L'ESISTENZIALISMO
(da Cioffi.., Corso di filosofia.., cit., p.728)

Con il termine esistenzialismo o filosofia dell' esistenza si è soliti indicare quell'indirizzo filosofico-culturale con temporaneo che assume a proprio tema l'analisi dell'esistenza, intesa come lo specifico modo di essere dell'uomo nel mondo.
L'esistenzialismo nasce in Europa nel periodo fra le due guerre mondiali, in un contesto caratterizzato dalla crisi profonda dei valori intellettuali, sociali ed etici tradizio-nalmente associati all 'Ottocento (ottimismo, progressismo, spiritualismo ecc.). Di qui la frequente designazio-ne dell'esistenzialismo come filosofia della crisi.
Tuttavia, la maggior parte degli autori che si è soliti assegna-re a tale indirizzo respinge ogni interpretazione meramente sociologica o storico-culturale della propria filosofia, ritenendo che la crisi storica possa solo aver contribuito a portare alla luce una inquietudine metafisica da sempre presente nell'uomo (Marcel); oppure cogliendo una opposizione tra filosofia dell'esistenza e filosofia dell'essenza latente in tutto l'arco del pensiero occidentale, tanto da considerare la filosofia dell'esistenza come "una forma dell'unica, antichissima filosofia" (Jaspers).

L'esistenzialismo e le sue varianti nazionali
L'esistenzialismo si differenzia inoltre sulla base delle singole tradizioni nazionali.
Quello tedesco (Barth, Heidegger, Jaspers), generalmen-te considerato come il punto di riferimento dell'intero esistenzialismo europeo, si lega alla rinascita kirkegaardiana e alla valorizzazione di autori isolati nell'Ottocento, come Nietzsche, oltre a ricollegarsi al diffuso clima della filosofia della vita (Lebensphilosophie) e a utilizza-re raffinati strumenti di analisi, come la fenomenologia husserliana, L'esistenzialismo francese si rifà piuttosto alla tradizione spiritualistica rappresentata da Pascal e Malebranche, rinnovata nell'Ottoceiito da Maine de Biran, Hamelin e Bergson. L'esistenzialismo russo - pur rappresentato da pensatori vissuti esuli in Francia, quali Berdjaev e Sestov - si richiama alla tradizione spiritualistica russa di scrittori come Chomjakov. Dostoevskij e Solov 'ev.
Quello italiano (Abbagnano, Grassi. Luporini, Paci, Pareyson), infine, nasce da un lato sotto la diretta influenza di quello tedesco, dall'altro costituisce una reazione all'idealismo e in particolare all'attualismo gentiliano.

Il profilo teorico dell'esistenzialismo
Non è agevole assegnare con certezza singole opere, o persino singoli autori, all esistenzialismo, per il diffuso clima polemico in cui tale corrente si sviluppò e che in-dusse taluni tra i suoi rappresentanti più significativi (Heidegger, Marcel, Jaspers) a respingere la qualifica di "esistenzialisti", o ad accettarla solo in parte e fra molti distinguo; mentre spinse altri (Sartre) ad appropriarsene in modo ideologico, pretendendo una sorta di monopolio su di esso.
E' possibile comunque individuare, pur con le dovute cautele, alcune tesi che si possono ritenere tipiche dell'esistenzialismo:
1) quella, anzitutto, proposta da Sartre, secondo cui l'esistenza precede l'essenza. In base a tale definizione, la filosofia dell'esistenza si caratterizza come un rovesciamento della tradizionale metafisica dell'essere e, per le dirette implicazioni teologiche del rifiuto dell'argomento ontologico, come radicale ateismo. Tale definizione ha suscitato non solo l'opposizione dei filosofi teisti come Marcel, ma dello stesso Heidegger. che ha denunciato l'equivoco "umanistico" dell'esistenzialismo sartrjano.
2) Secondo una tesi opposta (condivisa, ma secondo linee metodologiche e con risultati divergenti, sia da Marcel sia da Heidegger e Jaspers) l'esistenzialismo è viceversa una filosofia dell'essere. Essa sola consente di rinnovare l'interrogazione metafisica sul senso dell'essere, assumendo come luogo di interpretazione e di rivelazione quell'essere concreto che noi stessi siamo, l'esserci o Dasein umano finito e la sua posizione nel mondo.
3) Secondo un'altra definizione, che attinge anch'essa al-la filosofia tedesca, ma è stata valorizzata in Italia so-prattutto da Abbagnano, l'esistenzialismo è quella filoso-fia che pone al centro l'idea di possibilità e quindi la li-bertà dell'uomo. L'esistenza è infatti trascendenza, ex-sistere cere significa uscire (dal nulla) per tendere verso (l'essere), e questo risultato non può essere garantito in assolu-to, ma solo progettato come libera possibilità.

Differenziazioni e polemiche sull'esistenzialismo
Nell'esistenzialismo sono state proposte ulteriori differenziazioni, distinguendo per esempio tra un esistenzialismo positivo e uno negativo: tra un esistenzialismo ateo e uno religioso: tra un esistenzialismo individualistico e uno sociale o comunitario.

Secondo una interpretazione invalsa soprattutto in Italia, l'esistenzialismo tedesco avrebbe un carattere "negativo". nel senso di nichilistico e fatalistico, in quanto condizionato dall'accettazione dei risultati ''distruttivi'' della filosofia nietzscheana. Il Cosiddetto esistenzialismo positivo deve viceversa uscire dall'ombra di una metafisica rovesciata e accostarsi con più fiducia all'umanesimo della scienza e della tradizione moderna.

La distinzione tra un esistenzialismo ateistico e uno religioso (benché facile a prima vista in autori opposti come Sartre e Marcel) non è sempre agevole, per il carattere paradossale della religiosità kierkegaardiana, che alla filosofia dell'esistenza fornisce il precedente più significativo e un punto di riferimento imprescindibile. Non a caso il mondo cattolico (specialmente nelle sue espressioni più ufficiali) ha visto nell'esistenzialismo una reazione antiumanistica e una tarda filiazione del radicalismo religioso protestante e luterano.

Il richiamo all'esperienza eccezionale di Kierkegaard è servito anche alla frequente identificazione dell'esistenzialismo come una filosofia individualista. In effetti, se elementi individualistici sono facilmente riscontrabili nell'insistenza kierkegaardiana sul singolo e sono stati rilevati (anche in senso autocritico) in molte espressioni - soprattutto letterarie dell'esistenzialismo (si pensi, per tutte, a Sartre), resta il fatto che la maggioranza degli autori ritenuti "esistenzialisti" ha condotto una polemica costante contro i rischi di solipsismo e ha insistito (talvolta persino con una certa retorica) sulla identificazione tra esistenza e coesistenza, tra singolo e comunità.

Carattere nettamente sociale ha poi l'esistenzialismo rus-so, sia per le sue radici religiose e comunitarie, sia per il confronto e la polemica costanti con le contemporanee esperienze di costruzione del socialismo in Russia.


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