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Ai monti Nava

 

Cosģ ricordo mia madre

sdraiata sul prato

bambina

quel profumo intenso di genziane

questo odore d’erba schiacciata

la brezza giocosa tra le foglie

le mosche che non danno pace

quel lezzo di vacca

questo puzzo di sterco e fieno

Tremezzo chissą che fa

lą sotto lontano

mentre l'osservo imponente

dalla corona del Nava

le mosche che ronzano

sono l’emblema della mia animica caducitą

e subito torno lą

ai prati fioriti della Valtellina

terra che mi ha allevata

nelle sue nutrici braccia

quei profumi di montagna

e i torrenti sassosi

la resina di pino, la neve, le malghe

il muggito dei bovi sui declivi estivi del duemila

non avrei voluto un’infanzia migliore

grazie mamma

ora che non ci sei pił

il tuo spirito č sempre con me

ma pił di tutto

le nostre alpi

l’educazione sana

e libera che m'hai dato

saremo sempre cosģ noi due

come il vento impetuoso delle vette

tu angelo ritrovato

io quello perduto

qui ad aspettare…

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(passeggiata lariana, §cygnuss. como
4 aprile 2002)