ESISTENZA
(da Cioffi, cit, p.148)

Il termine esistenza (ingl. existence, frane. existence, ted. Dasein, Existenz), che nel linguaggio comune è usato come sinonimo di vita, ha nel lessico filosofico un significato tecnico specifico.

Nel latino classico, il verbo existere significa "uscire da", "provenire da": il prefisso "ex" indica una condizione di esteriorizzazione.
Di qui il significato con cui il termine existentia è utilizzato dagli scolastici, con i quali entra nel vocabolario filosofico: l'esistenza è il modo d'essere di un ente che riceve il suo essere dal di fuori, cioè da Dio. L'esistenza indica quindi il modo d'essere specifico della creatura, una condizione di dipendenza, di derivazione.
Di qui il carattere di contingenza che caratterizza l'esistente, in quanto dipendente dall'atto della libera volontà divina (su questo elemento della contingenza la successiva filosofia dell'esi-stenza porrà con insistenza l'accento).

Con questa visione dell'esistenza come derivazione si intreccia, già nel pensiero medievale, la concezione del-l'esistenza come fatto, come effettività:
a)se l'essenza esprime la natura concettuale di un ente, il suo poter-es-sere,
b) l'esistenza rappresenta l'attualità di questa possibilità (in base alla distinzione aristotelica potenza/atto). L'esistenza, in questa visione, è sinoni-mo di realtà in atto, e l'esistente indica ciò che in realtà è.

Nella filosofia moderna, con Cartesio, l'aspetto dell'esistenza come deriva-zione da altro si attenua, ed esistere di-viene praticamente sinonimo di essere: attraverso l'esperienza del dubbio car-tesiano il soggetto si accerta di sé co-me pensante e quindi di sé come esi-stente, pervenendo infine a fondare su questo l'esistenza di Dio e del mondo esterno.
Proprio la discussione sulle prove dell'esistenza di Dio mette in lu-ce il problema del passaggio dal pen-siero all'esistenza. (!!cioè dalla concettualità alla realtà)

Obiettando contro la prova ontologica, per cui il concetto di Dio come essere perfettissimo ne implica necessariamente l'esistenza (essendo l'esistenza più perfetta del non-essere), Kant sostiene che l'esi-stenza è una "posizione assoluta", che non può essere predicata, cioè dedotta logicamente, dall'essenza. L'esistenza è per Kant una delle categorie della modalità (insieme a possibilità e necessità), che indica, attraverso il giudizio assertorio, il semplice fatto d'esse-re di una cosa, oggetto di esperienza.
La tesi della non deducibilità dell'esistenza dal pensiero è presente in Jacobi, in Hamann e nell'ultimo Schelling (che Kierkegaard ascoltò a Berlino nel 1841), in polemica con Hegel, che nella Logica aveva sostenuto che l'esistenza è momento di sviluppo dell'idea.
Questa opposizione è spinta al suo massimo grado da Kierkegaard, il qua-le proprio sull'impossibilità di costrui-re un "sistema dell'esistenza", cioè di pervenire dal pensiero all'essere, fon-da la sua filosofia.
L'esistenza - affer-ma Kierkegaard - "corrisponde alla realtà singolare, al singolo (ciò che già insegnò Aristotele): essa resta fuori, e in ogni modo non coincide con il concetto (...) un uomo Singolo non ha certo un'esistenza concettuale".
Con Kierkegaard l'esistenza, in quanto modo d'essere proprio di quell'ente che è l'uomo, diviene oggetto della filosofia stessa. In questo senso, il suo rifiuto del sistema non impedisce a Kierkegaard di elaborare le categorie necessarie alla descrizione della situazione esistenziale: Singolo, possibilità, divenire, scelta, decisione, ripresa, angoscia, e altre, in un quadro che recu-pera l'idea dell'esistenza come "esser posto" da altro, quindi come contingenza e rapporto con il trascendente.
La centralità dell'esistenza come oggetto filosofico (e in generale tutta la tematica kierkegaardiana) verrà riproposta e interpretata in direzioni diverse all'interno del cosiddetto esistenzialismo, tendenza filosofica nata negli an-ni venti (proprio a seguito della Kierkegaard renaissance) tra i cui principali rappresentanti vengono an-noverati Karl Jaspers e Martin Heideg-ger in Germania, Jean-Paul Sartre e Gabriel Marcel in Francia, Nicola Abbagnano in Italia (vedi PROFILO STORICO L'esistenzialismo).



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