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Per i pronomi relativi vi è una Sintassi alquanto diversa, che verrà vista, appunto, nella sezione di Sintassi. Pronomi dimostrativi Si è visto che spesso gli aggettivi dimostrativi utilizzano le particelle sì, lì, la, che seguono il sostantivo a cui l'aggettivo si riferisce. Anche per i pronomi si ha questo uso, ma poiché non vi è un sostantivo (sostituito dal pronome stesso), queste particelle seguono direttamente il pronome. La particella è di solito unita al pronome da trattino (sempre quando il pronome finisce per consonante). Sono suddivisi nelle due categorie di persona (ëd person-a) e di cosa (ëd còsa). Dividiamo questi gruppi di pronomi in due tabelle, che poi faremo seguire da alcuni esempi. Riferiti a persona:
Si noti che le espressioni chièl-lì, chila-lì, lor-lì, etc. hanno significato letterale (ma solo letterale) lui lì, lei lì, loro lì, etc. e spesso hanno un lieve senso dispregiativo o ironico. È molto difficile trovare "sto, sta, sti, ste" usati come pronomi, perchè suonano comunque male, a differenza di "sto-sì, sta-sì, sti-sì, ste-sì". Riferiti a cosa:
Si nota che lolì e lolà si trovano anche nella forma lòn-lì e lòn-là Questa forma è meno corrente ma è altrettanto corretta. È molto difficile trovare "sto, sta, sti, ste" usati come pronomi, perchè suonano comunque male, a differenza di "sto-sì, sta-sì, sti-sì, ste-sì". Si fanno i seguenti esempi: Lòn che am pias nen a l'é che chiel-sì a veul che mi i fasa sòn. Quello che non mi piace è che questo qui vuole che io faccia questo. Con an pò'd sosì e 'n pò'd lolà rangioma coj che a rivo. Con un po' di questo e un po' di quello sistemiamo quelli che arrivano. Lor-là a fan mach ëd fum, mentre cost-sì a travaja da mat. Quelli fanno solo fumo, mentre costui lavora da matti. Sòn a smija pì bel che lòn, ma cole ch'it dise ti a van nen bin. Questo sembra più bello di quello, ma quelle che dici tu non vanno bene, Sossì a l'é nen vaire lòn, varda se lolà a va méj. Questo non è un gran che, guarda se quello va meglio. Si nota che esse nen vàire lòn è una frase idiomatica piemontese che letteralmente sarebbe non essere molto quello e che significa non essere un gran che, non andare molto bene. Pronomi possessivi Sono uguali agli aggettivi possessivi, con qualche particolarità. Mentre infatti si è visto che gli aggettivi possessivi rifiutano l'articolo, salvo il maschile plurale dove l'articolo è ammesso (non necessario, comunque, se non vi è ambiguità tra singolare e plurale), per i pronomi l'articolo è quasi sempre necessario, e non si commettono errori ad usarlo sempre.
Per il plurale maschile esiste anche la forma mèi (i miei), tòi (i tuoi), sòi (i suoi, i loro), come evidenziato in tabella. Nel caso dei pronomi, a differenza degli aggettivi, le due forme non sono del tutto equivalenti, in quanto le espressioni ij mèi, etc. e solo loro, indicano i genitori (i miei i tuoi etc.). Facciamo i seguenti esempi: Mè capél a l'é bél, ël tò pa vàire, Il mio cappello è bello, il tuo non molto. A l'é andait a trové ij sòi È andato a trovare i suoi. Mie sòche a son rote, le toe nen I miei zoccoli sono rotti, i tuoi no. Costa a l'é nòstra part e nen la vòstra Questa è la nostra parte e non la vostra. A l'ha pijà ij nòstri përchè a l'ha perdù ij sò Ha preso i nostri perchè ha perso i suoi. Tò can a l'é bon da trifole, ël mè a và méj da cassa Il tuo cane è buono da tartufi, il mio va meglio da caccia. Si nota che nelle espressioni rette dal verbo essere nelle quali la particella possessiva si trova dopo il sostantivo a cui si riferisce ed è separata da questo dal verbo, come in questo libro è mio, la particella possessiva si comporta come aggettivo e la traduzione sarà sto lìber a l'é mè. Questo succede anche quando la frase è diretta conseguenza (come una risposta) alla frase precedente che cita il sostantivo, come in: di chi è questo libro? - (esso) è mio che ha traduzione ëd chi a l'é sto lìber? - a l'é mè. In questi casi l'uso dell'articolo rimarca il possesso o l'unicità della cosa posseduta: questo libro è il mio = sto lìber a l'é 'l mè. Sa situazione è simile alla corrispondente italiana. Pronomi relativi Il piemontese ha un modo suo di trattare i pronomi relativi. In piemontese, il pronome chi corrisponde al chi italiano ed è utilizzato allo stesso modo, salvo quanto si vedrà in Sintassi. Il pronome piemontese che corrisponde al che italiano, ma ha un uso molto più esteso. Infatti, in piemontese, viene utilizzato non solo al nominativo ed all'accusativo ma, spesso, anche per gli altri casi, senza la preposizione. Questo uso particolare può portare ambiguità nella frase, ed allora viene aggiunta una particella pronominale al verbo, oppure un avverbio, che sarebbe ridondante, ma serve a charire la frase. Questo si vedrà meglio in Sintassi, mentre qui facciamo solo alcuni esempi. Un pronome relativo piemontese che non esiste in italiano (ma che esiste in francese) è dont che equivale all'italiano di cui, in cui, da cui. secondo il contesto della frase. Questi tre pronomi sono invarianti in genere e numero In piemontese non esiste una espressione specifica che corrisponda a il cui, esiste invece la serie (ël) qual, (ij) quai, (la) qual, (le) quai ed anche (ël) qual, (ij) quai, (la) quala, (le) quale corrispondente alla serie italiana (il) quale, (i) quali, (la) quale, (le) quali. Questa serie, comunque viene usata il meno possibile, perchè in piemontese "suona male". In pratica è forma per discorsi dotti e pomposi. Una forma spesso usata, e corretta secondo la grammatica piemontese, è chi che al posto del semplice chi Anche qui facciamo alcuni esempi: Chi a ven sì as treuva bin. = Chi viene qui si trova bene. Chi ch'a l'ha dite lòn a l'é un gadan. = Chi ti ha detto quello è un fessacchiotto. A son ij pressi che a chërso, che a fan l'inflassion = Sono i prezzi che salgono che fanno l'inflazione. A son cose dont a venta arcordesse. = Sono cose di cui bisogna ricordarsi. Chi (che) a dis parej a l'é un che a l'ha capì gnente. Chi dice così è uno che non ha capito niente. Ël pais dont i stago = Il paese in cui abito., ma, ancora meglio, Ël pais andova ch'i stago la person-a che it l'has parlaje = La persona a cui hai parlato. (traduz. lett. la persona che gli hai parlato). Ël pais da 'ndova i ven-o = Il paese da dove vengo anziché Il paese da cui vengo.. L'ultima frase indica che in piemontese, quando è possibile, si tende a non usare il pronome relativo. Pronomi interrogativi generici Da non confondere con i pronomi interrogativi personali. Sono i corrispondenti degli italiani Chi? Cosa? Che cosa? Quale?, Quali? e sono derivati dai pronomi relativi. In piemontese questi pronomi molto spesso aggiungono un "che" dopo il pronome, mai prima. Se la parola successiva inizia per vocale, il "che" diventa "ch' ".Si trova dunque "Còsa che...?, Còs che....?" ma mai "che còsa...?, che còs...?". Questi sono:
Note: Còsa che...? Còs che...? la costruzione con pronome personale interrogativo può non essere usata. Con la forma Lòn che...? la costruzione con pronome personale interrogativo non è usata. In genere la forma con pronome personale interrogativo non si usa se è presente il rafforzativo che. La forma Qual...?, Quai...? per il maschile è poco usata, mentre si usa di più Quala...?, Quale...? per il femminile. Le forme più usate sono quelle che aggiungono il che e cioè Qual che...?, Quala che...?, Quai che...?, Quale che...?. In ogni caso si tratta di forme poco ricorrenti. Molto più spesso queste forme sono sostituite da analoghe facenti uso del pronome dimostrativo col che... ?, cola che... ?, coj che... ?, cole che... ? come ad esempio: Quale è il tuo? = col ch' a l'é 'i tò? Nel linguaggio corrente a volte la forma Còs...?, per ragioni di eufonia, si abbrevia in Cò...?. Facciamo ancora qualche esempio: Chi ch'a l'ha fàlo = chi lo ha fatto? Cò' dis-to? = cosa dici? Còsa i veule? = cosa volete? Còs it veule? = cosa vuoi? Lòn che it toire? = cosa combini? (letteralm: cosa mescoli?) Qual che i veule? = quale volete? Quale che i veule? = quali volete? (tra cose al femminile) Quai che i veule? = quali volete? (tra cose al maschile) Pronomi indefiniti Tra questi innanzitutto si considera il pronome së (in italiano si ed in francese on), che si usa nelle forme impersonali dei verbi. Queste sono quasi sempre alla 3^ persona singolare, ed a volte alla 3^ persona plurale. Poiché in piemontese esiste sempre il pronome verbale, che per le terze persone (sing. e plur.) è a, l'uso di së diventa: 1)- Davanti a verbi che iniziano per consonante si fonde con il pronome verbale: As dis = si dice 2)- Davanti a verbi che iniziano per vocale si apostrofa: A s'avìsa = si avvisa (ma anche "as avisa") 3)- Davanti a verbi che iniziano per s impura si applicano le regole già viste: A së scriv, as ëscriv = si scrive Diamo una lista dei più caratteristici pronomi indefiniti piemontesi, lasciando gli altri al dizionario piemontese contenuto in queste pagine (del resto i pronomi, salvo alcune eccezioni, sono simili agli aggettivi indefiniti visti prima). un \[ue][ng]\ = uno àutr \'&utr\ = altro (vedi nota) ognidun \u[gn]id'[ue][ng]\ = ognuno tant \t'&nt\ = tanto, tròp \tr'op\ = troppo. quaidun \[qu]&id'[ue][ng]\ = qualcuno (vedi nota) quaicòs \[qu]&ic'oz\ = qualcosa (vedi nota) qualsëssia \[qu]&lsës'i&\ = chiunque minca \m'i[ng]c&\ = ogni minca un \m'i[ng]c& [ue][ng]\ = ciascuno minca un-a \m'i[ng]c& [ue][ng]&\ = ciascuna motobin \mutub'i[ng]\ = molto (vedi nota) pa un \p& [ue][ng]\ = nessuno nen un \næ[ng] [ue][ng]\ = nessuno gnun \[gn][ue][ng]\ = nessuno nen d'autut \næ[ng] d &ut'[ue]t\ = nulla, niente affatto tal \t&l\ = tale tut \t[ue]t\ = tutto Note - àutr é spesso dato in forma partitiva d'àutr (di altro). Questo si vede negli esempi qui sotto. Il pronome quaidun ha altre forme grammaticalmente corrette che sono:caidun, cheidun, cheichedun, cheicadun, quaicadun, queicadun Il pronome quaicòs ha altre forme grammaticalmente corrette che sono:caicòs, cheicòs, cheicòsa, caicòsa, quaicòsa, queicòs, queicòsa Rispetto al pronome motobin notiamo che è invariante. L'aggettivo corrispondente non è usato come tale, perchè per dire molto qualcosa si usa la forma partitiva molto di qualcosa, ma anche molta, molti , molte di qualcosa. In questo modo il suo significato è più avverbiale che aggettivale. Per queste questioni vedasi anche la Sintassi. Esempi: Ognidun a sa che a sa nen d'autut dë ste còse Ciascuno sa che non sa nulla di queste cose. Dam-ne dj'àutre Dammene altre (dammene delle altre). Quaidun a l'ha pijà cheicòs Qualcuno ha preso qualcosa Lor-lì as mangio tut Quelli si mangiano tutto . |
Il Cervino
Una scappata in Valle d'Aosta, sui colossi delle Alpi. Qui il Monte Cervino.
(foto R. Robiglio)