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Pronomi personali In piemontese esistono due serie di questi pronomi, che non sono presenti in italiano e neppure in francese. Qualche differenza si ha anche sulle serie dei pronomi personali come quelli italiani. Qui chiameremo Pronomi personali quelli che corrispondono alle serie italiane, Pronomi personali verbali e quindi Pronomi personali interrogativi, le due serie esclusive del piemontese. Quindi vedremo le numerose particelle pronominali piemontesi. Queste ultime saranno poi anche materiale per la Sintassi. Pronomi personali verbali Iniziamo a vedere questa serie, non presente nelle lingue vicine al piemontese (italiano, francese, provenzale, franco-provenzale). Si tratta di una serie di pronomi personali soggetto, sempre presenti con i verbi in tutti i tempi e modi, salvo che con l'imperativo ed, ovviamente, i modi impersonali. La loro presenza è sempre obbligatoria (salvo qualche licenza poetica - e dunque in poesia - ), tanto che vi sia un soggetto esplicito, quanto che questo sia sottinteso. La loro funzione è anche quella di individuare in modo univoco persona e numero della voce verbale. I pronomi verbali sono:
Questa serie di pronomi, come vedremo, va a complicare (e ad aumentare di numero) le particelle (o gruppi) pronominali. Notiamo intanto che se il verbo inizia per s impura, alla seconda persona singolare (dopo il pronome verbale it) allora il verbo assume una ë eufonica iniziale (prostesi): i scapo, it ëscape = fuggo, fuggi Sempre per motivi eufonici, se dopo il pronome verbale it vi è una particella pronominale j o un avverbio di luogo i (vedere dopo) e se il verbo inizia per consonante, allora viene aggiunta una i tra it e la particella o avverbio. La i eufonica si unisce con trattino a questi ultimi. ti it i-j dise = tu gli dici (in questo caso j vale a lui e la i che precede è eufonica) ti it i-i vas = tu ci vai (in questo caso la seconda i è avverbio di luogo, la prima i è eufonica) Se invece il verbo inizia per vocale, il pronome j diventa j' e la i eufonica può essere omessa: ti it j'ancontre = tu li/le incontri ti it i andras = tu ci andrai Pronomi personali I pronomi personali soggetto piemontesi ... ... vengono utilizzati come quelli italiani, si possono aggiungere, ma non sostituiscono mai, il pronome personale verbale, e possono essere sottintesi. Certamente non sono presenti se è esplicito un sostantivo soggetto (o locuzione equivalente). Sono indicati nella serie qui di seguito:
I pronomi personali complemento piemontesi, Si dividono in tonici oppure àtoni. La serie dei pronomi tonici, a differenza di quanto si ha in Italiano, è esattamente uguale a quella dei pronomi soggetto, come dai seguenti esempi:
La serie dei pronomi atoni ha alcune forme per ogni voce, che seguono approssimativamente le regole d'uso dell'articolo determinativo maschile. Gli esempi riportati saranno più chiari dopo aver trattato delle particelle pronominali e dei gruppi pronominali (che qui vengono genericamente abbreviati come "part. pron."):
Nota 2): In piemontese non vi è differenza, per i pronomi complemento di terza persona, tra maschile e femminile. gli dico , le dico = i-j diso. Nota 3): nella terza persona plurale, a differenza dell'italiano, il pronome complemento non cambia posto, ma rimane la costruzione del singolare (vedere anche la Sintassi) Altre note: 1) - esistono in piemontese anche le forme no e vo che corrispondono alle forme italiane ci e vi rispettivamente. Ci dice = a no dis ; vi dice = a vo dis ma può anche essere, rispettivamente, an dis ; av dis. Altre note: 2) - si è visto negli esempi che nei tempi semplici la posizione dei "clitici" è simile a quella italiana, mentre nei tempi composti e nell'imperativo, il pronome passa dopo il participio passato e vi si unisce. Negli esempi sono apparsi anche altri gruppi pronominali, che verranno illustrati nel seguito. I pronomi personali riflessivi piemontesi, Quando l'azione espressa dal verbo e fatta dal soggetto, è riferita al soggetto stesso Il meccanismo e le forme sono gli stessi dei pronomi complemento, per prima e seconda persona singolare, e per la seconda persona plurale. Variano le forme per terza persona singolare e plurale e prima persona plurale. Dunque: 1^ persona singolare I son dame dël fòl = mi sono dato del fesso Im dago dël fòl = mi dò del fesso I më stofio = mi stufo I m' arcòrdo = mi ricordo I son dimlo = me lo sono detto 2^ persona singolare It ses date dël fòl = ti sei dato del fesso It ët das dël fòl = ti dai del fesso It të stofie = ti stufi It t' ancamin-e = ti avvii It ses ditlo = te lo sei detto 3^ persona singolare
I seve date ëd sagna = vi siete dati delle arie Iv deve ëd sagna = vi date delle arie I vë stofie = vi stufate I v' arange = vi arrangiate I seve divlo = ve lo siete detto 3^ persona plurale
I pronomi personali reciproci piemontesi Quando l'azione espressa è vicendevole tra soggetto ed oggetto. Questi sono uguali ai pronomi riflessivi plurali e la differenza stà nel contesto della frase, come del resto capita anche in italiano. Ad esempio chi dice di se e della sua ragazza: "noi ci telefoniamo" non intende dire che, assieme, telefonano a se stessi, ma che l'uno telefona all'altra e viceversa. Ovviamente esiste solo il plurale, in quanto sono riferiti ad azione reciproca tra almeno due entità. Particelle unione tra pronomi verbali e pronomi personali complemento Procediamo di uno scalino nella costruzione delle particelle pronominali piemontesi. Si è gia visto qualche particella di questo tipo negli esempi precedenti. Quando davanti al verbo si trovano pronomi personali complemento, dal momento che nei tempi personali (eccetto all'imperativo) è sempre presente anche il pronome verbale, molto spesso questo ed il pronome si riuniscono in una particella unica (a volte con trattino d'unione). Sono interessate, nella particella unione, le consonanti dei pronomi complemento, che sono caratteristiche di persona e numero. I diversi pronomi verbali sono i, it, a, i, i, a,, mentre le consonanti interessate sono m, t, j, n, v, j., a cui occorre aggiungere la s dei pronomi riflessivi e reciproci, nonché le particelle lo, la. Possiamo costruire la seguente tabella:
Osservazioni ed altre particelle pronominali Raccogliamo qui alcune osservazioni, anche ripetendo qualche cosa di già detto in precedenza: A) - Dopo il pronome verbale it, per ragioni eufoniche, si trova di solito una vocale o la semivocale ë, per cui: tu mi piaci = ti it ëm piase tu ci piaci = ti it ën piase tu gli dai = ti it i-j das dove la i- è puramente eufonica. B) - La particella i, oltre ad essere pronome verbale, può anche essere il corrispondente del complemento di luogo italiano ci, vi. In Piemontese occorre fare attenzione che questa particella di luogo non sostituisce il pronome verbale ma ci si aggiunge, di solito unita al pronome verbale con trattino. Per cui: io ci andrei = mi i-i andrìa loro ci andranno = lor a-i andran Inoltre, con il pronome verbale it, anche la particella locativa i assume una i- eufonica: tu ci vai = ti it i-i vades Il locativo i ha un uso particolare con il verbo esse = essere per il quale si rimanda alla sezione sui verbi. C) - Le particelle pronominali italiane lo, li, la, le come in bevilo, bevili, bevila, bevile, in piemontese sono lo, je, la, je rispettivamente: bèivlo, bèivje, bèivla, bèivje. Di queste abbiamo già parlato un po', ora continuiamo il discorso. Quando si trovano prima del verbo, vedremo qui di seguito come si comportano. Qui notiamo che per i verbi essere ed avere (esse, avèj), che hanno forme che contengono la particella l', allora, lo o la forma ce l' si modifica in ël oppure 'l secondo i seguenti esempi: io sono = mi i son ; io lo sono = mi i lo son ; lui era = chièl a l'era ; lui lo era = chiel a 'l l'era tu hai = ti it l'has : to lo hai / tu ce l'hai = ti it ël l'has Il plurale di lo è, come abbiamo visto, je. Il plurale della forma 'l è 'j. A contatto con questa forma, la l' eufonica del verbo avèj si trasforma in j', secondo i seguenti esempi: lui ce l'ha = chièl a 'l l'ha ; lui li ha = chièl a 'j j'ha tu ce l'hai = ti it ël l'has ; ti li hai = ti it i-j j'has e qui notiamo la i eufonica (dopo il pron. verb. it) di cui abbiamo parlato prima. D) - La particella partitiva italiana ne, in piemontese ha le seguenti traduzioni:
E) - Le particelle italiane ci, vi possono essere tradotte in piemontese anche con no, vo rispettivamente, quando precedono il verbo. In questo caso il pronome verbale rimane separato. Quando invece si trovano dopo il verbo ed unite ad esso, allora sono tradotte con ...ne, ...ve . La regola è che si trovano dopo il verbo nei tempi composti (ausiliare + verbo), all'imperativo, nei modi impersonali. Esempi: ci avvisa = a no avert, an avert ci ha avvisato = a l'ha avertìne vi dice = a vo dis, av dis vi ha detto = a l'ha dìve ci dici = it no dise Il no è parecchio usato, il vo molto meno. I gruppi pronominali (ogg.+dativo) Si dividono in due categorie, quelli in coda al verbo e quelli davanti al verbo (vedere anche Sintassi). Per i gruppi in coda al verbo vale la seguente tabella:
(imperativo) mangia = mangia ; mangialo = mangg-lo ; màngiatelo = mangëtlo (imperativo) portamelo = porta quello a me = pòrta lòn a mi = porta mlo = port mlo = portëmlo Come sempre, qualche esempio:
Per I gruppi che precedono il verbo vale la seguente tabellina:
Qualche esempio Le particelle pronominali, e relativi gruppi, sono una questione complessa, in piemontese, grazie alla presenza dei pronomi verbali, del possibile avverbio locativo uguale ad un pronome verbale, dell'aggiunta di vocali eufoniche e della presenza di consonanti eufoniche nelle coniugazioni dei verbi esse e avèj. Se poi si considera la vicinanza nella pronuncia di i e di j, si capisce come occorre pratica per capire correttamente il piemontese parlato. Una lieve inflessione di voce può cambiare il significato di una frase. Anche il piemontese scritto, per chi non ha l'abitudine a leggerlo, può richiedere qualche sforzo di "decifrazione".
Pronomi personali interrogativi Sono un'altra serie di pronomi che non esistono in italiano ed in francese. Sono usati nelle frasi interrogative ed in casi che vedremo in Sintassi. Nel piemontese moderno, comunque, l'interrogazione è fatta a volte solo con il tono di voce oppure l'uso del punto interrogativo, benchè vi siano espressioni che utilizzano praticamente sempre questi pronomi. Questi pronomi seguono il verbo e ne sono collegati con trattino (che a volte si omette, come non obbligatorio). Con il loro uso il pronome verbale non è più obbligatorio, anzi, non è molto corretto, sebbene a volte sia presente. La tabella seguente riporta questi pronomi con note ed esempi:
La coniugazione interrogativa sarà vista più in dettaglio a suo tempo. Notiamo che la desinenza del verbo è, in alcuni casi, modificata dal pronome personale interrogativo. Le domande sostenute da përchè?, còs?, chi?, andoa?, anté? (= rispett. a: perchè?, cosa?, chi?, dove?, dove?) reggono la coniugazione negativa con pronomi personali interrogativi, come nel caso: përchè vas-to 'dcò ti? = perchè vai anche tu? oppure chi l'é-lo chièl-lì? = chi è quello lì?. Se però viene usato il rafforzativo che (ch'), molto comune in piemontese, allora l'interrogazione non deve essere fatta con i pronomi personali interrogativi. Dunque: përchè che it vade 'dcò ti? = perchè vai anche tu? oppure chi ch' a l'é chièl-lì? = chi è quello lì?, e ritorna d'obbligo il pronome personale verbale. Notiamo che quando si usa il pronome personale interrogativo, la seconda persona singolare usa sempre la forma terminante in "...s". Si torna sull'argomento a proposito di coniugazione dei verbi. |
I Serous
Ancora in Valle Stretta. Giungendo dal basso appaiono come un immenso castello piantato nella valle. Qui sono visti dalla via che sale al Thabor.
(foto R. Robiglio)