Cos'è la 'svizzeritudine'?

Svizzeritudine

La Svizzera si trova in una situazione piuttosto insolita: sul suo territorio si parlano tre delle più importanti lingue europee ma, fatta eccezione per il romancio, parlato solo dallo 0,5% della popolazione, il paese non ha una lingua propria. Quale che sia il gruppo linguistico di appartenenza, tutte le comunità svizzere hanno legami linguistici e culturali con uno dei vicini maggiori. Per qualcuno di Ginevra è più facile parlare a un parigino che a un connazionale di Berna e per un ticinese è più facile leggere il Corriere della Sera di Milano che la Neue Zürcher Zeitung.

Le comunità linguistiche si distinguono anche nelle abitudini culinarie, nelle tradizioni e negli usi e costumi. La loro storia comune non risale a più di due secoli fa. Prima dell'invasione di Napoleone nel 1798, alcuni cantoni dominavano addirittura altre parti della Svizzera. Gli abitanti dell'odierno Cantone di Vaud, ad esempio, erano sudditi di Berna e non godevano degli stessi diritti dei Bernesi.

Gli stessi svizzeri hanno qualche volta dei dubbi su ciò che li accomuna oltre al passaporto e su quello che li rende effettivamente svizzeri. Di loro stessi dicono che li lega la volontà di restare uniti. L'atteggiamento generale si riassume con una frase: "unità, non uniformità".

«Ciò che differenzia la storia svizzera dal modello europeo è il risultato. Le comunità svizzere si sono costruite dal basso verso l'alto, crescendo da liberi contadini o piccole associazioni di paese, e sono curiosamente pesanti nella loro parte bassa, un po' come quelle bambole che, anche se spinte, si rimettono sempre in piedi. Il peso è in basso. Le comunità hanno un profondo equilibrio verso il quale, come verso il punto di riposo, l'ordine sociale e politico tende a ritornare.» (Estratto da 'Why Switzerland?', 1976, di Jonathan Steinberg, docente di storia moderna europea all’Università della Pennsylvania e profondo conoscitore della realtà svizzera.)

(dal sito:
www.swissworld.org)