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Lungo l'Autostrada Milano-Venezia si possono incontrare le tre maggiori città d'arte del Veneto :  Padova, Vicenza e Verona.

Padova, oltre ad essere una delle più antiche città universitarie d'Europa, era un grande centro del Rinascimento nel Veneto : Giotto, Donatello e Mantegna crearono qui alcuni dei loro migliori capolavori.

Su di un'area non molto lontana da Padova si estendono i Colli Euganei, con le sue straordinarie bellezze artistiche e panoramiche, dove, in Arquà, Petrarca visse e scrisse i suoi versi più famosi.

Vicino troviamo Montagnana, una città racchiusa dalle sue mura medioevali, nelle adiacenze della zona termale di Abano Terme. Proseguendo lungo la linea autostradale c'è Vicenza, la città dove visse palladio, e quindi Verona che dista dal Lago di Garda soli 30 Km.

 

Il verde entroterra  della Provincia di Treviso domina l'area dietro Jesolo con a Nord la fascia pre-alpina. Nella Marca Trevigiana, conosciuta anche come il giardino di Venezia, si possono ammirare alcune delle più belle ville palladiane come Villa Maser incastonata nell'indimenticabile sfondo dei Colli Asolani. A pochi passi da lì c'è Possagno con la Gipsoteca del grande Canova, Bassano, famosa per le sue ceramiche ed una un'altra cittadina, protetta da una cinta di mura antiche, casa del Giorgione. Continuando giù per la valle del Piave od attraversando la città di Conegliano, uno dei più rinomati centri vinicoli italiani , e di Vittorio Veneto, si raggiunge Belluno e Feltre, giusto nel cuore delle Dolomiti. Cortina d'Ampezzo, nel centro del Cadore, ci aspetta per un gita in macchina attraverso panorami e Parchi Nazionali che la fanno unica nel suo genere e simbolo del turismo montano d'elite.

 

Di grande interesse storico è anche l'itinerario ad est di Jesolo, partendo da Portogruaro, l'antico porto fluviale della Repubblica Marinara, ben conosciuto per i suoi vini, e Caorle, con la sua meravigliosa Cattedrale romanica e il particolarissimo campanile.

Nelle vicinanze della costa di Grado possiamo vistare Aquileia, il maggiore porto romano dell'Italia settentrionale, e quindi Trieste.

Non lontano da Aquileia c'è Palmanova, unico esempio di città-fortezza costruita nel 1593 da Vincenzo Scamozi per proteggere i territori orientali della Repubblica Veneziana, e la città di Udine.

 

La storia, o meglio la leggenda della Riviera del Brenta, che coincide con la sua fortuna turistica, l'hanno scritta i viaggiatori italiani e stranieri. Ancora oggi sono le loro voci che narrano di questo "piccolo mondo"; 27 chilometri di lunghezza da Fusina a Stra, arricchito dall'inventiva veneta in un territorio antico. La realtà fisica della Riviera è stata creata dai veneziani quando, nel 1400, usciti dal nido dell'acqua protettrice, hanno cominciato a trasferire dal mare alla terra il loro spirito imprenditoriale.

Iniziarono cosi a pacificarne le turbolenze politiche, bonificare profondamente il suolo e a risanare un territorio infiltrato da acque spurie. Fino a domare il corso del Brenta: un capolavoro di scienza idraulica. In quel periodo, il XV secolo, si cominciarono anche a costruire le ville: la bellezza venne ad abitare in campagna quando i patrizi più potenti (e intraprendenti) decisero di replicare qui le architetture traforate del Canal Grande, ingaggiando grandi architetti e pittori, da Palladio al conte Frigimelico, da Scamozzi al Longhena, dallo Zelotti a Giannantonio Pellegrini, ai Tiepolo, al Guaranà, a Zais. E l'acqua ritorna protagonista di questa terra: il Brenta delle ville è un cordone ombelicale con Venezia, una via commerciale e molto frequentata di giorno e di notte da "Barche grandi, Burchi, Platee e altri Legni" stracarichi di merci. Per secoli si poteva arrivare in villa soltanto con un corteo di barche. Le strade che noi oggi percorriamo furono costruite più tardi, quando una ferrovia uni Padova a Fusina.  Le ville, meraviglie per gli occhi, oggi sono un tesoro di signorilità fra i campi coltivati e un modello che tutto il mondo ha imitato: nobili dimore per il riposo, fattorie dotate di stalle e granai, baronesse in molti casi ad uso foresterie. Qui il nobile proprietario trascorre lunghi periodi e sovrintende al lavoro dei contadini e ai raccolti. Questo mix di piacere e dovere, che si chiama realismo veneziano, ha fatto parlare di vera e propria "civiltà brentana" per indicare l'originalità del rapporto tra le invenzioni dell'uomo e dell'ambiente naturale. E di conseguenza chi adesso frequenta questo habitat sa anche che le manifestazioni in programma, siano esse tradizionali o nuove, hanno un carattere compatibile con l'ambiente. Un patrimonio di folclore e di religiosità popolare sono le feste di paese, tornate attraenti anche per le generazioni più giovani e per i turisti che si lasciano coinvolgere dalla genuinità e freschezza delle attrazioni e dai riti di piazza. Se le fiere, le sagre, i carnevali, le mostre a tema si svolgono durante tutto l'anno, non mancano le novità. Cosi non va dimenticato che ogni anno la Venice Marathon parte dalla Riviera per arrivare lungo il filo della corrente del Brenta, in occasione della festa "Riviera Fiorita" sfilano le meravigliose barche della Regata storica di Venezia che si esibiscono in parata. E l'estate, ormai, è diventata sinonimo di un'iniziativa che si chiama "Festival delle Ville nelle Terre di Venezia": l'intera Riviera ospita attori e musicisti da varie parti d'Europa e si trasforma in palcoscenico di teatro e concerti, ma anche arte circense, balletti e musica etnica.

I tesori del Brenta non si fermano soltanto ai luoghi e alle manifestazioni, ma riguardano anche la gastronomia che una volta arricchiva le tipiche osterie dove i viaggiatori si fermavano per rifocillarsi e adesso nutre i turisti e i suoi abitanti in trattorie, agriturismi, ristoranti dal tipo familiare alla categoria di lusso. I cibi, comunque, non hanno cambiato la loro funzione: legare il visitatore ai luoghi, e allora ecco comparire sulle tavole delle rive del Brenta i cibi rustici della gente dei campi ("fasioi, carne de manzo e polenta"), quelli più raffinati a base di "risi, capon, rosto de vedelo, de oseleti, polpetta, stufatin e formaggio", quelli nobili derivati dall'acqua (tartufi di mare, capesante al gratin, granseole, cozze, uova di seppia) e dalla terra (cacciagione, anitra, faraona e verdure degli orti). Il tutto impreziosito e annaffiato da vini veneti dell'entroterra.

Ieri una forte potenza economica e insieme "aristocratica", oggi un infinito patrocinio naturalistico e culturale: la Riviera del Brenta da sempre offre a chi la vive e visita un unico e spettacolare punto di vista “galleggiante” sulla vita del suo fiume.

 

 

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