Paolo VI
Le immagini degli albanesi infuriati che nei primi mesi del 1997, dopo il
crollo delle società finanziarie, hanno protestato e poi hanno attaccato duramente le
forze dellordine sono ancora vive nella memoria di ciascuno e passerà del tempo
prima che i segni di distruzione degli edifici pubblici incendiati e saccheggiati si
cancellino definitivamente.
Mentre le immagini dello scontro della folla con la polizia sono
comprensibili e già viste in altri Paesi, quelle delle biblioteche in fiamme, delle
università devastate, dei municipi fumanti, delle banche distrutte e delle caserme
militari prese dassalto rimangono senza precedenti e talvolta perfino inspiegabili e
incredibili.
Attualmente in Albania, in merito a quello che è successo, convivono
caoticamente fenomeni di colpevolizzazioni interne (ipotesi e accuse precise a soggetti o
raggruppamenti politici) e fenomeni di colpevolizzazioni esterne (ipotesi e accuse precise
sullingerenza da parte di Paesi terzi). Da notare dunque che le responsabilità si
leggono esclusivamente in chiave politica. E una lettura parziale del fenomeno, che,
sebbene importante e fondamentalmente vera, non si mostra esaustiva.
Tutto questo si svolge sotto la radiazione autogiustificativa della
collettività che nel vittimismo e nelle sue stesse caratteristiche trova, o si illude di
trovare, limpunità e la purità.
Per capire in profondità bisogna gettare anche uno sguardo spassionato ai
fenomeni collettivi e alle loro concrete espressioni, come la folla che abbiamo menzionato
pocanzi. Ma non bisogna sostare ingenuamente alla superficie delle sue immagini,
bensì scendere nelle sue viscere, nel centro della sua energia che attacca e distrugge
inesorabilmente la propria ricchezza, le proprie istituzioni, il proprio futuro, insomma
se stessa. Lo sguardo deve penetrare allinterno di questo meccanismo sociale, fatto
di individui, per capirne le ragioni, le funzioni e le ripercussioni. Occorre poi
considerare le diverse espressioni della folla visto che spesso la sua lava scorre
positivamente in percorsi legittimi.
Attribuire o ridistribuire responsabilità non è ovviamente il nostro
intento, per quanto ultimamente sia diventato in Albania uno sport molto praticato.
Riteniamo sia più ragionevole e conveniente tentare la comprensione del fenomeno alla
radice.
Comunque sia, vivere in un contesto di continua proiezione di colpe
significa rimanere imprigionati in un circolo vizioso perverso e senza fine, mentre se si
esorcizzano le debolezze la magia si potrebbe rompere, in quanto esse non potrebbero
fungere più da alimentatori di forze maligne, interne o esterne che siano.
Avrebbe tutta laria di un auspicio, ma non lo è. Si tratta di
qualcosa di più: di impellente necessità. (Continua con i seguenti
sottocapitoli)
1.1. DI MASSA IN FOLLA
1.2. FOLLE FESTIVE
1.3. LA FOLLA ORGANIZZATA
1.4. LA FOLLA SENZA TEMPO
1.5. INVISIBILITA ILLUSORIA
1.6. SENZA VIA DUSCITA
1.7. LA FOLLA IN EUROPA
1.8. LA FOLLA SEZIONATA
1.9. LA FOLLA SOTTACCUSA
1.10. UGUAGLIANZA E IMPUNIBILITA
1.11. FOLLA ASSOLTA?
1.12. UNA POSSIBILE SALVEZZA