Se fosse (parte seconda)
di Maddalena
Arrivati a San Diego presero un taxi e si recarono
all’albergo.
L’Hayatt Hotel era uno dei più eleganti della
città.
I due salirono nell’appartamento che era stato
loro riservato. Appena entrata Daisy rimase stupita. Non era certo
abituata a tutto quel lusso.
La suite comprendeva due
ambienti distinti: un salotto tv/lavoro, con uno spazioso divano, banco
bar, frigo, fax, telefono con linea diretta, climatizzazione autonoma, tv
satellitare, diffusione audio ed un ambiente notte in stile barocco
veneziano, con insonorizzazione ed oscuramento totali, tv, luci e chiamate
di servizio con consolle comandi a comodino. Il bagno era di marmo di
Carrara con una enorme vasca angolare e una spaziosa doccia, entrambe
dotate di idromassaggio. Completava l’appartamento un ampio terrazzo.
La suite nonostante fosse
decorata con sontuosi toni che si armonizzavano con un mobilio di lusso e
con i preziosi tendaggi esprimeva al tempo stesso calore e allegria,
grazie alle sfumature di naturale freschezza. In esse vi si mescolavano
grandezza e raffinatezza, per il fatto che la suite era arredata in un
modo lussuoso, pur creando però una notevole atmosfera. I sontuosi colori
dei tessuti procuravano una sensazione d'intimità e di comfort,
mantenendo un’atmosfera di tranquilla dolcezza, grazie all’arredamento
dai toni tenui o pastelli.
“Che ne dici?” chiese Crowe.
“Fantastico!” rispose timidamente la ragazza
“Tu ci sei abituato a questo genere di cose, vero?”
“Diciamo che ho
viaggiato molto. Di conseguenza non mi lascio impressionare più di
tanto”
“Io invece non ho mai
viaggiato e quindi .. ci potrei vivere tutta la vita in un posto simile”
“Io invece no”
“Lo dici per spirito di
contraddizione !”
“Lo dico perché è la
verità”
Quelle erano le prime frasi che si scambiavano dopo
la scenata di poche ore prima. Dopo erano rimasti entrambi in silenzio.
Entrambi a disagio.
Daisy curiosò qua e là, sempre più sorpresa.
Arrossì vistosamente quando guardando attraverso la porta socchiusa che
conduceva in camera, vide che vi era un solo letto, sebbene fosse
matrimoniale.
Prima che lei potesse dire una qualsiasi cosa Crowe,
che aveva colto il disagio della ragazza, si affrettò a dire :
“Naturalmente ti cedo il letto. Io dormirò sul divano”
“Oh, no. Ci dormo io sul divano. Lei, cioè tu,
ci staresti scomodo, sei alto, robusto … io invece ci starò benissimo.
Davvero !!”
“Come preferisci” rispose Crowe senza
insistere.
“Adesso che si fa?”
“Niente di particolare. Devo aspettare le loro
disposizioni”
“E nel frattempo?”
“Puoi fare ciò che vuoi. Nuotare in piscina,
prendere il sole, farti un giro in città. Visitare l’acquario …”
“Io ho la pelle molto delicata. Non posso
prendere il sole” disse indispettita Daisy. Possibile, pensò, che non
si fosse reso conto che una ragazza con i capelli biondi come i suoi e la
carnagione così delicata non poteva esporsi a quel sole così forte.
“Fai quello che vuoi. Basta che non ti metti nei
guai”
“Molto spiritoso. Comunque io mi sono portata il
libro di matematica. Ho immaginato che avrei avuto del tempo libero e
quindi pensavo di approfittarne”
“Ottima idea. Se ti serve aiuto, io ero molto
bravo a scuola”
“Non mi dire. Un uomo di lettere come se che si
intende anche di numeri. Un vero mito!”
“Non te l’aspettavi, vero?”
“Proprio no”
“Sono felice di stupirti”
“E non ti immagini neppure quanto”
“Che ne dici di scendere per il pranzo?” chiese
Russ per cambiare discorso
“Vorrai dire che dovrò entrare in una sala con
tanta gente elegante che non conosco? Non potrei farmi portare un panino
qui?”
“Di che hai paura? Sono persone normali, che
pranzano come gli altri”
“Io non ho paura, è solo che mi sentirei a
disagio… Non ci sono abituata”
“E’ facile abituarsi alle comodità
.. e poi … sarai con me”
“Va bene. Ma sono certa che combinerò qualche
guaio, come versare qualcosa sulla tovaglia o simili”
“Datti una rinfrescata ed esplora il nuovo mondo.
Io intanto scendo al bar … ci vediamo lì. OK?
“No, che non è OK. E se non ti vedo ? Se non
trovo il bar ?”
“Se non lo trovi chiedi a qualcuno” rispose lui
freddamente ed uscì lasciandola sola
“Ti odio” esclamò Daisy, ma solo dopo che
Crowe era uscito.
* * *
Quando mezz’ora dopo la ragazza scese nella Hall
dell’albergo non ebbe nessuna difficoltà a trovare il bar. Entrò e
subito si mise a cercare con lo sguardo il giovane professore. Lo vide ad
un tavolo e con lui c’era una giovane donna, molto bella. I due
ridevano, sembravano amici di lunga data e lei teneva appoggiata una sua
mano sul braccio di lui. Quando Daisy si avvicinò Crowe si alzò in
piedi, le cinse la vita con un braccio e la baciò sulla guancia.
“Ciao tesoro !” le disse
“Ciao” rispose Daisy sorpresa
“Ora devo proprio andare. Ci vediamo Russell!”
“Ciao, Carol”
Daisy la squadrò mentre la vide allontanarsi.
“Che finezza, neppure il tempo di fare le
presentazioni di rito e lei se ne va !” esclamò risentita la ragazza
“Scusami. Le ho detto che stavo aspettando mia
moglie e ci siamo messi a chiacchierare”
“Sarà rimasta molto stupita vedendo me” replicò
Daisy
“Perché?”
“Avrà pensato che sono un tantino giovane per te
!”
“Ma insomma che cosa c’è?”
“Niente. E’ solo che io non abborderei mai un
uomo che se ne sta tutto solo al bar di un albergo”
“Guarda che è una cosa del tutto naturale”
“Per le prostitute, forse!” esclamò la ragazza
“Sei una puritana ?”
“No, affatto. E’ solo che sono …”
“Una moralista?”
“No, volevo dire che certi atteggiamenti non mi
piacciono. Tutto qui”
“La verità è che sei una ragazzina e non
conosci il mondo, la vita. Mi sorprende che tu sappia scrivere così bene.
Sai, tu hai una gran fantasia !”
“Grazie” ribattè Daisy con aria offesa
“Andiamo al ristorante. Avrai fame?”
“A dire la verità non molta !”
Era una bugia. La ragazza mangiò tutti i prelibati
piatti che le vennero serviti, dall’antipasto al dessert.
Fu un pranzo decisamente piacevole per entrambi.
Daisy rimase stupita dalla cultura del suo interlocutore. Egli aveva
viaggiato molto, sebbene non avesse detto per quali ragioni e dimostrava,
con i suoi racconti, di essersi fatto una precisa idea dei luoghi che
aveva visitato. Ben presto si rese conto di quanto avesse ragione: lei era
solo una ragazzina inesperta che conosceva il mondo solo attraverso le
‘montagne’ di libri che aveva letto. Si sentì totalmente conquistata
da quel bell’uomo che le stava di fronte e non poté non notare gli
sguardi di curiosità mista ad invidia delle altre donne presenti nella
sala. E lui era felice di aver conquistato l’attenzione di quella
particolarissima ragazza che, doveva ammetterlo, era dotata di fascino ed
anche di una notevole bellezza: capelli lunghi biondi, carnagione chiara e
curve mozzafiato. Forse il suo unico difetto era quello di essere troppo
giovane per lui che aveva sempre preferito donne un po’ più ‘esperte’.
Dopo il pranzo Crowe si assentò dicendo che doveva
incontrare delle persone e Daisy, stranamente non gli fece domande. In
realtà lui aveva trovato un messaggio che gli fissava un appuntamento per
il primo pomeriggio con un ‘contatto’ di Devery. La ragazza tornò nel
loro appartamento e si mise a leggere l’opuscolo che descriveva nei
minimi dettagli tutti i servizi ed i comfort che quel bellissimo Hotel
offriva. Rimase ancora senza parole ….
L’Hayatt era localizzato sulla baia di San Diego,
fra il San Diego Convention Center e il Seaport Village ed offriva un
facile accesso allo zoo di San Diego, al Sea World e alla ‘Città
Vecchia”. Vi erano 875 stanze distribuite su 40 piani, l’hotel
comprendeva 4 campi da tennis, una piscina all’aperto ed una al coperto,
80 miglia di spiagge a pochi minuti di distanza, un’attrezzatissima
palestra e poi ancora saune, sale per massaggi ed un campo da golf.
Daisy rivide Crowe solo alla sera verso l’ora di
cena quando la raggiunse nell’appartamento.
“Scusami. E’ stato un impegno più lungo del
previsto. Ti sei annoiata?” si giustificò Crowe
“No, affatto. Questo posto è fantastico. Ho
sperimentato la vasca ad idromassaggio. In realtà non so nuotare ma ….
me la sono cavata. Dovresti provare anche tu!
“Veramente io preferisco la doccia”
“Non sai quello che ti perdi!”
“E va bene … farò un tuffo. Promesso !”
“E’ un vero portento”
“Si ho capito …. Nel frattempo tu che fa? Mi
aspetti qui o preferisci scendere ?”
“Credo che scenderò. Devo scoprire dove è
sistemata la sauna. Sono curiosa di provarla. Così magari domani ci
vado”
“OK. Ti raggiungo …. al bar ?”
“OK. E ti prometto che contrariamente a te non mi
farò adescare da nessuno”
“E perché no? Potresti incontrare l’uomo dei
tuoi sogni”
“Si, certo” replicò Daisy ridendo
* * *
La cena fu per Daisy coinvolgente come era stato il
pranzo. Si convinse che il suo professore era un uomo dotato di una
notevole intelligenza e fascino. Avevano ragione le sue compagne di classe
a parlarne così bene. Doveva ammettere a se stessa che a poco a poco se
ne stava forse innamorando. Eh, il fascino dell’uomo maturo !!
Tornati nell’appartamento Daisy si lanciò sul
divano, prese il telecomando della TV e disse allegramente:
“Adesso sai perché ho preferito il divano al
letto. Sai qui hanno la TV via cavo e
questa sera danno un film dell’orrore che ho una gran voglia di vedere.
Mi fai compagnia?”
“Direi di no. Preferisco andarmene a dormire.
Devo alzarmi presto domani mattina. E poi …. alla mia età il riposo è
molto importante”
“Ah, già Mi ero dimenticato che in confronto a
me sei un vecchietto !”
“Ehi, adesso non esagerare !!”
“Avrai un altro incontro segreto domani?”
“Non sono affari tuoi” La redarguì “Buona
notte”
“La TV non ti darà fastidio?”
“Io ho il sonno pesante. Non c’è nulla che mi
possa disturbare”
“Va bene. Allora buona notte”
“E …. giusto per la cronaca ….. guarda che la
TV c’è anche in camera da letto. Non te n’eri accorta?”
“Non ci ho fatto caso” rispose Daisy
imbarazzata. A dire la verità aveva prestato poca attenzione a quella
camera, perchè la faceva sentire a disagio.
Crowe si spogliò e si infilò sotto le lenzuola.
Dalla porta socchiusa si mise ad osservare la ragazza, accovacciata sul
divano, che si stava vedendo il tanto sospirato film e che non sembrava
neppure tanto impressionata dalla terrificante pellicola. Pensò quanto
fosse così strana: forte e determinata ma, al tempo stesso, anche ingenua
ed innocente e poco prima di addormentarsi, dandole un’ultima occhiata,
si ritrovò a pensare a come sarebbe stato prenderla fra le sua possenti
braccia e fare l’amore con lei, renderla donna. Si chiese quand’è che
aveva cominciato a sentirsi attratto da lei …. Fu in preda a questi
pensieri che si addormentò.
* * *
Il mattino seguente Daisy si svegliò poco dopo le
9. Si guardò intorno cercando l’uomo ma poi si ricordò che
probabilmente doveva avere un altro appuntamento ‘misterioso’, decise
quindi di fare colazione e poi dedicò l’intera mattinata ad una
interessantissima visita al ‘Sea World’. Potè assistere agli
spettacoli con orche marine, delfini e leoni di mare, visitare gli acquari
tradizionali come il Freshwater Aquarium, il Marine Aquarium ed il World
of the Sea Aquarium ove era possibile vedere pesci di piccole o medie
dimensioni in un ambientazione tradizionale con vetrinette e didascalie
che illustravano le caratteristiche e le eventuali curiosità ma
soprattutto vide gli acquari che davano agli spettatori la possibilità di
"incontri ravvicinati": Rocky Point Preserve, Seal & Sea
Lion Feeder Pool, Tide Pool e Forbidden Reef ovvero vasche aperte dove era
possibile vedere molto da vicino, toccare e, in certi orari, dare da
mangiare, a delfini, mante, leoni marini, foche ecc.. Rimase stupita nel
vedere alcuni ambienti "zoo style" dove era possibile ammirare i
fenicotteri rosa, i pinguini, le tartarughe e i granchi.
Al “Sea World” vi
erano anche splendidi acquari con visioni sottomarine: Shark Encounter,
Shamu Close Up, ancora Forbidden Reef, e Manatee Rescue
che permettevano di vedere dal fondo delle piscine, attraverso
grandi vetrate, rispettivamente gli squali, le orche, le murene e i leoni
marini. E infine ma non per questo meno interessanti, le attrazioni da
parco tradizionale.
Vi si trovavano il
Shipwreck Rapids, una classica discesa con i gommoni, tutta rapide e
spruzzi, il Wild Artic, un simulatore ambientato al Polo e il Skytower
Ride, una torre molto alta con un ascensore girevole che permetteva di
osservare il parco e la baia dall'alto.
* * *
Daisy incontrò il professore solo nel pomeriggio,
quando rientrò nell’appartamento. Lei se ne stava sdraiata sul tappeto
del salotto e cercava di imparare dei complicati teoremi euclidei che
proprio non le entravano in testa.
“Ma che brava. Hai tenuto fede ai tuoi sani
propositi e ti sei messa d’impegno a studiare”
“Credevi che scherzassi, forse?”
“No, anzi …”
“Che non avrei almeno tentato di capire queste
….. queste …..”
“Che cosa c’è?”
“Sono ore che tento di imparare questi principi
ma … niente da fare”
“Vuoi un aiuto” le disse sedendosi comodamente
sul divano
“Ero piuttosto bravino in matematica quando
andavo a scuola”
“Vuoi dire .. ai tuoi tempi? Si studiavano già
certe cose?”
“Che vorresti dire?”
“Bè, sai … i tempi cambiano …. Le teorie di
evolvono ….. “
“Ehi, sciocchina … Tu dimentichi che la
matematica ha origini fin nella notte dei tempi. Lo sai chi sono stati i
primi matematici nella storia dell’uomo?”
“Non è mica il caso che ti scaldi tanto. Dì la
verità, ti sei offeso perché ieri sera ti ho dato del vecchietto”
“Non, non è per questo. E’ solo che tu non ti
applichi abbastanza”
“Adesso parli proprio come un vero insegnate”
“Io SONO un vero insegnante”
“Ma non lo sei da sempre, vero? E certo non lo
sei qui. In questo momento !”
“Allora lo vuoi il mio aiuto oppure no?”
“Adesso ho capito … non è la matematica che ti
interessa, bensì la Prof.ssa Jordan”
“Non dire sciocchezze. Questa è una storia che
vi siete inventate voi ragazze”
“Si, certo”
“Dammi quel libro !”
Crowe si sporse dal divano cercando di afferrare il
volume ma Daisy non voleva che lo prendesse, lui le cadde rovinosamente
addosso e si ritrovarono a ridere e scherzare l’uno vicino all’altra
…. Erano così vicini, talmente vicini, da potersi baciare …..
“OK. La ricreazione è finita” intervenne
l’uomo alzandosi da terra e porgendo alla ragazza il libro che
finalmente era riuscito a strapparle di mano.
Daisy rimase ferma e silenziosa, era arrossita
vistosamente, per un attimo era arrivata a pensare che lui l’avrebbe
baciata e fu molto delusa quando ciò non accadde.
* * *
Più tardi scesero al ristorante per la cena. Daisy
notò che anche Crowe non era rimasto indifferente a quanto accaduto poco
prima: beveva più del solito ed era insolitamente silenzioso.
“Non starai esagerando con il vino?”
“Vedi Daisy. C’è un’altra cosa che non sai
di me: io reggo benissimo l’alcool”
“E quante altre cose non so di te?” chiese con
aria furtiva nella speranza di poter carpire qualche informazione in più
circa il loro soggiorno a San Diego.
“Non ti puoi neppure immaginare quante …. Ma
questo te l’ho già detto .. più volte”
“L’uomo del mistero”
“E’ così che mi avete soprannominato?”
“Chi?”
“Voi, le mie care ma anche curiose studentesse.
Credi che non lo sappia quello che dite su di me”
“Se ti riferisci alla tua presunta storia con la
Prof.ssa Jordan?”
“Siamo solo usciti UNA sera a cena”
“Ah, allora confessi”
“Confesso che sono uscito UNA sera a cena con
lei. Tutto qui !! Ma voi ne avete messo in piedi una tale …. storia.
Comunque non è a questo che volevo riferirmi. Voi non fate altro che
fantasticare su di me. Sai che una di voi ha avuto la brillante idea di
scrivermi delle lettere .. anonime naturalmente!”
“Non certo io” intervenne subito Daisy temendo
che lui potesse ritenerla coinvolta
“Oh, no. Tu ti sei solo offerta di farmi un
pompino ….” disse Crowe con assoluta disinvoltura
“No, assolutamente” intervenne la ragazza
agitatissima “Io ho solo detto che NON ti stavo proponendo di …”
Daisy interruppe la frase quando si accorse che la distinta coppia che
stava al tavolo accanto si era girata nella loro direzione ed ascoltava
attentamente i discorsi che stavano facendo.
“Hai visto? Quelli ci stanno guardando. Adesso
chissà che cosa penseranno” piagnucolò la ragazza imbarazzatissima,
sporgendosi verso il giovane
“No me ne importa nulla di quello che sentono o
possono pensare gli altri !” esclamò il giovane con sicurezza
“Sai che cosa penso? Penso che dovresti tornare
in camera, farti una bella doccia e metterti a letto”
“Hai proprio ragione … Piccola !!” replicò
vuotando il bicchiere che teneva in mano
* * *
Daisy e Crowe tornarono nell’appartamento e la
ragazza accompagnò il giovane in camera da letto.
“Scusami” esclamò Russell “Mi sono
comportato da idiota”
“Si. E’ proprio vero” rispose la ragazza con
il viso imbronciato
“Mi dispiace” le disse il professore
accarezzandole la guancia
“Chissà che cosa penseranno di me? Che sono una
prostituta, o dio solo sa cos’altro”
“T’importa davvero tanto l’opinione degli
altri …. Daisy?” disse chinandosi verso di lei e parlandole a bassa
voce in un orecchio
“Si … abbastanza. Perché a te no?
“A me importa solo di te” le disse baciandole
delicatamente il bel collo
“Non pensavo che ti importasse davvero qualcosa
di me” rispose la ragazza mentre iniziava a sentirsi un tantino nervosa.
Si trovava lì con un uomo bello ed affascinante, che la stava baciando.
Quando sentì le grandi e forti mani di lui sfiorarle delicatamente il
seno si lasciò andare, lo abbracciò e baciò con passione.
Lui la spogliò e la fece sdraiare sul morbido
letto.
La baciò con una forza incredibile, le labbra di
lei si schiusero dolcemente e le loro lingue si incontrarono.
Russell si spogliò e si distese al fianco di lei,
riprese a baciarla, prima il volto, poi il collo, scese fino al seno e le
solleticò i capezzoli con la lingua. Lei era assolutamente persa in
quelle ‘attenzioni’ che non aveva mai ricevuto in vita sua. Era
totalmente in suo potere: lui di certo sapeva come rendere felice una
donna. Entrò in lei con calma e gentilezza, voleva che lei potesse
assaporare lentamente quegli attimi, quando esplose in lei, finalmente
pronta e disponibile, la vide fremere di piacere e poco dopo lui provò
quella stessa sensazione: fu così che furono entrambi appagati.
Russ la guardava dormire accanto a lui, vedeva il
suo petto sollevarsi ritmicamente, il respiro era affannato: di certo
stava sognando il momento che l’aveva coinvolta così appassionatamente
poco prima. Avrebbe voluto prenderla ancora non una ma mille volte in
quella lunga notte, ma preferì lasciarla riposare, avrebbero avuto tutto
il tempo nelle notti seguenti, di godere l’uno del corpo dell’altra.
* * *
Il mattino dopo quando Daisy si svegliò Russ non
c’era, ancora una volta l’aveva lasciata sola, ma quella volta lei si
sentì addirittura offesa, in fondo avevano fatto l’amore da poco e quei
momenti di totale intimità vissuti all’unisono dovevano aver
rappresentato qualcosa per lui. Si fece portare la colazione ed anche il
pranzo in camera, non aveva voglia di uscire, rimase così in compagnia
dei suoi pensieri, consolandosi con la TV.
Non ebbe sue notizie per tutto il giorno e quando
il giovane rientrò in albergo le parve un tantino distaccato nei sui
confronti. Non disse nulla in merito alla sera precedente. Quando furono
tornati nell’appartamento, dopo cena, lui le chiese:
“Stai bene?”
“Si certo”
“Mi sembri distratta”
“Scusa”
“E di che cosa?”
“Niente”
Uscendo dalla camera da letto, mentre si sbottonata
la camicia, lui le disse:
“Da che parte del letto preferisci dormire?”
“Come?” ripose stupita Daisy
“Ieri nell’impeto della passione non te l’ho
neppure chiesto” e continuò “Io solitamente dormo a sinistra ma se tu
hai delle preferenze ….”
“Oh, no. Non ci sono problemi” lo interruppe
Daisy
“Qualcosa non va?”
Tu vuoi davvero che io dorma con te ?”
“Certo, che domande!”
“E’ solo che dal tuo comportamento di oggi
pensavo …. Insomma … mi sono svegliata da sola e per tutta la giornata
non ti sei fatto vedere e anche questa sera a cena … eri così ..
distante … pensavo che tu avessi inteso la cosa …
cioè quello che abbiamo
fatto stanotte …. come una sorta di … si …. insomma … una botta e
via !”
“Credi davvero che avrei fatto l’amore …
perché è questo che abbiamo fatto questa notte .. Credi che l’avrei
fatto con una mia studentessa, per giunta minorenne, se non avessi avuto
un reale interesse nei tuoi confronti?”
“Oggi mi hai trascurata” tentò di
giustificarsi Daisy
“Mi dispiace. Vorrà dire che questa notte mi farò
perdonare”
Fu di parola. Si rotolarono nel letto, fra le
lenzuola di seta, si baciarono con passione, esplorarono l’uno ogni
parte del corpo dell’altra. Russ decise che poiché per lei non era più
la prima volta lui poteva prendere qualche iniziativa più intrigante:
entrò in lei con decisione, il ritmo era intenso, la vide scostare la
testa da una parte e dall’altra, presa da quelle sensazioni che stava
provando, gemeva, si aggrappava con forza a lui e quando l’ebbe portata
al culmine, le disse:
“Sto andando troppo forte. Vuoi che rallenti?”
“Se lo fai ti uccido” fu la risposta di lei a
fil di voce
E a quel punto lui concluse quell’atto che la
fece gridare di piacere, ma non si fermò, anzi continuò con più
veemenza fino a quando fu lui a godere del corpo di lei
all’inverosimile.
Poco dopo, mentre erano abbracciati, si baciavano
ancora, lei si girò verso di lui e gli appoggiò il ginocchio fra le
gambe: “Ehi, fai attenzione, lì ci sono delle parti molto delicate !”
esclamò lui ridendo
“Scusa” rispose lei accennando a spostarsi
“No, resta pure così, solo muoviti con
cautela” disse cominciando ad accarezzarle delicatamente la coscia.
“OK” rispose lei e continuò: “E se ti avessi
detto di fermarti?”
“Una donna non dice mai all’uomo di fermarsi
quando arriva a quel punto”
“E se lo avessi detto?”
“Ma se eri più eccitata di me !” disse
sorridendo
“Si, ma supponiamo che io ti avessi detto di
fermarti”
“Mi sarei fermato !” fu la pronta del giovane
“Anche a costo di impazzire?”
“Anche a costo di impazzire”
“Perché? Perchè lo avresti fatto?”
“Perché non ti costringerei mai a fare una cosa
che non vuoi”
“E perché?”
“Perché ti amo” fu la pronta risposta del
giovane
“Davvero ….. mi ami?”
“Si. Ti amo. La cosa ti stupisce?”
“E’ la prima volta che me lo dici”
“E’ la prima volta che me lo chiedi”
“Oh !” sospirò Daisy con aria sorpresa
Dopo pochi istanti fu ancora lei a parlare:
“Sarà sempre così?”
“Che cosa?”
“Il sesso. Sarà sempre così … eccitante !”
“Lo sarà ancora di più”
“Dici sul serio?”
“Certo. Devi sapere che quando due persone fanno
spesso l’amore, finiscono col conoscersi tanto bene dal sapere sempre
esattamente ciò che fa più piacere all’altro”
“Davvero?”
“Ti faccio un esempio. Prendiamo te”
“OK”
“Il seno è decisamente la tua parte più
sensibile”
“E tu che ne sai?”
“Perché è sufficiente che io ti sfiori
leggermente … Come sto facendo ora ….”
“Mmm”
“Visto … tu parti subito …. Ti ecciti e non
capisci più nulla”
“Mi conosci veramente bene” ansimò la ragazza
“Vieni qui”
La fece sistemare sopra di sé, guidò il suo
membro dentro di lei, la vide trasalire, la fece muovere ritmicamente ma
lentamente, le solleticò il seno, mordicchiò i suoi capezzoli, le sue
mani scesero a poco a poco lungo la schiena di lei, fino alle natiche, le
afferrò per costringerla a farlo entrare sempre di più in lei. Si
fermarono solo quando ebbero raggiunto entrambi un orgasmo esplosivo.
A quel punto lei si scostò e si adagiò di fianco
a lui.
“Adesso lo so che cosa facevi?” esclamò con il
respiro ancora affannato
“Che cosa?”
“Lo gigolò. Sei fantastico a letto!”
“E tu come fai a giudicare …. Io sono stato il
primo per te”
“Ho letto molti libri sull’argomento”
“Sul serio?”
“Si. Non mi credi?”
“Oh, certo ! Piuttosto, dì un po’ … come ti
senti?”
“Un po’ indolenzita”
“Ti ho strapazzata parecchio, eh?”
“Si, comunque mi è piaciuto”
“Ma davvero?”
“Chissà che cosa penserebbe il Corpo Insegnante
se sapesse una cosa del genere?”
“Sarebbe un vero scandalo!”
“Già”
La prese fra le sue braccia e senza che lei
domandasse nulla iniziò a raccontare
Sono nato in Nuova Zelanda ma poi con la mia
famiglia ci siamo trasferiti in Australia. Dopo la laurea decisi di andare
in America, volevo viaggiare, conoscere il mondo, fare un lavoro diverso
dall’insegnamento. Conobbi un tale, Devery, lui lavorava nell’Agenzia,
insomma la CIA, me ne disse un gran bene, una vita avventurosa. Stavano
cercando gente laureata, da addestrare e utilizzare nelle situazioni più
disparate. Io frequentai il corso e scoprii che ero portato per quel
lavoro, quella vita. Ero bravo a sparare, avevo un grande intuito,
coraggio da vendere, insomma mi sono rivelato per loro un soggetto
interessante. Facevo parte di una squadra speciale, che faceva capo a
Devery, andavamo in giro per il mondo, partecipavamo a missioni
segretissime, un lavoro impegnativo. Cinque anni fa ci capitò un caso
molto …. difficile, dovevamo neutralizzare un trafficante d’armi che
aveva contatti nelle alte sfere dell’FBI, diciamo pure che si comprava
il silenzio di certe persone per poter vivere tranquillo. Viste le sue
protezioni altolocate l’unico modo per toglierlo di mezzo era di farlo
fuori, nel vero senso della parola, ed io dovevo occuparmene. Nel corso
delle indagini scoprii un suo conto corrente in Svizzera, un mucchio di
soldi …. ma davvero tanti …. Per farla breve …..
io riuscii ad avere il numero del conto e grazie ad un
‘giochino’ col computer dirottai la somma su un conto che io avevo nel
frattempo aperto. Nessuno sapeva nulla, o almeno era quello che credevo
io. Lascia l’Agenzia pochi mesi dopo con un nome nuovo, un’adeguata
copertura e delle ottime referenze. Non ebbi problemi a farmi assumere
alla tua scuola e fino ad ora è andato tutto bene ….
“E poi che è successo?” chiese timidamente
Daisy che fino a quel momento era rimasta ad ascoltare quel racconto a
bocca aperta
“Devery aveva scoperto tutto. Ed io ne ero
all’oscuro. E’ rimasto zitto fino ad ora. Ha aspettato il momento
giusto e ….”
“Ti sta ricattando?”
“Si”
“E’ così grave quello che hai fatto?”
“Quei soldi appartenevano allo Stato. Sarebbero
stati requisiti. Ho commesso un reato federale”
“Che cosa vuole che tu faccia?”
“Devo uccidere una persona”
“Oddio, no. Non ci credo”
“E invece è quello che devo fare”
“No !!”
“Secondo te dovrei andare in galera per il resto
della vita?”
“Non dico questo ma ….”
“Non ho scelta”
“E chi dovrebbe essere …”
“In questi giorni a San Diego c’è la
convencion del candidato democratico per la presidenza. Questa è la sua
città”
“E’ terribile ….. Vogliono che tu uccida il
candidato alla presidenza ?”
“Non esattamente, il mio bersaglio è il …..
Presidente”
“Il Presidente degli Stati Uniti ?”
“Si. Verrà qui per sostenere ufficialmente il
candidato del suo partito”
“Non puoi fare una cosa del genere”
“E perché no?”
“Cosa pensi che ti faranno se ti prendono?”
“Mi sottovaluti. Cosa ti fa pensare che io possa
fallire e che possano arrestarmi?”
“Il Presidente. Insomma hai idea della scorta,
delle guardie, dei controlli …”
“E’ stato messo a punto un piano perfetto Non
posso fallire”
“Ma perché Devery ce l’ha con il
Presidente?”
“Quanto sei ingenua !! A lui non importa nulla
del Presidente. Evidentemente ha ricevuto questo incarico da qualcuno di
molto importante”
“Non capisco”
“Anche Devery nel frattempo ha lasciato
l’Agenzia. Ha formato un gruppo ‘indipendente’ e con quello si mette
al servizio di chi offre di più”
“Sono dei mercenari?”
“Esatto”
“E allora perché hanno chiesto il tuo aiuto?”
“Questo lavoro è troppo difficile per loro. E
poi … se dovessi fallire … non c’è nulla che mi possa collegare
alla loro squadra”
“Penseranno che hai agito di tua iniziativa”
“Proprio così. Non rischiano nulla. Chi vuoi che
creda ad un attentatore ?”
“Perché non parli con qualcuno dei tuoi ex
colleghi? Quelli che lavorano ancora nella CIA. Potrebbero aiutarti”
“Ma io finirei comunque in prigione. A causa del
furto. E pensare che quei soldi non li ho mai toccati !”
“Non so cosa pensare”
“Io ti ho raccontato tutto perché mi fido di
te”
“E perché ti fidi così tanto di me?”
“Secondo te?”
“E’ perché mi ami?”
“Esatto”
“Io non ti tradirò. Se è questo che ti
preoccupa Anche io ti amo”
“Lo so. E’ per questo che te ne ho parlato.
Dovevo poterlo dire a qualcuno altrimenti .. …”
“Mi dispiace che tu sia in questa situazione”
“Promettimi che non ne parleremo più. Almeno
fino a quando tutto sarà finito”
“Te lo prometto”
Si addormentarono …… abbracciati.
(segue)
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