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Quanto
alla critica basata sui fatti citata da Luca, ricordo che anni fa un
noto settimanale aveva come slogan "i fatti separati dalle opinioni".
Personalmente l'ho sempre ritenuta una mezza presa per i fondelli,
perché in campo giornalistico spesso la stessa scelta dei fatti e il
modo con cui vengono trattati finiscono per far trasparire la linea
politica, quindi l'opinione di fondo. Qui però non facciamo un giornale,
ma portiamo avanti un ricerca della verità dove gli eventuali
"sputtanamenti" reciproci sulla base, appunto, dei fatti, secondo me
bastano e avanzano. Ogni altra questione non serve al dibattito in sé; è
certamente giusto affrontarla però senza che questo appesantisca
ulteriormente un topic che ha già battuto tutti i record e, soprattutto,
finisca per spostare altrove il confronto. Quindi concordo sul fatto
che le due chiacchiere (anche tre o quattro, se serve) siano davvero
il... sentiero migliore da percorrere.
Già che ci siamo, la cosa
che volevo far notare a Guido è la discesa dal passo della Cardella
citata da Luca nel post dove ha linkato l'intervista a Del Giudice:
dalla descrizione, l'andamento è proprio quello del sentiero riportato
sulla catastale. Questo per dire che, a parte la ricerca del Sentiero
della Libertà per antonomasia, da identificare con quello maggiormente
utilizzato durante i passaggi del fronte organizzati (che può benissimo non coincidere
con quello della vicenda Marchini-Antolini) ci saranno da ricostruire,
sulla base delle testimonianze ma anche della logica e della
ragionevolezza, anche altre priorità riguardo ai valichi e soprattutto
ai percorsi seguiti in precedenza. Credo che l'obiettivo debba essere
quello di passare dall'affermazione generica "erano un po' tutti
sentieri della libertà" a individuare il più possibile per ciascun
valico il "quando" e il "quanto", in modo da cominciare a definire
meglio il quadro generale.
Per quanto riguarda il "ma allora è un
vizio", purtroppo mi accorgo che i post doppi partono quasi
esclusivamente a me... e pure da computer diversi! Mah!
Quanto alla critica basata sui fatti citata
da Luca, ricordo che anni fa un noto settimanale aveva come slogan "i
fatti separati dalle opinioni". Personalmente l'ho sempre ritenuta una
mezza presa per i fondelli, perché in campo giornalistico spesso la
stessa scelta dei fatti e il modo con cui vengono trattati finiscono per
far trasparire la linea politica, quindi l'opinione di fondo. Qui però
non facciamo un giornale, ma portiamo avanti un ricerca della verità
dove gli eventuali "sputtanamenti" reciproci sulla base, appunto, dei
fatti, secondo me bastano e avanzano. Ogni altra questione non serve al
dibattito in sé; è certamente giusto affrontarla però senza che questo
appesantisca ulteriormente un topic che ha già battuto tutti i record e,
soprattutto, finisca per spostare altrove il confronto. Quindi concordo
sul fatto che le due chiacchiere (anche tre o quattro, se serve) siano
davvero il... sentiero migliore da percorrere. o Marco, e si
potrebbe aprire un nuovo topic per filosofare sulla <neutralità del
fatto>, ma non è certo il caso. quando parlo di <critica basata
sui fatti> è solo per distinguerla grossolanamente dall'offensiva
puramente personale e campata per aria, che non ha rispetto dei
fatti...poi proprio l'inevitabile componenente soggettiva nella scelta e
interpretazione dei fatti è quella che può essere oggetto di
contestazione, siamo qui per discutere, e d'altra parte non siamo delle
macchine, no? mi sono già scusato soprattutto perché il mio
intervento era un po' <postdatato>, ma lo ritenevo una cosa
dovuta, e d'altra parte mi sembra il minimo, con tutti gli insulti
gratuiti che ho inforchettato da quando ho aperto bocca su questo forum. ho
preso atto che il mio intervento è stato cestinato praticamente
all'unanimità per <vizio di forma>, e mi sta bene, ma tre punti
almeno vorrei salvare e riformulare in maniera più appropriata, perché
di interesse generale:
sul primo mi ha già anticipato Guido, e
riguardava le altre persone esterne: ottimo, e spero che possano venire
in quella data, casomai penso non sarà un problema ricontattarle
successivamente. la presenza di validi interlocutori credo si renda
necessaria a questo punto per dare una svolta più concreta alla ricerca.
il
secondo punto sono le prove, documenti e testimonianze riguardo a
Palerosa, Finocchiaia e Gaglini: non c'è bisogno di sottolineare che
sono cose importanti per completare un quadro più <certo>. per cui
chiedo cortesemente a Guido e stavolta senza accenno di polemica, se ne
fosse in possesso, di produrle. io ad ora non ne ho trovate, a parte
ragionevoli o...artistiche ipotesi.
il terzo, ma non ultimo punto
in ordine di importanza, è la questione della <Via della
Libertà>/sentieri della libertà: lo ha giustamente ribadito Marco, e
ci torno perché in realtà è a mio modo di vedere la questione numero
uno, cioè del <di che si sta parlando>, come ho già avuto modo di
dire. e non ci torno con insistenza perché voglio imporre un mio
approccio personale alla questione e bacchettare chi sgarra, ma proprio
perché è un mio approccio personale e l'avevo buttato lì a suo tempo in
attesa di verifiche, critiche o conferme, ma non ho avuto nulla di
tutto questo: è solo successo che qualcuno l'ha preso come un dato
acquisito e altri l'hanno bellamente ignorato...in realtà mi sarei
aspettato che fosse considerato e accolto o bocciato e scartato, con le
dovute ragioni s'intende. sicché ora lo ripropongo in forma chiara e
semplice, per sottoporlo a quel trattamento, non foss'altro che per
liberarmi della responsabilità di un'affermazione che può essere
discutibile, ma che potrebbe anche venire acriticamente accettata e
diventare <documentazione storica> e, come ha opportunamente messo
a fuoco Marco, per riportare un minimo di ordine e di priorità nella
ricerca, e di consenso almeno su minime basi, onde non procedere tutti
sparpagliati e senza un verso in cerca del <proprio> sentiero
della libertà.
allora il punto è questo: si può tranquillamente
affermare, e può diventare un dato acquisito, che l'espressione <Via
della Libertà> o <Sentiero della Libertà>, sia in realtà il
nome dato successivamente al <passo> del fronte, e che si
riferisca esclusivamente al <passaggio regolamentato del fronte>
come organizzato dal gruppo Patrioti Apuani nella forma ben descritta
nell'articolo della Armanini, o nel filmato La Via della Libertà, e a
partire dai primi del febbraio del '45, e verosimilmente, ma questo è un
problema secondario, con preminenza del passo delle Greppie, a volte
chiamato <agli Uncini> e probabilmente anche <ai Gaglini>? in
merito al nome dato successivamente, mi ero fatto l'idea che il dato
fosse maggiormente legittimato: in realtà, rivedendo la documentazione
da me raccolta, noto che per ora l'unica conferma esplicita in questo
senso è l'articolo della Armanini:
Su questa strada aperta tra i monti, quindi, chiamata poi <Via della Libertà>, iniziò l'esodo di tanta gente disperata di
fatto però il nome non viene proprio utilizzato neppure da altri e a
parecchi anno dalla fine della guerra, come Emilio Palla -1974- e
Fabrizio Federigi -1979-, mentre si usa quello più generico di varco
nella linea gotica, o di passaggio del fronte. perciò suppongo che la
datazione del nome sia ancora successiva. propongo perciò, se
approvata la tesi, di utilizzare da ora questa dizione -passaggio del
fronte, varco nella linea gotica- per itinerari che solo probabilmente,
ma con almeno uno straccio di prova, siano stati utilizzati per varcare
il fronte, ma non in quella piena forma organizzativa che sola connota
una <Via della Libertà>.
tra l'altro questa, a guardar
bene, potrebbe non essere solo una questione di carattere
<linguistico> ed <epistemologico>, ma a me personalmente
suggerisce anche una questione sostanziale, anche se puramente
ipotetica, ma forse non del tutto campata per aria: quella che una
siffatta operazione linguistica ed epistemologica, ma anzitutto
militare, abbia potuto creare un disaccordo tra gli stessi partigiani, e
di conseguenza una certa incongruenza di versioni, se condotta, ma
ripeto è solo un'ipotesi, dalla componente più <istituzionalista>
degli stessi, e non sia particolarmente garbata a quella componente più
<anarchica>, che magari sosteneva che in realtà le cose venivano
fatte ammodo anche senza e al di fuori di quella ferrea organizzazione,
che probabilmente non ha comunque eliminato gli abusi. insomma una
ipotetica inconciliabilità tra <centralisti> e <libertari>
che ha poi portato a una inconciliabilità tra <monismo> della Via
della Libertà e <pluralismo> delle vie della libertà. un'ipotesi, ma comunque uno spunto per la riflessione e per la discussione. ciao Luca
Intervengo dopo parecchi giorni di assenza. Non mi ero dato alla
macchia ma semplicemente ero preso da altre urgenze (fronteggiare la
crisi nera e le legnate fiscali). L'orizzonte per me è non è ancora
sgombro, ma mi preme intervenire per riprendere alcune questioni
rimaste in sospeso e dire qualcosa su altre emerse recentemente.
Avevo
in sospeso la risposta a Dok per il colle della Perlettaia. Per cui nel
seguito mi rivolgo direttamente a lui. Dopo la tua temporanea uscita
dal campo di gioco, mi son messo in testa di fare un po' di chiarezza
tra le tante testimonianze ambigue e contraddittorie introdotte via via
nella discussione. In particolare mi sembrava interessante quella del
Federigi ovvero la descrizione degli itinerari che si diramano dalla
grotta di celé (vedi a pag. 50 http://www.alpiapuane.com/php/index.php?option=com_joomlaboard&Itemid=34&func=view&id=17956&catid=2#17956 )
Ho
provato a dare un senso alle parole del Federigi partendo dall’assunto
che luoghi e sentieri descritti in modo così preciso dovessero essere
riconoscibili ancora ai giorni nostri. Innanzitutto ho lasciato perdere
la toponomastica ufficiale per dedicarmi allo studio della morfologia
del territorio. Non potendo fare questo studio dal vero (per
l'impossibilità di andare sul posto) l’ho fatto virtualmente sulla CTR
online. Su questa mi son mosso come se fossi sul terreno partendo
dall'attraversamento del Serra (sotto Mortigliani). Ho risalito il
corso del canale del prato in direzione della grotta di celé (secondo la
tua interpretazione) e lungo questo percorso ho cercato, nelle
immediate vicinanze del canale del prato, qualcosa che potesse essere
identificato col della Perlettaia. Il colle a quota 685 (quello che te
indichi come col della Perlettaia) mi è parso essere l' unico candidato
proponibile.
Ero quasi pronto a pubblicare l’estratto CTR per
illustrare questa ipotesi quando mi è venuto in mente di effettuare
delle misurazioni con il distanziometro della CTR: volevo vedere la
distanza in linea d’aria con la grotta di celé (secondo te) : venivano
fuori circa 300mt in linea d’aria. Poi ho cercato di disegnare una
traccia di collegamento tra il presunto colle della perlettaia e la
grotta di celé (la tua). Seguendo le curve di livello mi son reso
conto che il percorso era piuttosto lungo e un po’ tortuoso. Diciamo
circa il doppio di quello che era la distanza in linea d’aria. Quindi mi
sembrava che quel colle fosse troppo distante dalla grotta per essere
quello di cui parla il Federigi. Infatti lui dice : “Poco sopra, c'è una grotta che prende il nome da un pastore, un certo Celè”.
L’eccessiva
distanza tra il colle presunto e la grotta di celé mi ha fatto
dirottare la ricerca del colle altrove . Proprio continuando la risalita
del canale del prato (quello vero cioè quello che va verso la greppia)
ho individuato quel piccolo colletto che ho indicato come presunto colle
della perlettaia (sempre a pag. 50) . Siccome ero passato proprio di lì
nel corso delle esplorazioni in zona, mi sono ricordato di una grotta
nei pressi di quel colle (un riparo sotto un grande masso franato).
Allora mi son reso conto che le parole del Federigi acquistavano un
senso più chiaro e preciso ipotizzando che quel riparo sotto il rocciose
fosse la grotta di Celé. In particolare questa collocazione della
grotta di celé permetteva di evitare l’ostacolo della cascata e anche
tutto il resto sembrava più logico e ben distribuito dal punto di vista
geografico-morfologico.
LA descrizione del Federigi, a
prescindere dalla esatta identificazione della grotta di celè, è
comunque estremamente precisa e non ambigua e le conseguenze che se ne
possono trarre sono importanti per la "geografia" e la "toponomastica
storica" dei luoghi: il passo dei gaglini coinciderebbe con il passo della greppia, il passo del pitone di cui parla il Federigi sarebbe quello di mezzo, e la Foce capraia del Federigi (e anche secondo gli zanesi, stando a quanto hai riferito te) sarebbe il passo della Focoraccia.
L’altra
cosa che non mi convinceva nell’identificazione del colle della
perlettaia col colle quotato 685 è che questo si trova sulla dx
orografica del canale del prato (ramo sotto il passo focoraccia) ovvero a
ridosso del costone di palerosa. Questa collocazione è compatibile con
un sentiero che sale verso il passo della focoraccia ma non verso la
grotta di celè e verso il canale del prato (ramo che viene dal passo
della greppia) . Cioè mi chiedo: per andare verso la grotta di celé
avrebbe senso passare per il colle a quota 685 ? la risposta potrebbe
essere SI se il sentiero proveniente da Azzano, dopo l'attraversamento
del Serra, avesse risalito il canale di Palerosa (magari seguendo la
prima parte della traccia riaperta da Guido) e poi avesse deviato verso
il canale del prato e infine verso la grotta di celé. Se le cose
stessero così anche il transito attraverso il cole a quota 685 avrebbe
avuto un senso, anche se francamente dalla CTR sembra un percorso un po'
laborioso. D'altra parte questo itinerario sembra coincidere
piuttosto fedelmente con il disegno di Silicani . Mi riferisco alla
sovrapposizione fatta da te a pag. 44 http://www.alpiapuane.com/php/index.php?option=com_joomlaboard&Itemid=34&func=view&id=17859&catid=2#17859
Ne
approfitto per porti alcune domande, dato che sembri conoscere ogni
metro di questo versante. Tengo a precisare che queste domande vengono
da uno che la parte bassa del canale del prato la conosce solo grazie
alle mappe:
hai detto in diverse occasioni che nella parte bassa
del canale del prato si possono vedere alcune parti di una lizza
piuttosto antica e importante. Ma se era una lizza dove andava a finire
o meglio da dove partiva ? è quella di cui si vedono fori di piro nel
fondo roccioso fosso della griffaia sotto la cascata ? Ma lì, nel fondo
del canale, non mi sembra che ci siano siti estrattivi. A meno che i
blocchi non provenissero da cava Tela e cava Colonnoni e che li
facessero scendere lungo il sottostante ravaneto verso il fosso della
griffaia. MA poi arrivati alla cascata come facevano a fargli superare
il salto che, a occhio e croce, è un centinaio di metri ?
Poi volevo intervenire sulla questione del nome "via/sentiero della libertà" sollevata nel tuo intervento a pag. 70
allora
il punto è questo: si può tranquillamente affermare, e può diventare un
dato acquisito, che l'espressione <Via della Libertà> o
<Sentiero della Libertà>, sia in realtà il nome dato
successivamente al <passo> del fronte, e che si riferisca
esclusivamente al <passaggio regolamentato del fronte> come
organizzato dal gruppo Patrioti Apuani nella forma ben descritta
nell'articolo della Armanini, o nel filmato La Via della Libertà, e a
partire dai primi del febbraio del '45, e verosimilmente, ma questo è un
problema secondario, con preminenza del passo delle Greppie, a volte
chiamato <agli Uncini> e probabilmente anche <ai Gaglini>?
voglio
ricordarti un brano che in parte contraddice la tua tesi che il nome
"sentiero della libertà" sia sta o dato solo successivamente ai fatti.
E' un brano tratto proprio del libro di Nicodemi -Lenzetti che Pisanino
ha fatto entrare imperiosamente nella discussione. A pag. 80 del volume
c'è un capitoletto intitolato "Il sentiero della Libertà" e questo
comincia proprio così : "I tedeschi sapevano che ad Antona si dipartiva quello che già da allora cominciò ad esser chiamato "il Sentiero della Libertà"
ed erano i stati informati dalle loro spie che una agguerrita
formazione partigiana teneva saldamente nelle mani la difesa di quel
luogo "
Riguardo al fatto che il passaggio regolamentato
sia avvenuto principalmente per il passo della greppia ho alcuni dubbi.
Tengo a precisare che non ho dei dubbi sul fatto che anche quel valico
potesse essere utilizzato per il passaggio del fronte, ma sul fatto che
fosse quello il valico "preminente": Il mio dubbio muove sostanzialmente
dalle varie ricostruzioni grafiche del sentiero/via/varco della
libertà:
quella panoramica di M. Pegollo (che lo
chiama "passaggio del fronte") pubblicata qui a pag. 17 (e ripubblicata
pari pari anche nel libro di Nicodemi-Lenzetti) evidenzia proprio il
passo della greppia e lo pone ad una certa distanza dal punto di valico
che sembra identificabile abbastanza chiaramente col Pitone di mezzo (si
distingue bene la balza rocciosa che delimita verso sud il passo della
focoraccia)
anche quelle di Silicani e Contegiò (facendo
riferimento alle ragionevoli sovrapposizioni pubblicate da te a pag 44)
sembrano mettere fuori gioco il passo delle greppie, e ancor di più
quello degli uncini, dalla linea di passaggio più "ufficiale". Con
questo non voglio assolutamente rilanciare l'idea già dibattuta e
superata dell'unicità del sentiero della libertà, ma voglio solo
evidenziare che nelle testimonianze si fa quasi sempre riferimento ad un
percorso particolare come se questo avesse nella memoria dei
protagonisti una rilevanza maggiore rispetto ad altri, forse nella
consapevolezza che di lì sono in pratica transitate il maggior numero di
persone.
Questo mi permette di dire due parole sulla cosiddetta "questione epistemologica" sollevata da Luca in più occasioni.
Io
sarei propenso per dare una specie di definizione "statistica" dei vari
percorsi della libertà: semplicemente quelli principali sarebbero
quelli che hanno visto il maggior numero di passaggi , come in una sorta
di grafico a spaghetti delle previsoni meteo: dove si concentrano il
maggior numero di linee la probabilità dell'esattezza della previsone è
maggiore, viceversa dove gli spaghetti si sparpagliano l'attendibilità
della previsione si riduce. Così in una ipotetica (ma oggettivamente
impossibile) ricostruzione dei passaggi si evidenzierebbero quelli
principali semplicemente grazie alla concentrazione delle linee e al
loro sovrapporsi.
Mi sembra che la nave stia andando un po'
controvento...rallentando un po' la velocita' di crociera,c'è gia' un
clima di ferie estive nell'aria,i remi siano sospesi dall'acqua e i
marinai gia' nell'osteria ad ubriacarsi. Comunque nel poco tempo a
disposizione...con il mio socio Fabbri (oramai burocratico e scriba come
voi)non siamo rimasti con le mani sui remi...ma abbiamo anche lucidato
la nave. Specialmente LUI sta' raccogliendo altre imformazioni nuove
da personaggi protagonisti nel periodo (1945) che ci interessano a noi
del topic. Oltre a quello stiamo anche facendo dei sopraluoghi di convalida alle dichiarazioni. Il
tutto poi il mio socio/compare vi fara' una bella dettagliata
(descrizione con abbondanza di particolari)relazione sul forum e poi al
raduno dell'8.
Non sono d'accordo per le critiche unanime nei
confronti di Luca...perchè è rimasto nell'osservazione di un critico che
espone le sue teorie (anche se poi non mi è....e non gli sono
simpatico)
Volevo fare un'appello al Pitoniano Bergame(quando
potra'),all'acculturato Luca....e lo scriba Fiorentino Marco(anche lui
non è che ci andrei a cena volentieri) A parte il raduno dell'8 ( ho
forte dubbi nella mia presenza x i miei problemi parentali)di vederci
sul campo (linea gotica-Pasquilio-passo della greppia-bosco di
campiglia) dove li VERAMENTE possiamo confrontarci/e valutare veramente
le dichiarazioni dei protagonisti rilasciate a noi o su un libro. C'è molta DIFFERENZA DAL VEDERE UNA FOTO UNA DICHIARAZIONE....E DALL'ESSERE SUL POSTO. Vi saluto ....Pisanino
Bene, attendiamo con impazienza. E speriamo che trovi anche quei
benedetti tornantini. Io avrei un altro costone da esaminare per
verificare le mie ipotesi, ma finora non ce l'ho fatta. Però quello che
ho visto fino ad ora lo ritengo già soddisfacente.
Per il resto,
non rallento ma dedico tempo al progetto dei sentieri alti, sperando
possa almeno in parte concretizzarsi. Sabato con Angelo Nerli ne abbiamo
parlato una prima volta in via ufficiale al Gruppo regionale toscano
del CAI riunito a Pisa, che ci ha chiesto un approfondimento su costi e
risorse disponibili. Dovremo iniziare a farlo a breve; anche Guido
naturalmente è stato coinvolto.
Quanto a me, Pisanino, io con te a
cena invece ci verrei volentieri; magari evitiamo di ordinare piatti
esotici a base di pitoni e tutt'al più contentiamoci delle anguille...