Punto di partenza |
Grange
Ciarviera (1934 m), raggiungibili da Mondovì attraverso Cuneo,
Caraglio, Dronero e la Val Maira; giunti ad
Acceglio (1220 m), si prosegue sulla strada principale che raggiunge Ponte
Maira (1404 m), Saretto (1530 m) e Chiappera (1661 m),
l'ultimo centro abitato della valle. Lasciato a destra il Rifugio
Campeggio Campo Base (1690 m), si risale su rotabile
sterrata il Vallone del Maurin, passando alla base della slanciata
Rocca Provenzale (2402 m) e di fronte alle imponenti Cascate
di Stroppia, fino ad un ampio tornante nei pressi delle Grange
Ciarviera, dove si lascia l'auto. |
Descrizione |
Superato il
tornante della rotabile, si imbocca sulla sinistra un sentiero che inizia
ad inerpicarsi piuttosto ripido sulle balze erbose allo sbocco del Vallone
dell'Infernetto, con bella vista sulla
Rocca Provenzale e sulla zona del Monte Oronaye (3100 m); dopo due primi erti tratti separati da un breve
pianoro, si giunge ad una vasto ripiano erboso, che si percorre fino in
fondo, alla base della bastionata discendente dallo sperone de Le Coste,
che divide in due l'alto Vallone dell'Infernetto. Il sentiero, con
una lunga diagonale da destra a sinistra, risale detta bastionata e,
giunto al suo culmine, entra in una amena valletta erbosa dove si trova un
bivio (2600 m circa, h 1,30);
trascurata la diramazione di sinistra, che si inerpica verso il visibile Colle
dell'Infernetto (2783 m), si prosegue nel fondovalle, incontrando
piccoli laghetti (Laghi
dell'Infernetto). Dopo una serie di
mammelloni erbosi, il fondo del vallone diventa detritico e
pianeggiante,
mentre si fa sempre più vicina la sua testata con l'imponente Tete de
l'Homme (3202 m) e l'ampio e alto Colle del Ciaslaràs (2973 m). Ad un certo
punto, sulla sinistra, appare un lungo e ripidissimo canalone di terra
scura; questo è il canalone da risalire interamente, con estrema fatica a
causa della ripidezza e della mancanza di una traccia, fino alla
bastionata di rocce che lo sbarra in alto (h 3,30).
Da questo punto (sosta scomoda a causa della precarietà del terreno) si
afferra una catena che consente di raggiungere l'attacco vero e proprio
delle rocce. Una seconda catena conduce per uno stretto canale-camino fino
ad un terrazzino, da dove una terza catena permette di traversare (molto
esposto!) l'intera parete sovrastante il canalone d'accesso, per una
cengia in qualche punto esigua, fino all'ultimo muretto sottostante il Passo
delle Terre Nere (3042 m, h 4),
confine di stato. Splendida vista su tutta l'alta Maira e, sul
versante opposto, sulle alti pareti del Brec (3389 m) e dell'Aiguille
de Chambeyron (3409 m), le più alte vette alpine a Sud del Monviso.
In basso, al centro della comba terminale del Vallon de Chambeyron,
occhieggia il bellissimo Lac des Noef Couleurs (2834 m). Una ripida
quanto veloce discesa tra grandi massi e detriti conduce sulle rive del
lago (h 4,30); di qui, trascurata la
traccia che scende lungo il vallone verso il Refuge
de Chambeyron (2626 m) e l'abitato di Fouillouse
(1876 m), una breve salita consente di raggiungere l'ampio e detritico Col
de Gippiera (2930 m, h 4,50),
aperto tra il Brec de Chambeyron e la Tete de la Frema (3143
m). Bella vista frontale sulla parete Sud
dell'Aiguille
de Chambeyron. Dal colle si rientra in Italia e, scendendo attraverso vasti macereti,
si giunge al dosso erboso su cui è eretto il piccolo Bivacco
Barenghi (2820 m, h 5,10),
sulle rive del bel Lago del Vallonasso di Stroppia (2810 m). Si
segue ora il sentierino ("Sentiero Icardi") che, alle
spalle del bivacco, procede con saliscendi mantenendosi alto sulla sponda
sinistra idrografica del Vallonasso di Stroppia (bella veduta su alcuni
laghetti al centro del vallone); doppiato il
costone discendente dalla Cima della Finestra, lo si costeggia
dall'altra parte con ripida salita fino ad una prima selletta, da dove
appare la piccola conca del Lago di Finestra (2794 m, h
6), dominato dall'evidente foro naturale che dà il nome alla
stessa montagna. Superato il lago, si scavalca una seconda selletta, da
cui risulta visibile l'ultimo tratto di sentiero a mezzacosta che conduce
all'evidente Colle dell'Infernetto (2783 m, h
6,20). Bella veduta sull'alto Vallone dell'Infernetto e
sull'erto canalone facente capo al Passo delle Terre Nere, percorso
al mattino. L'inizio della discesa dal Colle dell'Infernetto è
molto ripida e dirupata (attenzione in caso di bagnato!), ma alcune funi
metalliche facilitano i passaggi più scabrosi, e si arriva così su una
vasta pietraia da cui si raggiunge in breve il bivio sul sentiero
principale del vallone (circa 2600 m, h 6,50).
Seguendo a ritroso il sentiero già percorso all'andata, si scende
nuovamente alla rotabile del Vallone del Maurin e alle Grange
Ciarviera (1934, h 8). |
Tempo totale |
circa
h 8 |
Difficoltà |
EE
(assenza di vertigini!) |
Dislivello |
circa
1500 m |
Ultimo sopralluogo |
settembre
2000 |
Commenti |
Periodo
consigliato: luglio - metà settembre Itinerario ad anello paesaggisticamente
stupendo, anche se molto faticoso; durante il cammino si
incontrano alcuni splendidi laghi, tra cui quello dei Nove Colori di
notevole estensione. Divertente l'ultimo tratto di salita al Passo delle
Terre Nere (attenzione in caso di neve residua), estenuante però il lungo
canalone di accesso Nel Vallone dell'Infernetto sono diffusissime le
marmotte, i cui acuti richiami accompagnano la marcia.
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