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Iniziamo con qualche generalità sui verbi piemontesi. Innanzitutto si nota che non esistono (o meglio, non sono più comunemente usati, nel piemontese moderno, il passato e trapassato remoti. Questa è stata una evoluzione naturale della lingua, non influenzata da italiano o francese (ancora meno dall'inglese). I passati remoti esistevano comunque, anche se non molto usati, fino agli inizi del '700. Ora vengono ancora usati di tanto in tanto, in poesia. Passato e trapassato remoti sono sostituiti, in piemontese, dal passato e trapassato prossimi (che di solito vengono chiamati "passà, trapassà", mentre passato e trapassato remoti sono chiamati "passà e trapassà lontan"). Forse, per i piemontesi, il passato non è mai troppo passato, mentre tutto ciò che è stato è parte, diretta o indiretta, di ciò che è presente. Si nota, comunque, che anche il francese parlato fa pochissimo uso del passato remoto (ma è da notare che, mentre in francese il passato remoto è stato dapprima trascurato nel linguaggio popolare e poi in quello letterario, per il piemontese è presumibilmente successo l'inverso). Riportiamo comunque anche le forme del passato remoto, utili per la lettura di testi più antichi. In piemontese il passato remoto si chiama "passà lontan". Anche in piemonese i verbi possono essere transitivi ed intransitivi, ed i primi hanno la forma attiva, passiva e riflessiva. Non tutti i verbi che in italiano sono intransitivi lo sono anche in piemontese, e viceversa. Come in italiano le coniugazioni sono tre e vi sono due verbi ausiliari essere, avere che hanno uso quasi equivalente all'italiano, sebbene vi sia la tendenza ad usare più spesso l'ausiliare avere in alcuni verbi intransitivi. Una particolarità piemontese sono i già visti pronomi verbali che sono sempre presenti, ad eccezione che nell'imperativo presente. Particolari in piemontese sono poi le coniugazioni interrogativa, negativa ed interrogativo-negativa, che si vedranno a loro tempo. Un'altra particolarità dei verbi piemontesi è che mancano del participio presente, che viene invece espresso con una locuzione equivalente. Per alcuni verbi esiste un aggettivo che potrebbe assomigliare al participio presente, ma, in piemontese, è solo aggettivo. Diciamo infine che in piemontese esiste un gruppo di verbi che possono essere di due coniugazioni diverse, per tutte o per alcune delle voci. Questi verbi hanno due infiniti, della seconda e della terza coniugazione. Di tutto questo si parlerà più diffusamente nel seguito. Vogliamo ancora ricordare che i pronomi personali soggetto sono mi, ti, chièl/chila, noi noiàutri/noiàutre, voi voiàutri/voiàutre, lor loràutri/loràutre. Uso dei verbi ausiliari Rispetto all'uso italiano (che non sarebbe male ricordare, perchè anche la lingua italiana sta correndo qualche pericolo, anche dal punto di vista "televisivo-giornalistico"), vi è qualche differenza. Qui sotto si dà una lista di regole d'uso degli ausiliari. Si nota ancora l'uso delle particelle eufoniche l', j' che sono parte integrante del verbo nei tempi e persone in cui sono presenti. Possiamo, in generale, dire che: Si usa l'ausiliare avèj:
Ho bevuto = I l'hai beivù Ho dormito = I l'hai durmì È nevicato = a l'ha fiocà Non sono potuto andare = i l'hai nen podù andé Ho volato con un velivolo piccolo = i l'hai volà con un velìvol cit Sono stato invitato = i son ëstàit anvità Ci siamo scritti per un anno = I soma scrivusse për n'ani Sono partito ieri = I son partì jér Mi è sembrato di capire = A l'é smijame 'd capì Sono volato da te = I son volà da ti MODO INDICATIVO (Meud indicativ)
MODO CONGIUNTIVO (Meud congiuntiv)
MODO CONDIZIONALE (Meud condissional)
MODO IMPERATIVO (Meud amperativ)
MODI IMPERSONALI (Meud ampersonaj)
Notiamo che il verbo esse utilizza le particelle eufoniche l' e j' di fronte alle voci che iniziano per vocale, la prima particella alla terza persona singolare di presente ed imperfetto (nonchè tempi da questi composti), l'altra particella nelle altre voci dell'imperfetto. Questo cambia se al verbo essere è associata la particella locativa ci, vi in italiano, che corrisponde alla particella avverbiale i in piemontese. In pratica trattiamo del verbo italiano esserci, esservi in senso locativo. Abbiamo visto che, in generale, il locativo si connette dopo il pronome verbale, con un trattino. Questo capita anche con il verbo esse, dove, però, scompare la particella eufonica. Per cui: io ci sono, tu ci sei, etc. in piemontese diventano mi i-i son, ti it i-i ses (aggiunta eufonica), chiel a-i é, noi i-i soma, voi i-i seve, lor a-i son.. In modo simile per: io c'ero, tu c'eri, .. etc. in piemontese diventano mi i-i era, ti it i-i ere (aggiunta eufonica), chiel a-i era, noi i-i ero, voi i-i ere, lor a-i ero.. Per gli altri tempi il comportamento è quello di tutti i verbi: Io ci sarò = mi i-i sarai, così come per gli altri modi Tu ci saresti stato = Ti it i-i sarìe stait. Abbiamo già visto l'uso della i eufonica dopo il pronome it. Vi è comunque un'altra particolarità: quando oltre al locativo i è presente anche il partitivo na (italiano ne), allora le terze persone singolari del presente e dell'imperfetto mantengono la particella eufonica, che cambiano in j': lui è = chiel a l'é ; lui c'è = chièl a-i é ; ce n'é = a-i na j'é ; ce ne sono = a-i na son lui era = chiel a l'era ; lui c'era = chièl a-i era ; ce n'era = a-i na j'era Vediamo la coniugazione di esserlo = esslo. Abbiamo visto che nei tempi semplici il pronome lo si trova tra pronome verbale e voce del verbo. Con il verbo essere vi è qualche complicazione data dalla presenza delle particelle eufoniche. Si ha: io lo sono, tu lo sei, etc. = mi i lo son, ti it lo ses chiel a 'l l'é, noi(àutri) i lo soma, voi(àutri) i lo seve, lor(àutri) a lo son. Per l'imperfetto si avrà: io lo ero, to lo eri, etc.mi i lo j'era, ti it lo j'ere, chièl a 'l l'era, noi(àutri) i lo j'ero, voi(àutri) i lo j'ere, lor(àutri) a lo j'ero. Per gli altri tempi valgono le regole generali. Un'altra situazione particolare si ha a proposito della coniugazione di essergli = essje. In questo caso la situazione è simile al caso di esserci (con locativo) dove la particella avverbiale i viene sostituita dalla particella pronominale j. Allora io gli sono, tu gli sei, etc = mi i-j son, ti it i-j ses, (ti it jë ses), chièl a-j é, noi(àutri) i-j soma, voi(àutri) i-j seve, lor(àutri) a-j son. Per l'imperfetto: io gli ero, tu gli eri, etc = mi i-j era, ti it i-j ere, (ti it jë ses), chièl a-j era, noi(àutri) i-j ero, voi(àutri) i-j ere, lor(àutri) a-j ero. Si nota ancora che quando il participio passato è preceduto da consonante, allora aggiunge davanti una ë prostetica : tu sei stato = ti it ses ëstàit. Ultima cosa: esserlo = ess-lo essergli = essje esserci = essie essersi = ess-se essersene = ess-s-ne esserselo = ess-s-lo e così via La prima persona singolare del futuro può essere mi i sarai oppure mi i sareu (sempre correttamente piemontese) Il gerundio presente ha due forme essend e an essend, e cosi pure il passato essend ëstàit e an essend ëstàit Naturalmente il participio passato ha genere e numero, esempio: Voi siete state = voiautre (voi) i seve stàite, e così via Diciamo ancora che sono corretto Piemontese le forme della 2^ per. sing. di tutti i tempi e i modi che terminano per "s". L'uso di queste forme (peraltro richiesto con i pronomi personali interrogativi) è andato affievolendosi, ma permane comune nelle zone del saluzzese e del pinerolese. Es. "it j'ere" oppure "it j'eres = "tu eri". MODO INDICATIVO (Meud indicativ)
MODO CONGIUNTIVO (Meud congiuntiv)
MODO CONDIZIONALE (Meud condissional)
MODO IMPERATIVO (Meud amperativ)
MODI IMPERSONALI (Meud ampersonaj)
Abbiamo visto, parlando di particelle pronominali, la loro "interferenza" con la l' eufonica del verbo avere. Il verbo avèj porta questa consonante in tutte le voci. Qui diamo un riepilogo di queste particolarità, e poi noteremo qualche variante possibile nella coniugazione: Con la particella lo= lo italiano: la particella diventa 'l (ël) e la l' eufonica resta: io ce l'ho = mi i 'l l'hai Con la particella je= li italiano: la particella diventa j e la l' eufonica diventa j': io ce li ho = mi i-j j'hai Con la particella na= ne italiano: la particella diventa 'n (ën) e la l' eufonica diventa n': io ce ne ho = mi i 'n n'hai La situazione è diversa se il pronome verbale è it. Prima del pronome plurale j si inserisce una i eufonica tu ce li hai = ti it i-j j'has ma anche ti it j'has lui ce li ha = chièl a-j j'ha, etc. Con il pronome singolare ël (lo) si ha: tu ce lo hai = ti it ël l'has Con il pronome ën (na) si ha: tu ne hai = ti it ën n'has Varianti che fanno parte della lingua piemontese sono:
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Il Monte Rosa
Il gruppo del Rosa, alla testata delle valli di Gressoney, Ayas e Valtournenche (e Macugnaga)
(foto R. Robiglio)