Punto di partenza |
Gias delle
Mosche 1591 m, raggiungibile da Mondovì attraverso Cuneo,
Borgo San Dalmazzo e la Valle Gesso; giunti a Valdieri,
si trascura la diramazione per Entracque e, superata la frazione di
Sant'Anna di Valdieri, si giunge alle Terme di Valdieri
(1346 m). Una stretta rotabile, nel primo tratto asfaltata, risale il Vallone
della Valletta fino allo spiazzo del Gias delle Mosche; più
avanti la strada si fa molto dissestata, per cui se ne sconsiglia la
percorrenza con i normali automezzi. |
Descrizione |
Lasciato sulla
sinistra il sentiero che si dirige verso il Rifugio
Bozano, si prosegue
sulla strada sterrata (ex militare) fino ad un ripiano cosparso di grossi
massi (Gias della Casa 1678 m, h 0,25) da dove, superato un ultimo dosso,
si raggiunge il margine del vasto Piano della Casa (1740 m, h
0,45), un
grande ripiano erboso circondato da imponenti cime rocciose. Arrivati al
termine della rotabile (e trascurati i sentieri per il Colle di Ciriegia
2551 m e per il vicino Rifugio Regina
Elena, visibile su un poggio al
centro del vallone), si imbocca una mulattiera che si dirige in piano
verso la testata della valle e, giunta nei pressi del Rio Ghiliè,
inizia ad inerpicarsi sulla sinistra nel ripido Vallone dell'Assedras.
In alto, appare già la sagoma del Rifugio Remondino, a cui si deve
far riferimento. Superato il rio del vallone su un ponticello, si trascura
il bivio a destra per il Colle del Mercantour (2050 m, h
1,30) e, superato nuovamente il torrente su un altro ponte, si
continua a salire tra cespugli e pietraie ai piedi della Punta della
Madre di Dio (2800 m). Arrivati ai piedi del cocuzzolo roccioso su cui
è sito il rifugio, con un'ultima serie di tornanti il sentiero conduce al
Rifugio
Remondino (2430 m, h 2,30).
Bella vista, alle spalle, su Cima di Nasta (3108 m), Cima
Paganini (3051 m) e Serra
dell'Argentera, con l'evidente
canalone facente capo al Passo dei Detriti (3120 m), a cui si deve
mirare nel prosieguo dell'itinerario. A sinistra si staglia imponente la catena
della Madre di Dio, mentre a destra si eleva la più modesta ma
ardita Catena del CAI. Sul versante opposto del Vallone
della Valletta, spicca la zona di Fremamorta e di Bresses.
Dal rifugio si segue una traccia di sentiero che si dirige verso la base
dell'enorme colata di sfasciumi discendente dal Passo dei Detriti,
tra la Cima Paganini e la Cima Genova (3191 m). Il canalone
si risale per il suo centro (labile traccia) o, più impegnativo ma meno
faticoso, sulle roccette di sinistra (fianco della Cima Genova)
fino all'intaglio del Passo dei Detriti (3120 m, h
1,45 dal rifugio), sullo spartiacque Vallone Assedras (Gesso
della Valletta) - Altipiano del Baus (Vallone della Rovina
- Gesso di Entracque). Dal valico, splendida vista sul Bacino
del Chiotàs, sulla zona del Rifugio Genova (la salita da
questo versante è possibile ma più impegnativa, h
3,30 dal rifugio
genova) e sul Gruppo del Gelàs. Dal Passo risulta visibile
l'ulteriore tratto di salita da compiere, che prevede il percorso della
cengia che sale in diagonale lungo la parete orientale della Cima Sud
dell'Argentera (3297 m); con attenzione per via dell'esposizione
(negli ultimi anni dovrebbe essere stata posta lungo la cengia nei punti
più scabrosi una fune metallica) si raggiunge la base di un canalino
discendente dalla cresta Est. Risalitolo per facili rocce, si segue la
breve cresta verso destra fino in vetta (3297 m, h
2,30). Nelle giornate terse, panorama veramente eccezionale!
Ritorno (attenzione!) per la stessa via e fino al Gias della Mosche in h
3,15. |
Tempo totale |
h
8,15 - 8,45 |
Difficoltà |
EA
allenati (niente vertigini!) |
Dislivello |
circa
1700 m |
Ultimo sopralluogo |
agosto
'94 (fino al Passo dei Detriti) |
Commenti |
Periodo
consigliato: luglio - metà settembre
Itinerario molto panoramico, ma che supera un
forte dislivello in relativamente poco spazio, con conseguenti frequenti
ripide salite; attenzione nell'ultimo tratto sulla cengia, soprattutto in
caso di nebbia! Il percorso si svolge interamente nel Parco Naturale dell'Argentera,
per cui è molto facile imbattersi in camosci o stambecchi (io ne ho visto
uno al Passo dei Detriti).
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