Se fosse (parte terza)
di Maddalena
Trascorsero assieme la
giornata seguente equamente divisa tra cultura e architettura, al mattino,
e natura e divertimento al pomeriggio. Visitarono il Museum of Man, il
palazzo architettonicamente più significativo di tutta San Diego. La
cupola ornata di piastrelle blu, bianche e gialle ricordava le decorazioni
della stazione ferroviaria Santa Fe e del Balboa Theater di Horton Plaza,
a Downtown. L’ingresso principale, a sud, era ornatissimo, mentre il
lato est, dava su giardini e fontane antropomorfe molto singolari.
All’interno, sotto le navate ispirate alla chiesa della Madonna di San
Biagio a Montepulciano, si trova una delle più raffinate collezioni di
antropologia e archeologia, con accento particolare sulla cultura dei
nativi americani del sudovest prima dello sbarco europeo.
Visitarono i tre dei musei
più interessanti di Sand Diego allestiti nella Casa de Balboa: il Museum
of San Diego History, il Museum of Photographic Arts e infine il San Diego
Model Railroad Museum, dedicato a riproduzioni in miniatura di tratti
ferroviari realmente esistenti in America.
Nel pomeriggio fu la volta
del Balboa Park, sede dello zoo più famoso del mondo ma anche del
Botanical Building, con lo stagno dei gigli acquatici e delle ninfee e con
300 specie di piante tropicali all’interno dell’originale struttura in
acciaio, nel quale Daisy e Russ passeggiarono mano nella mano. Alla sera
cenarono alla Trattoria “La Strada” nella 702 Fifth Avenue che era
stata più volte nominata la prima “cucina italiana” di San Diego.
L’ambiente era elegante e raffinato e il menù, elaborato, dello chef
Bernardoni, riproponeva la migliore cucina toscana e per proprio per
questo il locale era quello preferito dai turisti che affollavano la città.
Iniziarono col gustare
come antipasto la tipica “Bruschetta Toscana” e poi prosciutto di
Parma con pere e gorgonzola, carpaccio ai carciofi e formaggio grana e una
insalata primavera, mentre come primo scelsero ravioli Rossini e spaghetti
alla bolognese, come secondo optarono per le scaloppine di vitello ai
funghi porcini e i saltimbocca alla Romana. Daisy mangiò tutto con
curiosità ed avidità, per lei erano cibi assolutamente nuovi e terminò
la cena con una fantastica torta al cioccolato e nocciole della quale era
incredibilmente ghiotta.
Tra una portata e
l’altra i due innamorati ebbero il tempo di parlare.
“Tu sei mai stato
sposato?” chiese Daisy all’improvviso
“No”
“E fidanzato?”
“Che cosa intendi per
fidanzato?”
“Sei mai stato sul punto
di sposarti?”
“No”
“Hai dei figli?”
“Ti ho già detto che
non sono mai stato sposato”
“Si possono avere figli
anche senza essere sposati!”
“Ah, già è vero !!”
rispose lui ridendo
“Allora?”
“Non sono mai stato per
tanto tempo con una donna da arrivare a sapere se era rimasta incinta di
me!”
“Vuoi dire che potresti
aver avuto un figlio e neanche lo sapresti?”
“Già. Ed ora passiamo a
te”
“A me?”
“Sei mai stata
sposata?” le chiese ridendo
“Certo che no”
“E fidanzata?”
“No. Te l’ho detto che
non ho un ragazzo”
“E che mi dici di Steve?”
“Steve? Pensi davvero
che potrei stare con uno come Steve?”
“E perché no ! E’ il
capitano della squadra di football, è carino, brillante .. E poi ti
vedevo spesso con lui”
“Siamo amici, ma non è
il mio tipo. Io preferisco gli uomini più maturi … Quelli come te,
insomma !!”
“Me ne sono accorto”
“Ti posso fare
un’altra domanda?”
“Me ne hai già fatte
tante !”
“Quand’è che ti sei
sentito attratto da me? In quale preciso momento?”
“Fammi pensare …. A
parte quando mi hai proposto di …”
“Ti prego non
ricominciare anche qui con quella storia” esclamò mettendogli una mano
sulla bocca
“Stavo scherzando” le
rispose prendendole la mano per baciargliela
“Hai incominciato a
piacermi quando ….. eri comodamente addormentata sulla mia spalla ….
ricordi quando stavamo in macchina, quella sera che ci hanno portati da
Devery”
“Dici sul serio?”
“Eri talmente bella e
così indifesa”
“Wow !”
“E che mi dici di te?
Quand’è che hai incominciato a trovarmi interessante?”
“Sempre quella sera.
Quando eravamo in macchina e tu hai impedito a Randy di colpirmi! Ho
capito che eri … sai .. il classico cavaliere con la bianca armatura
…”
“Certo che siamo proprio
una bella coppia”
“Eccome!. Avevi ancora
qualche dubbio ? Altra domanda !”
“Ancora ?”
“Come mai hai scelto
questo ristorante ?”
“Una volta sono stato In
Italia, in Toscana, e lì ho imparato ad apprezzare la loro cucina. Ci
sono parecchi casali dalle parti di Arezzo e ne ho visitati alcuni, sono
luoghi incantevoli. Chissà, forse un giorno potremo andarci!”
“Dici sul serio?”
“Certo”
“Sarebbe a dire che stai
pensando ad un futuro …. con me?”
“Esatto. Che ne dici?”
“E’ fantastico !!”
Daisy lo abbracciò
“Ehi, calmati … non ti
preoccupa il fatto di essere in un luogo pubblico?”
“In questo caso no. Sono
così felice !!”
* * *
Dopo cena andarono al
Gaslamp Quarter. Un fazzoletto ritagliato nel centro urbano composto da 16
isolati soltanto, ma con un’atmosfera speciale. Panchine di ferro e
lampioni a gas che di sera si illuminano come quando il distretto era a
luci rosse, un reticolato formato da vie battezzate con lettere o numeri
che si intersecano, offrendo continue occasioni di sosta per il visitatore
curioso: dai negozietti di antiques ai coloratissimi murales, dagli empori
di spezie ai caffè, fino a negozi davvero unici come la Cuban Cigar
Factory
Sembrava che avessero dimenticato le confessioni di
lui della notte precedente … o meglio che volessero dimenticarle per
poter vivere in serenità quei pochi momenti, per non vanificare la magica
intimità che si era appena instaurata tra loro.
Quella notte fu stupenda. Non si stancavano mai di
provare nuove situazioni, di scoprire completamente i loro corpi. Lui era
passionale e coinvolgente e lei finì per assecondarlo in ogni suo
capriccio. Era come se facessero l’amore da sempre, che non avessero
fatto altro nella loro vita.
Nelle prime ore del mattino lui si alzò, lei non
sentendolo più accanto a sé si svegliò di sobbalzo.
“Che ore sono?”
“Quasi le sei” riposte mentre si vestiva
“Dove stai andando?”
“Devo incontrarmi con Randy”
“Ti ricordi di lui?”
“Si certo …. Il maniaco sessuale”
“Esatto”
“Quando torni?”
“Presto. Stai tranquilla. Rimettiti a dormire”
“Solo se mi prometti che quando torni mi svegli e
fai ancora l’amore con me”
“Ehi, sei diventata una piccola ninfomane?”
“E’ tutta colpa tua” si scambiarono un lungo
bacio e poi lui uscì.
Crowe e Randy si incontrarono sulla la terrazza sul
mare del George’s Café & Ocean Terrace, luogo famoso per le
appetitose insalate di mare e altre ricette con influenze giamaicane.
“Finalmente, è un po’ che ti aspetto” lo
redarguì Randy
“Adesso sono qui” replicò freddamente Crowe
“Hai l’aria stanca. Come sta andando la tua
vacanza?”
“Non sono affari tuoi”
“Te la sei scopata vero?”
“Chi?”
“La tua ragazzina …. Com’è ? Brava?”
“Non ti rispondo neanche”
“Io ti conosco molto bene. Rick. Da anni”
“Che intendi dire?”
“Stai scopando come un matto. Vero? Lo facevi
sempre per caricarti prima di una missione. C’è chi si droga, chi
mangia fino a scoppiare, ciascuno ha una propria tecnica. E tu scopavi un
casino”
“Hai portato quello che ti ho chiesto?”
“Certo” gli rispose porgendogli una valigetta
“E’ un fucile ad altissima precisione. Chiunque potrebbe fare
centro”
“E allora perché non lo fai tu?”
“A te il privilegio”
“Idiota”
“Ci si vede, Dick”
“Dopo questo ‘favore’ non ho più intenzione
di avere a che fare con gente come voi”
“Certo, certo” rispose Randy mentre si
allontanava
Quando Russell tornò all’Hotel Daisy dormiva
profondamente. Si spogliò rapidamente e si mise a letto. Aveva bisogno di
dormire. Ripensò a quello che gli aveva detto Randy. Era vero che, in
passato, aveva sfruttato per proprio esclusivo piacere ogni donna che
aveva conosciuto e conquistato grazie al fascino che lo caratterizzava, ma
ora la situazione era diversa, per la prima volta in vita sua si era
realmente innamorato. Daisy era la donna della sua vita: lui ne era
profondamente convinto
Quando lei, poco dopo, si svegliò e si accorse
della presenza del giovane si indispettì per il fatto che non l’aveva
destata quando era rientrato. Rimase a guardarlo dormire, scostò il
lenzuolo per ammirare lo splendido corpo nudo del suo amante. Con la mano
gli sfiorò dolcemente il petto e poi scese più giù …. Avrebbe voluto
svegliarlo per fare ancora una volta l’amore con lui, ma decise di
lasciarlo dormire, si rannicchiò al suo fianco e si riaddormentò.
Qualche ora dopo fu ancora lei a svegliarsi per
prima, si fece un bagno rilassante in attesa del suo risveglio.
“Era ora che ti svegliassi. Pigrone ! Cominciavo
a preoccuparmi” esclamò Daisy uscendo dalla stanza da bagno avvolta in
un grande asciugamano.
“Ero stanco”
“Ti ho strapazzato parecchio, vero?”
“Decisamente ! Sei una vera maniaca del sesso”
“Senti chi parla?” lo stuzzicò lei
“Che si fa?”
“Io ho da fare”
“E’ per oggi, vero?”
“Preferisco che tu non sappia nulla”
“Che vorresti dire?”
“Quello che ho detto. Ricordi … mi avevi
promesso che non ne avremmo parlato più”
“Tu ti senti davvero sicuro?”
“Si” ribattè il giovane concludendo il
discorso
Quando poco dopo Russ uscì portando con sé la
valigetta Daisy era sul terrazzo, si gustava il panorama cercando di
dimenticare ciò che lui si apprestava a fare. Ma le era impossibile
dimenticare: era perdutamente innamorata di lui.
* * *
Il Presidente sarebbe arrivato alle 11. Un
vastissimo servizio d’ordine e di sicurezza era stato approntato, come
sempre in queste occasioni. Un piano così spregiudicato poteva essere
messo in atto solo grazie alle esperienze accumulate nel corso degli anni
lavorando per una agenzia quale era la CIA.
Nel frattempo Daisy cercava di trovare un modo per
aiutare Russ.
Il giovane arrivò all’Holiday Inn on the Bay
dove si teneva la convencion dei Democratici. Entrò nella Hall e si recò
al bar. Vi rimase per più di un’ora, seduto ad un tavolo. Lesse un
giornale e sorseggiò una tazza di thè che si era preparato in una
maniera davvero singolare. Aveva appoggiato la bustina sul cucchiaino,
arrotolandoci intorno il codino della bustina di thè, aveva schiacciato
il talloncino sulla bustina fumante e ce l’aveva messo sopra per non
scottarsi le dita quando lo aveva strizzato con il pollice sul talloncino
e l'indice sul retro del cucchiaino. Al termine dell'operazione, aveva
srotolato la bustina dal cucchiaino e l’aveva messa da parte.
Avrebbe preferito bere
qualcosa “di forte” ma sapeva che non poteva certo ubriacarsi in quel
frangente. Ad un certo punto si alzò ed uscì dalla sala. Prima però che
potesse raggiungere la postazione scelta per l’attentato e che era stata
accuratamente predisposta dai suoi ex colleghi, venne intercettato da un
folto gruppo di uomini della sicurezza.
* * *
Russell rimase per alcune ore tutto solo in una
saletta al sesto piano dell’albergo. Quando la porta finalmente si aprì
entrò Daisy.
Lui la guardò sorpreso e preoccupato. Le corse in
contro e l’abbracciò.
“E tu che ci fai qui. Non ti avranno
arrestata?”
“No”
“Devi dire la verità e cioè che ti ho costretta
io a seguirmi fino a qui, minacciandoti!” le disse per crearle un alibi
nel caso qualcuno stesse assistendo,
di nascosto, al loro incontro.
“Stai tranquillo, nessuno ci sta spiando”
“Che intendi dire?”
“Il fatto è che …”
“Non volevo che finisse così” la interruppe
“Uno dei miei ex colleghi deve aver fatto la spiata e ….”
“Ti sbagli. Sono stata io”
“Cosa?”
“Non potevo permettere che tu commettessi un
simile crimine”
“Sei impazzita. Lo sai che cosa hai fatto? Tu mi
hai condannato all’ergastolo perché è questa la pena che mi daranno”
“Avevo paura che ti uccidessero? Era una pazzia
!”
“Ma non capisci che per me, per qualunque
persona, l’ergastolo è peggio della morte”
“Io ti amo!”
“Strano modo di dimostrarlo”
“Davvero. Io ti amo. Devi credermi!”
“Io ti amo e per questo mi sono fidato di te.
Ricordi quante volte te l’ho detto”
Crowe non era arrabbiato ma era stato profondamente
deluso dalla donna che amava. Quella con la quale si era confidato, alla
quale aveva aperto il proprio cuore. Quella era stata la prima volta che
si innamorava …. e sarebbe stata anche l’ultima.
Un agente entrò.
“Ora devo andare”
“Certo. Hai fatto tutto quello che dovevi”
“Mi dispiace” allungò una mano per prendere
quella di lui, ma Russ si ritrasse non voleva avere più nulla a che fare
con lei.
Daisy uscì, accompagnata dall’agente e Crowe
rimase solo nella stanza, assorto nei suoi pensieri.
* * *
Più tardi venne accompagnato in un’altra camera
dove trascorse la notte. Il mattino seguente due agenti speciali
dell’FBI lo andarono a prendere. I tre uomini scesero nel garage
dell’albergo. Crowe venne fatto accomodare sul sedile posteriore.
Egli si stupì molto per la procedura che era stata adottata. Solo
due uomini lo accompagnavano e non vi erano auto di scorta, trovava strano
che al presunto attentatore alla vita del Presidente degli Stati Uniti
d’America venisse attribuito un trattamento simile. Una così limitata
sorveglianza avrebbe potuto permettergli la fuga … ma lui non ci
pensava, era totalmente svuotato da ogni interesse per la propria libertà
e vita. Non faceva che pensare a Daisy. Ne era ancora follemente
innamorato, non sarebbe mai riuscito a dimenticarla, nonostante il suo
terribile tradimento nei suoi confronti.
Si accorse che si stavano recando all’aeroporto,
evidentemente la ‘alte sfere’ dell’FBI avevano deciso di trasferirlo
a Washington per le indagini preliminari.
Arrivati al San Diego
International Airport si diressero direttamente alla pista 4, senza i
controlli di rito. Nessuno fece loro domande.
Crowe rimase molto sorpreso nello scoprire che
l’aereo al quale si stavano dirigendo era della Swiss Air. I due agenti
lo accompagnarono a bordo, fino al suo sedile, dopo di che gli tolsero le
manette e scesero senza dire nulla.
Russ non capiva che cosa stesse succedendo, nel
frattempo il comandante del velivolo presentava il volo: destinazione
Ginevra.
Il giovane si stava chiedendo il perché di quella
situazione, il perché lo avessero lasciato libero. Chiuse lentamente gli
occhi e ben presto, prima che l’aereo decollasse, si addormentò, era
stremato dalla tensione nervosa e quella notte non aveva chiuso occhio
continuando a pensare a Daisy.
Parecchie ore dopo la hostess annunciò che stavano
per arrivare a destinazione. Russ si svegliò di soprassalto e quando si
accorse di aver appoggiato comodamente la testa sul procace seno della sua
vicina di sedile si rialzò dicendo:
“Mi scusi …” interruppe la frase quando si
rese conto che la ragazza in questione era ….
“Daisy”
“Ciao Russ. E’ proprio vero che hai il sonno
pesante. Sai ho sperato che ti svegliassi un po’ prima di arrivare ma
….”
“Che ci fai qui? Io non capisco. Che è
successo?”
“Ho pensato a tutto io. Sai quando ieri mattina
te ne sei andato, convinto che l’unica soluzione per te fosse quella di
eliminare il Presidente ? Bè io ho cominciato a pensare e pensare, mi
sono attaccata al telefono, ho chiamato .. la Casa Bianca … Sai, lì ci
lavorano persone davvero cordiali, disponibili e … mi hanno ascoltata.
Si sono messi in contatto con la ‘squadra’ che si trovava a San Diego
con il Presidente, gli hanno trasferito una tua foto per e-mail, perché
gli ho detto cinque anni fa lavoravi nella CIA, così dall’archivio
l’hanno recuperata … e ti hanno preso prima che potessi fare qualcosa
di irreparabile. Poi ho ottenuto un colloquio privato con il Presidente,
sai io in fondo gli ho salvato la vita, gli ho spiegato che tu eri una
vittima, che i tuoi ex colleghi avevano minacciato di uccidermi se tu non
facevi quello che volevano loro, ho raccontato tutto quello che sapevo di
Devery, dove potevano trovarlo .. ricordi .. ti avevo detto che sapevo
come risalire all’abitazione nella quale ci hanno portato quella sera
… Insomma per concludere …. Lui, il Presidente, ha acconsentito a
lasciarti andare, libero, ad una condizione: che tu te ne andassi per
sempre dagli Stati Uniti. In fondo hai partecipato ad un possibile
attentato era impensabile che tu potessi restare senza subire un processo
… e c’era il rischio che ti dessero una condanna …. seppure lieve.
E’ un problema per te? Ah, naturalmente non ho detto nulla circa il
conto in Svizzera e comunque credo che Devery non ne parlerà, ha già
abbastanza problemi con la giustizia” terminata la spiegazione la
ragazza era rimasta senza fiato.
“Sei davvero incredibile”
“Devo prenderlo come un complimento?”
“Tu che ne pensi?” e così dicendo le stampò
un lungo bacio sulle labbra.
“Ehi, non esagerare, guarda che siamo in mezzo ad
un mucchio di gente”
“Cercherò di trattenermi”
“Davvero per te non sarà un problema?”
“Che cosa?”
“Il fatto che noi non possiamo … no volevo dire
che TU non ….. potrai più
tornare negli Stati Uniti”
“Hai detto bene ….
NOI non potremo !”
“Vuoi dire … “
“Non penserai che io voglia restare in Svizzera
senza di te”
“Dici sul serio? Io temevo che mi dicessi che ti
saresti trovato un’altra ragazza …
Sai per come mi sono comportata con te. Insomma per causa mia ti
hanno preso e …..”
“Oh, no. Piccola. Io ti amo follemente. Sei tu la
mia ragazza. Tu mi hai salvato”
“Anche io ti amo!”
Si baciarono ancora e ancora, non badando agli
sguardi attoniti degli altri passeggeri, erano felici perché sapevano di
poter restare assieme per il resto della loro vita.
FINE
………. O QUASI
“Ehi, Russ” Lo sai
che ci si potrebbe scrivere un gran bel libro su tutta questa
storia? Roba da Pulitzer !”
“Daisy !!!! Non ricominciare !!”
FINE
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