Gita a san Fedelino sul lago di como

 

Dopo una settimana di pioggia. Fa freddo e non è la giornata giusta. Ora sono qui appoggiata al tempietto romanico di san Fedelino, in riva al laghetto di Mezzola. Le maniche del maglione tirate fin sulle dita e il bavero alzato per proteggermi dall’aria fredda. Ogni tanto il sole fa capolino tra le nubi bianche che nascondono il cielo presagendo tristemente altri giorni di lacrime e freddo.

La radura è delicata e un folto bosco di betulle e robinie si apre davanti a me tra l’acqua e la colata granitica che ho appena disceso per arrivare fin qui. Due corvi gracchianti con voce torva piombano giù all’improvviso velocissimi.

Qui appoggiata alla rotondità del tempietto sto attenta a non infastidire la rotondità di un fungo, visibilmente pazzerello, che vive proprio al mio fianco. La chiesetta risalirebbe a circa il secolo decimo: in semplice pietra secondo lo stile medievale è addossata alla roccia con cui si fonde in parte. La restante struttura ha base quadrata con davanti un’abside semicircolare. All’interno ci sarebbero degli affreschi d’epoca poco conservati. Ritoccato più volte nel corso dei secoli, anche recentemente sono state concluse le ristrutturazioni e il riconsolidamento dell’edificio. Ancora si odono i corvi sovrapporsi al sciabordio lacuale. L’acqua ha assunto una tinta grigio glauca con sfumature panna sulle increspature mentre le foglie degli alberi rifulgono di un verde intenso quasi vitreo da giorni di pioggia.

Sento che il sole è felice lassù in cielo mentre io scrivo la sua canzone quaggiù.

Fa freddo e s’agitano le foglie come tante nacchere violente. Sono appena le tre ma già sembra pomeriggio inoltrato.

Da Sorico, subito prima del ponte, ho svoltato a sinistra seguendo un’indicazione di legno "per san Fedelino" e la Berlinghera.

Si segue la freccia fino a uno spiazzo dove è possibile parcheggiare. Poi altri cartelli di legno indicano il cammino "del giubileo 2000" che conduce qui dove pare sia stato martirizzato san Fedele le cui reliquie invece sarebbero deposte nella basilica di sant’Eufemia a Como, ora chiamata san Fedele. La località, molto isolata, è raggiungibile da più parti oltre che direttamente dal lago di mezzola. Il mio percorso, che è anche quello del giubileo, passa dalla frazione Dasio poi ad un primo bivio si incontra una strada asfaltata che sale ed un sentiero che scende. Sebbene tutte e due le vie portino a destinazione quest’ultimo, segnalato, è consigliabile per le accattivanti caratteristiche paesaggistiche. Percorrendo la strada asfaltata si arriva al borgo di Albonico poi superato un torrente ci si ricongiunge al cammino. Scegliendo il sentiero basso invece si giunge ad una radura dove si prende per il prato, a destra, tralasciando un tracciato rampante sulla sinistra e proseguendo per i prati tra due case bianche. Poi il percorso comincia a sfoderare un fascino particolare. Torrenti, ponti di pietra e di legno, alberi secolari dimore di fate e folletti. Sono tronchi scavati all’interno talmente grandi che quasi sono abitabili anche dall’uomo. Poi man mano salendo, si devono superare alcune ripide rampe, bosco e rocce si frammistano scemando in una flora d’alta montagna fino alla sommità del monte. Branchi di capre possono ostruire il passaggio ma basta armarsi di pazienza. Infine, dopo circa un’ora di ascesa si ricomincia a scendere tra rocce e arbusti raggiungendo infine un'altra foresta. Il dirupo finale è scosceso e si srotola su un ammasso pietroso, forse un’antica miniera di marmo. In tutto circa due ore e si giunge alla meta. Naturalmente si può arrivare a san Fedelino anche dall’altro versante del lago. L’unica raccomandazione è di non intraprendere il cammino descritto dopo lunghi giorni di piogge intense perché il sentiero spesso ricalca proprio il greto di qualche ruscello generalmente in secca e si rischia di trovarsi inondati.

La vista panoramica, specialmente dall’alto è eccezionale con i laghi e le vette innevate. Si nota particolarmente in questo periodo la filanda costruita per il set di "Renzo e Lucia" sul pian di Spagna quasi dirimpetto.

Qui alla radura del santuario regna una dolce calma che richiama giorni d’infanzia quando si provava a pescare per la prima volta o si facevano i primi picnic all’aperto. Le prime feste di compleanno, i primi baci. Chissà perché vengono alla mente queste strane sensazioni…

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