Punto di partenza |
Clavière (1760 m), raggiungibile da Torino attraverso l'Autostrada
del Frejùs fino a Oulx e risalendo poi il corso della Dora
Riparia fino a Cesana Torinese (1358 m); lasciando la strada
che sale al Colle del Sestriere, si raggiunge la stazione sciistica
di Clavière (1760 m) , posta a poca distanza dal
valico geografico del Colle del Monginevro. |
Descrizione |
Dal paese si
prende una stradetta sterrata che si stacca sulla destra e si dirige
pianeggiando all'imbocco del Vallon des Baisses; superata una
seggiovia, la carrareccia entra in un bel bosco e, fiancheggiando il
torrente, lascia a sinistra una diramazione per il Colle del Monginevro ed
inizia a risalire il vallone con pendenza moderata. Al termine
del bosco, si giunge ad un ripiano erboso (Piano delle Sette Fontane)
che occupa l'intero fondovalle (qui molto ampio), presso le costruzioni
delle Granges des Bausses (2029 m, h 1),
dove la carrareccia ha termine. Sulla sinistra idrografica incombono i
contrafforti rocciosi della Punta della Portiola (2813 m) e del Monte
Chaberton (3130 m). Si prosegue ora su un sentiero che continua nel
fondovalle, fino ad un bivio: trascurata la diramazione di sinistra, che
si inerpica sul versante destro idrografico del vallone diretto al Col
des Trois Frères Mineurs, si prende la traccia a sinistra, che valica
il torrentello e inizia a salire verso un ripido valloncello roccioso che
si insinua nella bastionata rocciosa del Monte Chaberton. Raggiunto
il rio che percorre la valletta, si incontra una vecchia costruzione
adibita a ricovero di fortuna (Ricovero delle Sette Fontane, 2257
m, h 1,30), da dove una lunghissima
serie di erti tornanti conduce faticosamente sullo spartiacque all'altezza
dell'ampio Colle dello Chaberton (2671 m, h
2,30). Splendida vista sui monti della Savoia e, sul
versante opposto, sulla testata delle valli Susa e Chisone.
Sul valico giunge, dal versante italiano, una rotabile ex militare
proveniente, con lungo e tortuoso percorso, dal villaggio di Fenils
(1276 m), posto sulla strada che unisce Oulx a Cesana Torinese.
La rotabile, dal colle, risale il fianco petroso del Monte Chaberton
con numerosa serie di tornanti, supera un interessante baraccamento della Seconda
Guerra Mondiale e, con un panorama che va ampliandosi sempre di più,
raggiunge la grande spianata posta sulla vetta del Monte Chaberton
(3130 m, h 4). Panorama eccezionale a
giro d'orizzonte, dal Rocciamelone (3562 m) alle zone di Bardonecchia
e Sestriere, fino alle Alpi del Delfinato, agli Ecrins
e all'imponente Grand Pic de Rochebrune (3320 m), svettante isolato
sul Col d'Izoard. Sulla vetta, risulta molto interessante la visita delle opere
di guerra, veramente imponenti, realizzate dagli Italiani all'inizio del
Novecento: una serie di torrette sembrano sostenere il terrazzo
della cima, mentre sotto di esso si apre una grande caserma (visitabile
con attenzione!) all'interno della quale permane per tutta l'estate uno
spesso strato di ghiaccio sul pavimento. Queste opere, che
costituiscono la più alta batteria d'Europa, erano state
costruite in quanto il Monte Chaberton domina dall'alto sia il
valico del Monginevro che la conca di Briançon, dove erano
poste le batterie francesi.
Il ritorno si effettua per lo stesso itinerario di salita in h
2,30, oppure, giunti al Colle dello Chaberton, è
possibile scendere sul versante opposto seguendo la strada fino a Fenils
(h 3); in quest'ultimo caso, tenere
presente che le località di partenza e di arrivo sono piuttosto lontane. |
Tempo totale |
h
6,30 - 7 |
Difficoltà |
E
allenati |
Dislivello |
circa
1300 m |
Ultimo sopralluogo |
luglio
'90 |
Commenti |
Periodo
consigliato: metà giugno - metà settembre
Itinerario privo di difficoltà ma piuttosto
faticoso. Paesaggisticamente stupendo, ma interessante anche per la visita
delle fortificazioni presenti sulla vetta; è utile, per questo scopo, una
torcia elettrica. Attenzione al ghiaccio presente nella caserma. Evitare
il periodo più caldo: oltre alla foschia che pregiudica il panorama,
infatti, il percorso è interamente o quasi esposto al sole.
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