedere iniziale per questo lavoro è indicato nella figura.
Si incolla una estremità della striscia bianca sulla faccia laterale del parallelepipedo di prua, e la striscia viene avvolta su questo facendo una seconda incollatura sulla faccia opposta del parallelepipedo. La striscia non viene tesa ma deve lasciare sulla faccia superiore una curvatura che abbia un raggio pari a quello del motore. Lo stesso si fà per la faccia inferiore del parallelepipedo. Quindi il rimanente della striscia viene avvolta circolarmente ed incollata sulle parti circolari sottostanti. Si prosegue quindi con la striscia bianco/grigia, alla quale le linguette sono trate pre-piegate ad angolo retto (o quasi). Si parte ovviamente dalla parte bianca, in modo che le linguette triangolari siano verso l'avanti. Si completa l'avvolgimento e l'incollatura. Si cerca di inserire le piccole linguette posteriori dietro l'avvolgimento, mentre quelle anteriori formano l'appoggio per il disco frontale, che vi viene incollato. Si realizza il piccolo cano di ogiva dell'elica, si piegano all'interno le linguette con le quali il cono viene incollato al centro del disco frontale. Questa incollatura è senz'altro critica, ma si tenga presente che tutto il motore deve essere spalmato di un velo di resina epossidica, che bloccherà il tutto, irrigidendolo. A questo punto si può fare ed applicare la gondola ventrale nella posizione che si ricava dal primo disegno (attenzione alla scala).
Non rimangono da fare che i motori alari. Anche questi sono organizzati a scatola e copertura. L'ultima figura ne illustra la costruzione.
Fatta la scatola centrale si applica la copertura (è presente solo la parte inferiore), il cui ultimo segmento è una piccola scatola chiusa triangolare, che si collega alla base superiore della scatola.
A colla bene asciutta, si procede alla parte cilindrica del motore con la stessa tecnica precedente, badando a pizzicare nelle spire tanto la linguetta che sporge dalla copertura inferiore, quanto (ben centrato), il raccordo con l'estradosso dell'ala. le quattro linguette triangolari rimangono nelle spire, le due piccole linguette sulla parte sottile vengono ripiegate sotto, verso l'estradosso su cui si attaccheranno.
I motori completi si attaccano alle ali facendo in modo che siano centrati sulla linea tratteggiata indicata sull'intradosso.
Per questa incollatura ci si aiuta con la solita bacchetta infilata dall'estremità alare. A questo punto le estremità alari possono essere chiuse. Anche la parte anteriore di questi motori e qualche incollatura critica tra motore ed ala devono essere rinforzati con resina epossidica.
L'ultimo prototipo di questo modello, realizzato su questi disegni, al collaudo si è dimostrato alquanto brillante come volo, molto meglio dei predecessori. Il trucco è stato quello di spostare bene in avanti il baricentro (quattro clips nel muso), ed un lancio veloce.