Tour delle Saline     

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Cartina stradale

Cartina escursionistica

Punto di partenza Carnino Inferiore (1392 m), raggiungibile da Ceva (uscita dell'autostrada A6 Torino - Savona) risalendo la Val Tanaro attraverso Garessio, Ormea, Ponte di Nava e Viozene: superato un tratto intagliato nella roccia, si lascia la strada principale, diretta a Upega, e si segue la diramazione che risale il Vallone di Carnino fino al piccolo parcheggio che precede la borgata.
Descrizione Dal parcheggio, si raggiungono le poche case di Carnino Inferiore, abitate soltanto durante la stagione estiva ma ristrutturate con gusto, e si prende una mulattiera che si inerpica attraverso le abitazioni. Entrati nel bosco, con alcuni tornanti si raggiunge una larga pista sterrata che, con breve percorso in falsopiano, conduce presso le antiche case dei Tetti delle Donzelle (1537 m, h 0,20). Una breve diramazione sulla sinistra porta sul terrapieno di fronte al Rifugio Ciarlo Bossi (1550 m). Bella veduta, sull'opposto versante del Vallone di Carnino, sulla Cresta del Framargàl, ricca di rocciosi spuntoni. Con moderata pendenza, il sentiero si inoltra nel Vallone delle Saline, ai piedi dell'ardita bastionata delle Rocce del Manco: salendo fra prati e macereti, si giunge ad una strozzatura del vallone, dove il piccolo rio scorre fra grandi salti di roccia. Dopo un paio di tornanti, che fanno guadagnare un po' di quota, si traversa il rio e si risale, sul versante opposto, un pendio erboso , in vista dei grandi pascoli alla testata del vallone. Superata una croce commemorativa, si lascia a sinistra il quasi impercettibile stacco della traccia che conduce alla sella tra Cima Pian Ballaur (2604 m) e Cima delle Saline (2612 m), e si giunge ad un vastissimo ripiano pascolivo, dove si nota la nuova, ma già abbandonata, costruzione di un gias. Sulla sinistra, spicca la rocciosa bastionata Sud Est della Cima delle Saline. Continuando al centro del vallone, si risale un dosso erboso e si entra poi in una valletta che sbocca sui grandi prati alla base del versante Est della Cima delle Saline, che si rimontano fino al cartello indicante il Passo delle Saline (2174 m, h 2,10). Sul versante opposto appare alla vista la testata della Valle Ellero, con la Cima Seirasso (2435 m), la Cima della Brignola (2472 m) e, all'estrema destra, il Mongioie (2620 m). Dal passo, una ripida traccia conduce in circa h 1 sulla Cima delle Saline. Una serie di ripidi tornanti conducono sul sottostante ripiano, ricco di cespugli di rododendri, da dove continuando a scendere verso sinistra (traccia non molto evidente), si tocca il fondovalle dell'Ellero poco a valle del Gias Gruppetti. Seguendo ora la larga carrareccia, con bella veduta sul massiccio delle Saline, si transita presso il Gias Pra Canton (1764 m) e, trascurata una diramazione a destra che, oltre il torrente, porterebbe al Gias Bellino, si raggiunge in breve la Sella del Piscio, dove sorge il Rifugio Havis de Giorgio - Mondovì (1761 m, h 1,15 dal passo). Bella vista sulle impervie pareti delle Rocche del Pis, con la triangolare Punta Havis de Giorgio (2221 m) e la massiccia Cima delle Masche (2392 m). Sul versante opposto, riposanti pendii prativi salgono verso i pascoli della Brignola e del Seirasso. Dal rifugio si prende una traccia che, di fianco alla stalla, si dirige in leggera salita verso il conoide detritico da cui scaturisce il "Pis dell'Ellero", ma la si lascia quasi subito, per innalzarsi senza percorso obbligato sul pendio erboso e petroso che scende dal basamento della Cima Havis de Giorgio. La salita risulta alquanto faticosa, sia per l'estrema ripidezza del terreno, sia per l'assenza di una sicura traccia. Giunti alla base delle rocce, ci si dirige sulla sinistra, verso l'evidente imboccatura del Canalino delle Masche, che si incunea nella bastionata rocciosa ripido ed angusto. Si risale il ripido canale per terreno detritico, facendo attenzione a non smuovere pietre, fino ad un saltino di un paio di metri, che si supera grazie all'aiuto di una catena: un ultimo tratto detritico ed un pendio cespuglioso conducono su di un bel pulpito, con bella veduta sulla media ed alta Valle Ellero. La seconda parte del Canalino delle Masche risulta meno impegnativa, e per erba e cespugli conduce alla selletta superiore, da dove ci si immette nell'ampio Vallone delle Masche (h 1,30 dal rifugio). Si tratta di un'ampia conca carsica, ricca di ondulazioni e di fenomeni ipogei (doline, pozzi, inghiottitoi, grotte). Appaiono sullo sfondo la Cima delle Saline (la dolomitica parete Nord) e la Cima Pian Ballaur (con il suo contrafforte Nord-Est). La traccia risale l'ampia conca (attenzione in caso di nebbia), tra chiazze di neve ed immensi ammassi di sfasciumi, fino ad un costone roccioso, che si risale con insistente ripidissima salita. Alle spalle, svetta l'ardita acuta piramide della Punta Rovereto (2381 m), tra la Cima delle Masche e la Cima delle Saline, mentre si allarga la vista sull'ampio Vallon delle Masche. Rasentando le rocce basali della Cima Pian Ballaur, si traversano in quota altri ripidi pendii carsici e, con un'ultima salita, si raggiunge l'altipiano (2500 m circa)  posto ai piedi delle creste terminali della Cima delle Saline (a sinistra) e della Cima Pian Ballaur (a destra). Un'altra traccia risale l'ampia cresta Ovest della Cima delle Saline fino in vetta. Raggiunto il ciglio dell'altipiano che si affaccia sul Vallone delle Saline, il sentiero si getta in un ripidissimo canalone, di fianco ad una arditissima dolomitica paretona, e con stretti tornanti conduce ai prati sottostanti, tra grandi massi erratici. Scendendo per prati, badando a seguire attentamente i segni rossi, si giunge alla grande conca pascoliva con il nuovo gias abbandonato, incontrato all'andata (h 1,30 dall'altipiano). Scendendo lungo la bella mulattiera del Vallone delle Saline, già percorsa all'andata, si supera la strozzatura rocciosa, si toccano i Tetti delle Donzelle (con il Rifugio Ciarlo-Bossi) e si scende alle case di Carnino Inferiore (h 1,15 dal gias).      
Tempo totale h 7,30 - 8
Difficoltà EE allenati
Dislivello 1500 m circa
Ultimo sopralluogo agosto 2001
Commenti

Periodo consigliato: giugno-metà luglio e fine agosto-metà settembre

Itinerario molto faticoso da percorrere in una sola giornata; ambiente suggestivo ed interessante per i fenomeni carsici, nonchè per il carattere piuttosto solitario della parte centrale della traversata. Nella seconda parte della stagione, splendida fioritura di stelle alpine. Portare molta acqua (l'unica possibilità di rifornimento è data dal Rifugio Mondovì), ed evitare possibilmente la parte centrale dell'estate, a causa del gran caldo.