LED ZEPPELIN
Geniali, innovativi, capaci di lasciare una traccia
indelebile nella storia della musica: tra la fine degli anni '60 e la prima metà
dei '70 i Led Zeppelin sono i principi incontrastati nella grande stagione
dell'hard rock. Oltre 200 milioni di album venduti nel mondo lo confermano.
Tutto comincia dalle ceneri degli Yardbirds: dopo le sfortunate parentesi con
Eric Clapton e Jeff Beck, il chitarrista
Jimmy Page e il manager
Peter Grant si ritrovano senza una band ma con dei
contratti da onorare. È così che i tentativi di costituire i New Yardbirds
portano nello stesso studio di registrazione il cantante Robert Plant, il
batterista John Bonham e il bassista/tastierista John Paul Jones (al secolo
James Baldwin): "Ci ritrovammo a suonare in una stanza – ricorderà più tardi
Page – e dopo poco ci rendemmo conto di cosa stava succedendo. Iniziammo a
ridere, per la gioia o per la consapevolezza di quel che potevamo fare noi
quattro insieme".
Quello che possono fare insieme è subito chiaro anche al di fuori della band:
hanno una presenza scenica mostruosa, un'energia incredibile e un sound che
porta il rock-blues verso orizzonti musicali completamente nuovi.
È per questo che negli ultimi mesi del 1968 la loro carriera parte come un
razzo: a settembre suonano nelle date precedentemente fissate per gli
Yardbirds; a ottobre cambiano nome e diventano
Led Zeppelin; nello stesso mese investono 1.782
sterline per 30 ore di registrazione e incidono il loro album di debutto
(l'omonimo "Led Zeppelin"); entro la fine dell'anno firmano con Atlantic Records,
che distribuisce il disco a partire dal 1969.
Il risultato di tutto ciò è un successo straordinario, che impone il nome della
band all'attenzione mondiale e che trasforma le sue esibizioni dal vivo in
appuntamenti da non perdere per nessuna ragione al mondo. Anche perché pochi
mesi dopo il gruppo si conferma alla grande: a ottobre del 1969 esce "Led
Zeppelin II", immediato successo di pubblico e critica, destinato a dominare le
classifiche grazie a classici assoluti come i brani "Whole Lotta Love" e "Moby
Dick".
Ci sarebbe di che prendersi una pausa per darci dentro con le notti di sesso,
droga e rock 'n' roll. Invece no: le nottate ci sono comunque, ed entrano nella
leggenda, ma chissà come la band riesce a trovare il tempo di spingere la sua
sperimentazione musicale ancora più avanti. L'anno successivo (1970) "Led
Zeppelin III" inaugura un uso maggiore delle chitarre acustiche e conferma le
doti compositive del gruppo grazie a lunghe suite strumentali.
Nuovo anno, nuovo capolavoro: "Led Zeppelin IV" (1971) porta ancora più
avanti la musica del quartetto, che alterna il rock di "Black Dog" al folk di
"The Battle Of Evermore", ma che soprattutto confeziona la straordinaria "Stairway
To Heaven".
Il 1972 è in gran parte dedicato a un mastodontico tour mondiale, che consacra
la fama della band e che fa rimpiangere la disgraziata avventura italiana
dell'anno precedente, dopo la quale Robert Plant aveva dichiarato "non verremo
mai più a suonare in Italia".
Era infatti successo che l'organizzazione del Cantagiro aveva fatto casino,
sottovalutando la portata di un concerto dei Led Zeppelin e gestendo la loro
esibizione milanese con troppa leggerezza (la scaletta, ad esempio, prevedeva
che si esibissero prima di Al Bano e questo già la dice lunga). Insomma, il
giorno del concerto la ressa è pazzesca e la polizia carica coi lacrimogeni la
folla radunatasi fuori dal velodromo Vigorelli. Risultato: la band annuncia
l'intenzione di non tornare più in Italia (promessa purtroppo mantenuta).
Sia come sia, dopo la tournée mondiale i Led Zeppelin entrano in studio per
lavorare all'album #5: "Houses Of The Holy" esce nella primavera del 1973 e
sperimenta uno sguardo musicale in direzione di funk e reggae, ma anche un uso
più esteso delle tastiere e del mellotron (ad esempio nel brano "The Rain
Song").
Il tour successivo è un nuovo trionfo, destinato nella sua fase statunitense ad
abbattere ogni precedente record. Una data in particolare entrerà nella storia:
il concerto al Madison Square Garden, che viene registrato e filmato e che nel
1976 diventa sia un doppio album live sia una delle più celebri pellicole rock
(entrambi intitolati "The Song Remains The Same").
Nel 1974 arriva finalmente una pausa meritata, ma se i Led Zeppelin non si
esibiscono dal vivo né pubblicano nuovo materiale, trovano comunque il tempo di
fondare la loro etichetta discografica (Swan Song). Sarà lei a pubblicare tutti
i successivi album della band a partire da "Physical Graffiti", un doppio disco
uscito all'inizio del 1975 e subito premiato con un successo impressionante (il
brano "Kashmir" diventa la bandiera della nuova fase dei Led Zeppelin, fondendo
rock, blues e musica tradizionale asiatica).
Sull'onda dell'entusiasmo vengono poste le basi per una nuova tournée, ma il
destino costringe il gruppo su binari differenti: Robert Plant e sua moglie
rimangono infatti vittima di un serio incidente automobilistico mentre sono in
vacanza in Grecia. Il tour viene annullato, Plant trascorre il resto dell'anno
in riabilitazione e qualcuno comincia a sollevare l'ipotesi che la disavventura
sia stata causata da energie negative evocate nel corso di riti satanici
praticati dalla band. Come mai questa ipotesi? Per 3 ragioni. Primo: perché va
di moda accusare il rock di satanismo. Secondo: qualche anno prima Jimmy Page si
era molto interessato alla figura di Aleister Crowley, sacerdote di Satana che
ispirò anche i Black Sabbath e i Rolling Stones. Terzo: qualcuno sosteneva da
tempo che ascoltando al contrario "Stairway To Heaven" potevi sentire un inno al
demonio cantato da Plant.
Ipotesi strampalate a parte, nel 1976 i Led Zeppelin tornano con un nuovo album
("Presence") e col già ricordato doppio live "The Song Remains The Same". Una
nuova disgrazia è però all'orizzonte: nella primavera del 1977, durante la
tournée statunitense, il figlio di 6 anni di Robert Plant muore in seguito a
un'infezione allo stomaco.
L'immediata cancellazione del tour e le bocche cucite sulla sua eventuale
ripresa alimentano i primi pettegolezzi sul futuro della band, soprattutto
perché Plant va in crisi e si isola dal resto del mondo fino a buona parte del
1978.
Invece, nella tarda estate di quell'anno i Led Zeppelin tornano in studio di
registrazione, nel 1979 si imbarcano in un breve tour europeo e subito dopo
pubblicano "In Through The Out Door" (album che testimonia l'allontanamento
dalle radici blues e l'avvicinamento al progressive). Il nuovo lavoro debutta
direttamente in vetta alle classifiche di Inghilterra e Stati Uniti, ma mentre
fervono i preparativi per il nuovo, attesissimo tour statunitense, un'ultima
tragedia si abbatte sulle sorti della band: il 25 settembre 1980 John Bonham
viene trovato morto nel suo letto. A ucciderlo è stato un cocktail di alcol e
barbiturici. Bonham è insostituibile, la sua morte scioccante: a dicembre del
1980 i Led Zeppelin annunciano il loro scioglimento.
Robert Plant, Jimmy Page e John Paul Jones si dedicano a carriere soliste,
ritornando insieme nel corso di eventi eccezionali come il
Live Aid del 1985 (con Phil Collins alla batteria) e il concerto
celebrativo di Atlantic Records nel 1988 (con Jason Bonham, figlio di John, alla
batteria).
Naturalmente, rimane lo spazio per le raccolte, come "Led Zeppelin" (1990, 4 CD,
record assoluto di vendite per un box set), "The Complete Studio Recordings"
(1993, 10 CD), "The BBC Sessions" (1997, 2 CD con esecuzioni live del periodo
1969-1971).
In mezzo a tutto questo c'è anche lo spazio per una nuova collaborazione fra
Jimmy Page e Robert Plant, che dà origine a nuove tournée e a due album: "No
Quarter" (1994) e "Walking Into Clarksdale" (1998).