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Questo mi permette di dire due parole sulla cosiddetta "questione epistemologica" sollevata da Luca in più occasioni.
Io
sarei propenso per dare una specie di definizione "statistica" dei vari
percorsi della libertà: semplicemente quelli principali sarebbero
quelli che hanno visto il maggior numero di passaggi , come in una sorta
di grafico a spaghetti delle previsoni meteo: dove si concentrano il
maggior numero di linee la probabilità dell'esattezza della previsone è
maggiore, viceversa dove gli spaghetti si sparpagliano l'attendibilità
della previsione si riduce. Così in una ipotetica (ma oggettivamente
impossibile) ricostruzione dei passaggi si evidenzierebbero quelli
principali semplicemente grazie alla concentrazione delle linee e al
loro sovrapporsi. ciao Bergame e grazie per avere colto la mia
<provocazione> metodologica: è importante chiarire a se stessi e
agli altri la propria linea di ricerca, senza partire da assunti dati
per scontati ma che scontati non sono affatto, e anzi il non chiarirli
condiziona negativamente la ricerca -perché la poggia su dati che non
sono <fondati>- e pure la discussione, rendendo spesso
reciprocamente incomprensibile il comportamento degli attori della
ricerca. bene, io ho detto che parto da un approccio
<epistemologico>, nel senso che il punto primo per me è definire
cosa sia la <Via della Libertà>, ovvero quando è che si parla in
modo proprio di via della libertà: la domanda non è banale, dato che
queste vie non avevano e non hanno un cartello e numeri civici come la
nostre strade trafficate. tu invece hai detto che parti da un
approccio <statistico>, nel senso che i principali sentieri della
libertà per te sono quelli che hanno visto il maggior numero di passaggi
e potrei dirti: bene, abbiamo due approcci diversi alla questione, ed
entrambi rispettabilissimi, ma mi spieghi come faccio a stabilire quali
<sentieri della libertà> sono stati i più frequentati, se non ho
la più pallida idea di che cosa sia un sentiero della libertà? perché
allora potrei anche dire, sulla base della frequenza, che la statale
Aurelia o il sentiero di Corniglia sono e sono state senz'altro le vie
più frequentate e quindi sono le <principali vie della libertà>? tu
mi dirai che però l'Aurelia o il sentiero di Corniglia non sono una via
della libertà: passi per l'Aurelia, ma Corniglia, o Finocchaia? ma
allora che è una <via della libertà>? e così si ritorna a
bbombazza alla mia questione epistemologica, che, comunque la vedi, è la
questione prioritaria, se vuoi combinare qualcosa nella ricerca: per
trovare qualcosa, bisogna sapere prima cosa cercare, altrimenti trovi in
sostanza solo quello che già sai, questo è poco ma sicuro.
voglio
ricordarti un brano che in parte contraddice la tua tesi che il nome
"sentiero della libertà" sia sta o dato solo successivamente ai fatti.
E' un brano tratto proprio del libro di Nicodemi -Lenzetti che Pisanino
ha fatto entrare imperiosamente nella discussione. A pag. 80 del volume
c'è un capitoletto intitolato "Il sentiero della Libertà" e questo
comincia proprio così : "I tedeschi sapevano che ad Antona si
dipartiva quello che già da allora cominciò ad esser chiamato "il
Sentiero della Libertà" ed erano i stati informati dalle loro spie che
una agguerrita formazione partigiana teneva saldamente nelle mani la
difesa di quel luogo " grazie per avere risposto anche alla
mia <provocazione> linguistica e per avere aggiunto un elemento in
più (anche se in questo caso sembra a sfavore) alla questione che ho
sollevato: in realtà l'importante è avere posto un altro problema,
laddove sembrava ci fosse un dato scontato, che in realtà tanto scontato
non lo è per davvero. nel frattempo ho ritrovato altri dati tra la
mia documentazione, che rinfozano la mia impressione che la datazione
del nome <Via o Sentiero della della Libertà> sia ancora
successiva e abbia a che fare con le cerimonie successive
all'inaugurazione del sacrario di Tecchia, 1987: infatti i due articoli
suppongo del Tirreno e della Nazione datati 10/4/1987 e raccolti
nell'opuscolo citato di Giancarlo Bertuccelli <Quel dicembre 1944,
dal baluardo di Tecchia un monito per la pace> parlano ancora di
<sentiero della salvezza>, mentre solo nell'opuscolo successivo
<Sul Sentiero della Libertà>, 1988, si parla appunto di
<sentiero della libertà> accanto a <sentiero della
salvezza>, pag.9. certo l'ANPI saprà dire qualcosa di più preciso
su quella che è la data di nascita ufficiale di questa pittoresca
espressione, cui il passo che hai citato di <Guerra sulle Apuane>
non mi pare contribuisca in realtà in modo decisivo.
qualcosa di
decisivo lo aggiunge invece la lettera di Gino Briglia/Sergio a Vinci
Nicodemi a quell'altra questione -in relazione a questa- cui accennavo
nell'ultimo intervento: l' <operazione istituzionale> condotta dai
quadri dirigenti del gruppo Patrioti Apuani:
GRUPPO PATRIOTI F3 "FALCO" 7.2.1945 Caro Vinci, ti invio lo schema riguardante il servizio dei civili che oltrepassano le linee per raggiungere l'Italia liberata. Tale
servizio dovrebbe essere da te personalmente controllato poiché ha
assunto presso gli alleati un carattere di somma importanza. Infatti
così tengono molto in considerazione tale servizio che maggiormente sarà
apprezzato se compilato come da schema allegato. <...> Saluti e auguri a tutti Sergio a
parte il fatto che non si fa cenno all'organizzazione di una <Via o
Sentiero della Libertà>, è evidente e noto che la regolamentazione
del passaggio del fronte di civili secondo le modalità previste nello
<schema allegato> fosse un'iniziativa partita dai comandi alleati e
imposta a tutti dai quadri del gruppo Patrioti Apuani per disciplinare
la dinamica spontanea dei passaggi del fronte, e che questo fatto
determina una frattura netta tra un prima e un dopo, e la nascita di
qualcosa di nuovo e dalla identità ben definita, e guai a chi sgarra: la
<Via della Libertà>. che dire poi, a parte gli abusi, di
quelli che, partigiani e non, coscienziosamente e a rischio della pelle
hanno svolto prima e altrove il servizio ai civili? certo è che fecero
del loro meglio, ma altrettanto certo è che non organizzarono la <Via
della Libertà>, perché questa, come si è visto, è stata anzitutto
un'operazione istituzionale e militare di alto livello tra comando
alleato e quadri partigiani.
per quanto riguarda la
localizzazione di questo passaggio alle Greppie (e quando parlo di
Uncini intendo sempre le Greppie), nelle testimonianze <a voce
viva> ho sempre sentito parlare delle Greppie, e guarda caso anche
l'opuscolo dell'ANPI citato anche da Marco punta chiaramente lì -l'unico
elemento di ambiguità è l'identificazione del Pitone-, come il Passo
per eccellenza: non solo il servizio ai civili passava di lì, ma anche,
in entrambi i versi, il servizio logistico, quello postale e quello
informativo. il Pitone o la Focoraccia venivano magari utilizzati quando le Greppie erano inagibili per una qualche ragione.
la
tua <statistica a spaghetti>, per quanto succulenta, ti potrà
dare -anzi diciamo pure...ti avrebbe potuto dare, quando c'erano gli
elementi, ora dove li vai a trovare, è proprio questo il problema- la
via più frequentata, che non per questo deve coincidere per forza con la
Via della Libertà. più che il <quando> e il <quanto>, che
sono accessori, l'essenziale è per me il <cosa>. e comunque proprio <sui numeri> c'erano oscillazioni spaventose già dalla fine della guerra. e
come ho già detto, quello che connota una Via della Libertà è il valore
sostanziale, <garantista> che viene dato alla parola libertà: la
libertà in senso sociale non è vera libertà, se non vengono create le
condizioni per cui la fuga da una situazione di disagio -la libertà da-
non diventi una schiavitù anche peggiore o una brutta fine.
tra
l'altro anche lo stesso Federigi sembra riconoscere che il passo più
frequentato sia stato quello della Focoraccia -chiamato dai zanesi Foce
Capraia, ma noto per lo più, col nome di Focoraccia-, ma non mi pare che
è della <Via della Libertà> che si sta parlando.
L'episodio
dell'ex carabiniere Marchini è avvenuto nella zona di quello che è,
probabilmente, il varco nella Linea più transitato e, certamente oggi il
più celebrato tra quelli dei territori da noi presi in considerazione.
Il varco si apre in corrispondenza della mancata saldatura delle linee
della 148° Divisione tedesca con quelle della Monterosa ed è noto, per
lo più, col nome di Focoraccia. e comunque, ripeto, si tratta di un mio approccio personale, certo non del tutto infondato, ma pur sempre discutibile. sulle altre note relative al Col della Perlettaia, Palerosa e Canal dal Prado si va a un altro post ciao Luca
Se un maestro...come tu, chiede all'allievo come me una cosa...da
fare, il minimo che possa fare èèèèè....Grande Plinio vorrei invitarti
al raduno dell'8 (anche se la mia presenza è in forse)e di sederti
vicino al mio socio (oramai burocratico-scriba)consolandolo per il fatto
di sopportarmi gia' da 11 mesi (un record x i miei accompagnatori). A parte...le battute vorei aggiornare un po gli scriba del topic.
Ieri
mattina è stato ripristinato un'altro tratto del 188/bis dalla casa dei
cacciatori fino al termine del bosco(ore 7,20 con queste temperature)
dove si comincia a salire nel paleo quasi in prossimita' del canale che
scende dal Piton di mezzo (ieri stavo pensando di scolpire una figura
sul pitoncino assomigliante al suo scopritore.....Bergame). La
foresta dell'Ammazonia secondo me è piu' praticabile del pezzo che
"abbiamo"pulito con Fabbri (cosi da permettere ai miei cari scriba un
pasaggio piu sicuro ed idoneo per portarsi verso il Piton di mezzo dal
188/bis senza perdersi in quella che è diventata una giungla.L'ultimo
pezzo verra' fatto la prossima settimana (impegni
parentali...permettendo). Vorrei lanciare per primo la bella notizia
che il Guido....ha passato la specializzazione...ed è diventato Dottore a
tutti gli effetti.......speriamo che non si monti la capa ha.ha.ha e
vorra' del lei....come il mio socio. Vi saluto....Pisanino
Grazie delle notizie, Pisanino, compresa quella del dottor Guido cui vanno naturalmente tutte le congratulazioni del caso!
Quel
tratto che avete meritoriamente ripulito l'ho percorso l'altro giorno
tornando dalle mie ricognizioni tornantinesche. In effetti non era
proprio messo benissimo. In un punto dopo un canale, dove c'era un
albero caduto, manca poco mi perdo!
Da domani a domenica sono in Valle d'Aosta, ma il prossimo fine settimana spero proprio di terminare la mia ricerca.
Però partirò da cava Capraia. Qualcuno sa se la strada che la raggiunge
è percorribile con un'auto normale? O devo sciropparmela tutta a piedi?
L'altro giorno l'ho fatta fino alla casa delle focacce e mi è parsa in
discreto stato, ma non avevo tempo di proseguire oltre.
in settimana...ci faccio un salto io, ho il suv 4x4 ti faccio
sapere quanti km puoi fare dalla casa delle focacce (questo x uno scriba
come te è il minimo che posso fare,ma a cena con te ancora non ci
vengo...ha.ha.ha.) Pisanino
Per Marco as,ti è andata anche bene...visto che nella settimana
prossima per ripristinare l'ultimo tratto del 188/bis passo da li oggi
mi son fatto un giro per vedere le condizioni del piano viabile. Facciamo qualche numeri in metri: Partendo dalla casa delle focacce....fino al cancello sotto la cava...sono km 2,400 metri l'ultimo spazio idoneo se non hai un 4x4 x la sosta si trova a km 1,600 (c'è un'ometto in sassi di grandi dimensioni a comferma) la descrizione del percorso è.....
partendo
dalla casa delle focacce dopo mt.100 in piano la strada comincia a
scendere x mt.300 attraversando il canale delle Madielle...ecco li
appena passato il canale c'è un' altra discesa di 100 mt.da valutare se
riesci non a scendere ma a risalire al ritorno (per me è
fattibile)...poi la strada va quasi in orizzontale per mt.500 fino ad
arrivare in prossimita della palestra di roccia "il Campaccio sulla
dx"ravaneti ai lati della strada....altra salitella di mt.200
(fattibile)e altri mt.700 in orizzontale dove alla fine dei 700 mt.
troverai la sosta "obbligatoria" sulla destra con ometto in sassi.(e
siamo esattamente a km.1,600 dalla partenza dalla casa) NON
PROSEGUIRE CON L'AUTO gia' io con il 4x4 ho trovato difficolta' per le
pessime condizioni della strada ultimamente il rpristino da parte dei
cavatori non c'è stato in quel tratto.(poi vedrai tu stesso sul posto) Che
dire la strada qualche anno fa, io l'ho fatta con un'autovettura
normale yaris verso e piu' o meno è la stessa fino alla sosta con
l'ometto,ci sono avvallamenti per il deflusso dell'acqua ma piano piano
sono praticabili,qualche sasso sulla sede stradale, ma hai diversi spazi
di sosta caso mai per rigirare ti do il metraggio 1° sosta mt.200 - 2
sosta mt.400 - 3 sosta mt.1000 sotto la parete di roccia - 4 sosta
mt.1300 ultima sosta dove lasci l'auto mt.1600 (misurazione sempre
partendo dalla casa delle focacce Battutella...io Massese con auto
normale c'è lho fatta varie volte.....tempo fa...tu Fiorentino di citta'
vediamo..caso mai se sei in difficolta chiama al 3272812008 ho il cavo
per il traino ti prendo solo la chiamata euro 30.00. ti saluto Pisanino