Le Fan Fiction di croweitalia

titolo:  Se fosse (seconda parte) - la prima parte la leggi qui - la terza parte la leggi qui
autrice: Maddalena
e-mail: michelle5@virgilio.it
data di edizione: 08 ottobre 2001
argomento della storia: il Prof. Russell Crowe
riassunto breve: se Russell Crowe non fosse un attore, musicista, autore di canzoni e cantante ….. che cosa potrebbe essere? Provate ad immaginare una sua collocazione diversa da quella reale. Come sarebbe Russell Crowe se NON fosse il Russell Crowe che noi conosciamo?
lettura vietata ai minori di anni: 18
note:  tengo a sottolineare che questa fanfic io l'ho scritta prima dei tragici fatti di NY e Washington. Non avevo avuto modo di inviarla prima a Lampe a causa dei problemi relativi al suo computer. Si tratta di una fanfic e come tale va letta e considerata. E' puramente frutto della mia fantasia. Maddalena, 29 agosto 2001

Se fosse (parte seconda)

di Maddalena

Arrivati a San Diego presero un taxi e si recarono all’albergo.

L’Hayatt Hotel era uno dei più eleganti della città.

I due salirono nell’appartamento che era stato loro riservato. Appena entrata Daisy rimase stupita. Non era certo abituata a tutto quel lusso.

La suite comprendeva due ambienti distinti: un salotto tv/lavoro, con uno spazioso divano, banco bar, frigo, fax, telefono con linea diretta, climatizzazione autonoma, tv satellitare, diffusione audio ed un ambiente notte in stile barocco veneziano, con insonorizzazione ed oscuramento totali, tv, luci e chiamate di servizio con consolle comandi a comodino. Il bagno era di marmo di Carrara con una enorme vasca angolare e una spaziosa doccia, entrambe dotate di idromassaggio. Completava l’appartamento un ampio terrazzo.

La suite nonostante fosse decorata con sontuosi toni che si armonizzavano con un mobilio di lusso e con i preziosi tendaggi esprimeva al tempo stesso calore e allegria, grazie alle sfumature di naturale freschezza. In esse vi si mescolavano grandezza e raffinatezza, per il fatto che la suite era arredata in un modo lussuoso, pur creando però una notevole atmosfera. I sontuosi colori dei tessuti procuravano una sensazione d'intimità e di comfort, mantenendo un’atmosfera di tranquilla dolcezza, grazie all’arredamento dai toni tenui o pastelli.

“Che ne dici?” chiese Crowe.

“Fantastico!” rispose timidamente la ragazza “Tu ci sei abituato a questo genere di cose, vero?”

“Diciamo che ho viaggiato molto. Di conseguenza non mi lascio impressionare più di tanto”

“Io invece non ho mai viaggiato e quindi .. ci potrei vivere tutta la vita in un posto simile”

“Io invece no”

“Lo dici per spirito di contraddizione !”

“Lo dico perché è la verità”

Quelle erano le prime frasi che si scambiavano dopo la scenata di poche ore prima. Dopo erano rimasti entrambi in silenzio. Entrambi a disagio.

Daisy curiosò qua e là, sempre più sorpresa. Arrossì vistosamente quando guardando attraverso la porta socchiusa che conduceva in camera, vide che vi era un solo letto, sebbene fosse matrimoniale.

Prima che lei potesse dire una qualsiasi cosa Crowe, che aveva colto il disagio della ragazza, si affrettò a dire : “Naturalmente ti cedo il letto. Io dormirò sul divano”

“Oh, no. Ci dormo io sul divano. Lei, cioè tu, ci staresti scomodo, sei alto, robusto … io invece ci starò benissimo. Davvero !!”

“Come preferisci” rispose Crowe senza insistere.

“Adesso che si fa?”

“Niente di particolare. Devo aspettare le loro disposizioni”

“E nel frattempo?”

“Puoi fare ciò che vuoi. Nuotare in piscina, prendere il sole, farti un giro in città. Visitare l’acquario …”

“Io ho la pelle molto delicata. Non posso prendere il sole” disse indispettita Daisy. Possibile, pensò, che non si fosse reso conto che una ragazza con i capelli biondi come i suoi e la carnagione così delicata non poteva esporsi a quel sole così forte.

“Fai quello che vuoi. Basta che non ti metti nei guai”

“Molto spiritoso. Comunque io mi sono portata il libro di matematica. Ho immaginato che avrei avuto del tempo libero e quindi pensavo di approfittarne”

“Ottima idea. Se ti serve aiuto, io ero molto bravo a scuola”

“Non mi dire. Un uomo di lettere come se che si intende anche di numeri. Un vero mito!”

“Non te l’aspettavi, vero?”

“Proprio no”

“Sono felice di stupirti”

“E non ti immagini neppure quanto”

“Che ne dici di scendere per il pranzo?” chiese Russ per cambiare discorso

“Vorrai dire che dovrò entrare in una sala con tanta gente elegante che non conosco? Non potrei farmi portare un panino qui?”

“Di che hai paura? Sono persone normali, che pranzano come gli altri”

“Io non ho paura, è solo che mi sentirei a disagio… Non ci sono abituata”

“E’ facile abituarsi alle comodità  .. e poi … sarai con me”

“Va bene. Ma sono certa che combinerò qualche guaio, come versare qualcosa sulla tovaglia o simili”

“Datti una rinfrescata ed esplora il nuovo mondo. Io intanto scendo al bar … ci vediamo lì. OK?

“No, che non è OK. E se non ti vedo ? Se non trovo il bar ?”

“Se non lo trovi chiedi a qualcuno” rispose lui freddamente ed uscì lasciandola sola

“Ti odio” esclamò Daisy, ma solo dopo che Crowe era uscito.

 

* * *

 

Quando mezz’ora dopo la ragazza scese nella Hall dell’albergo non ebbe nessuna difficoltà a trovare il bar. Entrò e subito si mise a cercare con lo sguardo il giovane professore. Lo vide ad un tavolo e con lui c’era una giovane donna, molto bella. I due ridevano, sembravano amici di lunga data e lei teneva appoggiata una sua mano sul braccio di lui. Quando Daisy si avvicinò Crowe si alzò in piedi, le cinse la vita con un braccio e la baciò sulla guancia.

“Ciao tesoro !” le disse

“Ciao” rispose Daisy sorpresa

“Ora devo proprio andare. Ci vediamo Russell!”

“Ciao, Carol”

Daisy la squadrò mentre la vide allontanarsi.

“Che finezza, neppure il tempo di fare le presentazioni di rito e lei se ne va !” esclamò risentita la ragazza

“Scusami. Le ho detto che stavo aspettando mia moglie e ci siamo messi a chiacchierare”

“Sarà rimasta molto stupita vedendo me” replicò Daisy

“Perché?”

“Avrà pensato che sono un tantino giovane per te !”

“Ma insomma che cosa c’è?”

“Niente. E’ solo che io non abborderei mai un uomo che se ne sta tutto solo al bar di un albergo”

“Guarda che è una cosa del tutto naturale”

“Per le prostitute, forse!” esclamò la ragazza

“Sei una puritana ?”

“No, affatto. E’ solo che sono …”

“Una moralista?”

“No, volevo dire che certi atteggiamenti non mi piacciono. Tutto qui”

“La verità è che sei una ragazzina e non conosci il mondo, la vita. Mi sorprende che tu sappia scrivere così bene. Sai, tu hai una gran fantasia !”

“Grazie” ribattè Daisy con aria offesa

“Andiamo al ristorante. Avrai fame?”

“A dire la verità non molta !”

Era una bugia. La ragazza mangiò tutti i prelibati piatti che le vennero serviti, dall’antipasto al dessert.

Fu un pranzo decisamente piacevole per entrambi. Daisy rimase stupita dalla cultura del suo interlocutore. Egli aveva viaggiato molto, sebbene non avesse detto per quali ragioni e dimostrava, con i suoi racconti, di essersi fatto una precisa idea dei luoghi che aveva visitato. Ben presto si rese conto di quanto avesse ragione: lei era solo una ragazzina inesperta che conosceva il mondo solo attraverso le ‘montagne’ di libri che aveva letto. Si sentì totalmente conquistata da quel bell’uomo che le stava di fronte e non poté non notare gli sguardi di curiosità mista ad invidia delle altre donne presenti nella sala. E lui era felice di aver conquistato l’attenzione di quella particolarissima ragazza che, doveva ammetterlo, era dotata di fascino ed anche di una notevole bellezza: capelli lunghi biondi, carnagione chiara e curve mozzafiato. Forse il suo unico difetto era quello di essere troppo giovane per lui che aveva sempre preferito donne un po’ più ‘esperte’.

Dopo il pranzo Crowe si assentò dicendo che doveva incontrare delle persone e Daisy, stranamente non gli fece domande. In realtà lui aveva trovato un messaggio che gli fissava un appuntamento per il primo pomeriggio con un ‘contatto’ di Devery. La ragazza tornò nel loro appartamento e si mise a leggere l’opuscolo che descriveva nei minimi dettagli tutti i servizi ed i comfort che quel bellissimo Hotel offriva. Rimase ancora senza parole ….

L’Hayatt era localizzato sulla baia di San Diego, fra il San Diego Convention Center e il Seaport Village ed offriva un facile accesso allo zoo di San Diego, al Sea World e alla ‘Città Vecchia”. Vi erano 875 stanze distribuite su 40 piani, l’hotel comprendeva 4 campi da tennis, una piscina all’aperto ed una al coperto, 80 miglia di spiagge a pochi minuti di distanza, un’attrezzatissima palestra e poi ancora saune, sale per massaggi ed un campo da golf.

Daisy rivide Crowe solo alla sera verso l’ora di cena quando la raggiunse nell’appartamento.

“Scusami. E’ stato un impegno più lungo del previsto. Ti sei annoiata?” si giustificò Crowe

“No, affatto. Questo posto è fantastico. Ho sperimentato la vasca ad idromassaggio. In realtà non so nuotare ma …. me la sono cavata. Dovresti provare anche tu!

“Veramente io preferisco la doccia”

“Non sai quello che ti perdi!”

“E va bene … farò un tuffo. Promesso !”

“E’ un vero portento”

“Si ho capito …. Nel frattempo tu che fa? Mi aspetti qui o preferisci scendere ?”

“Credo che scenderò. Devo scoprire dove è sistemata la sauna. Sono curiosa di provarla. Così magari domani ci vado”

“OK. Ti raggiungo …. al bar ?”

“OK. E ti prometto che contrariamente a te non mi farò adescare da nessuno”

“E perché no? Potresti incontrare l’uomo dei tuoi sogni”

“Si, certo” replicò Daisy ridendo

 

* * *

 

La cena fu per Daisy coinvolgente come era stato il pranzo. Si convinse che il suo professore era un uomo dotato di una notevole intelligenza e fascino. Avevano ragione le sue compagne di classe a parlarne così bene. Doveva ammettere a se stessa che a poco a poco se ne stava forse innamorando. Eh, il fascino dell’uomo maturo !!

Tornati nell’appartamento Daisy si lanciò sul divano, prese il telecomando della TV e disse allegramente:

“Adesso sai perché ho preferito il divano al letto. Sai qui hanno la TV via cavo  e questa sera danno un film dell’orrore che ho una gran voglia di vedere. Mi fai compagnia?”

“Direi di no. Preferisco andarmene a dormire. Devo alzarmi presto domani mattina. E poi …. alla mia età il riposo è molto importante”

“Ah, già Mi ero dimenticato che in confronto a me sei un vecchietto !”

“Ehi, adesso non esagerare !!”

“Avrai un altro incontro segreto domani?”

“Non sono affari tuoi” La redarguì “Buona notte”

“La TV non ti darà fastidio?”

“Io ho il sonno pesante. Non c’è nulla che mi possa disturbare”

“Va bene. Allora buona notte”

“E …. giusto per la cronaca ….. guarda che la TV c’è anche in camera da letto. Non te n’eri accorta?”

“Non ci ho fatto caso” rispose Daisy imbarazzata. A dire la verità aveva prestato poca attenzione a quella camera, perchè la faceva sentire a disagio.

Crowe si spogliò e si infilò sotto le lenzuola. Dalla porta socchiusa si mise ad osservare la ragazza, accovacciata sul divano, che si stava vedendo il tanto sospirato film e che non sembrava neppure tanto impressionata dalla terrificante pellicola. Pensò quanto fosse così strana: forte e determinata ma, al tempo stesso, anche ingenua ed innocente e poco prima di addormentarsi, dandole un’ultima occhiata, si ritrovò a pensare a come sarebbe stato prenderla fra le sua possenti braccia e fare l’amore con lei, renderla donna. Si chiese quand’è che aveva cominciato a sentirsi attratto da lei …. Fu in preda a questi pensieri che si addormentò.

 

* * *

 

Il mattino seguente Daisy si svegliò poco dopo le 9. Si guardò intorno cercando l’uomo ma poi si ricordò che probabilmente doveva avere un altro appuntamento ‘misterioso’, decise quindi di fare colazione e poi dedicò l’intera mattinata ad una interessantissima visita al ‘Sea World’. Potè assistere agli spettacoli con orche marine, delfini e leoni di mare, visitare gli acquari tradizionali come il Freshwater Aquarium, il Marine Aquarium ed il World of the Sea Aquarium ove era possibile vedere pesci di piccole o medie dimensioni in un ambientazione tradizionale con vetrinette e didascalie che illustravano le caratteristiche e le eventuali curiosità ma soprattutto vide gli acquari che davano agli spettatori la possibilità di "incontri ravvicinati": Rocky Point Preserve, Seal & Sea Lion Feeder Pool, Tide Pool e Forbidden Reef ovvero vasche aperte dove era possibile vedere molto da vicino, toccare e, in certi orari, dare da mangiare, a delfini, mante, leoni marini, foche ecc.. Rimase stupita nel vedere alcuni ambienti "zoo style" dove era possibile ammirare i fenicotteri rosa, i pinguini, le tartarughe e i granchi.

Al “Sea World” vi erano anche splendidi acquari con visioni sottomarine: Shark Encounter, Shamu Close Up, ancora Forbidden Reef, e Manatee Rescue  che permettevano di vedere dal fondo delle piscine, attraverso grandi vetrate, rispettivamente gli squali, le orche, le murene e i leoni marini. E infine ma non per questo meno interessanti, le attrazioni da parco tradizionale.

Vi si trovavano il Shipwreck Rapids, una classica discesa con i gommoni, tutta rapide e spruzzi, il Wild Artic, un simulatore ambientato al Polo e il Skytower Ride, una torre molto alta con un ascensore girevole che permetteva di osservare il parco e la baia dall'alto.

 

* * *

 

Daisy incontrò il professore solo nel pomeriggio, quando rientrò nell’appartamento. Lei se ne stava sdraiata sul tappeto del salotto e cercava di imparare dei complicati teoremi euclidei che proprio non le entravano in testa.

“Ma che brava. Hai tenuto fede ai tuoi sani propositi e ti sei messa d’impegno a studiare”

“Credevi che scherzassi, forse?”

“No, anzi …”

“Che non avrei almeno tentato di capire queste ….. queste …..”

“Che cosa c’è?”

“Sono ore che tento di imparare questi principi ma … niente da fare”

“Vuoi un aiuto” le disse sedendosi comodamente sul divano

“Ero piuttosto bravino in matematica quando andavo a scuola”

“Vuoi dire .. ai tuoi tempi? Si studiavano già certe cose?”

“Che vorresti dire?”

“Bè, sai … i tempi cambiano …. Le teorie di evolvono ….. “

“Ehi, sciocchina … Tu dimentichi che la matematica ha origini fin nella notte dei tempi. Lo sai chi sono stati i primi matematici nella storia dell’uomo?”

“Non è mica il caso che ti scaldi tanto. Dì la verità, ti sei offeso perché ieri sera ti ho dato del vecchietto”

“Non, non è per questo. E’ solo che tu non ti applichi abbastanza”

“Adesso parli proprio come un vero insegnate”

“Io SONO un vero insegnante”

“Ma non lo sei da sempre, vero? E certo non lo sei qui. In questo momento !”

“Allora lo vuoi il mio aiuto oppure no?”

“Adesso ho capito … non è la matematica che ti interessa, bensì la Prof.ssa Jordan”

“Non dire sciocchezze. Questa è una storia che vi siete inventate voi ragazze”

“Si, certo”

“Dammi quel libro !”

Crowe si sporse dal divano cercando di afferrare il volume ma Daisy non voleva che lo prendesse, lui le cadde rovinosamente addosso e si ritrovarono a ridere e scherzare l’uno vicino all’altra …. Erano così vicini, talmente vicini, da potersi baciare …..

“OK. La ricreazione è finita” intervenne l’uomo alzandosi da terra e porgendo alla ragazza il libro che finalmente era riuscito a strapparle di mano.

Daisy rimase ferma e silenziosa, era arrossita vistosamente, per un attimo era arrivata a pensare che lui l’avrebbe baciata e fu molto delusa quando ciò non accadde.

 

* * *

 

Più tardi scesero al ristorante per la cena. Daisy notò che anche Crowe non era rimasto indifferente a quanto accaduto poco prima: beveva più del solito ed era insolitamente silenzioso.

“Non starai esagerando con il vino?”

“Vedi Daisy. C’è un’altra cosa che non sai di me: io reggo benissimo l’alcool”

“E quante altre cose non so di te?” chiese con aria furtiva nella speranza di poter carpire qualche informazione in più circa il loro soggiorno a San Diego.

“Non ti puoi neppure immaginare quante …. Ma questo te l’ho già detto .. più volte”

“L’uomo del mistero”

“E’ così che mi avete soprannominato?”

“Chi?”

“Voi, le mie care ma anche curiose studentesse. Credi che non lo sappia quello che dite su di me”

“Se ti riferisci alla tua presunta storia con la Prof.ssa Jordan?”

“Siamo solo usciti UNA sera a cena”

“Ah, allora confessi”

“Confesso che sono uscito UNA sera a cena con lei. Tutto qui !! Ma voi ne avete messo in piedi una tale …. storia. Comunque non è a questo che volevo riferirmi. Voi non fate altro che fantasticare su di me. Sai che una di voi ha avuto la brillante idea di scrivermi delle lettere .. anonime naturalmente!”

“Non certo io” intervenne subito Daisy temendo che lui potesse ritenerla coinvolta

“Oh, no. Tu ti sei solo offerta di farmi un pompino ….” disse Crowe con assoluta disinvoltura

“No, assolutamente” intervenne la ragazza agitatissima “Io ho solo detto che NON ti stavo proponendo di …” Daisy interruppe la frase quando si accorse che la distinta coppia che stava al tavolo accanto si era girata nella loro direzione ed ascoltava attentamente i discorsi che stavano facendo.

“Hai visto? Quelli ci stanno guardando. Adesso chissà che cosa penseranno” piagnucolò la ragazza imbarazzatissima, sporgendosi verso il giovane

“No me ne importa nulla di quello che sentono o possono pensare gli altri !” esclamò il giovane con sicurezza

“Sai che cosa penso? Penso che dovresti tornare in camera, farti una bella doccia e metterti a letto”

“Hai proprio ragione … Piccola !!” replicò vuotando il bicchiere che teneva in mano

 

* * *

 

Daisy e Crowe tornarono nell’appartamento e la ragazza accompagnò il giovane in camera da letto.

“Scusami” esclamò Russell “Mi sono comportato da idiota”

“Si. E’ proprio vero” rispose la ragazza con il viso imbronciato

“Mi dispiace” le disse il professore accarezzandole la guancia

“Chissà che cosa penseranno di me? Che sono una prostituta, o dio solo sa cos’altro”

“T’importa davvero tanto l’opinione degli altri …. Daisy?” disse chinandosi verso di lei e parlandole a bassa voce in un orecchio

“Si … abbastanza. Perché a te no?

“A me importa solo di te” le disse baciandole delicatamente il bel collo

“Non pensavo che ti importasse davvero qualcosa di me” rispose la ragazza mentre iniziava a sentirsi un tantino nervosa. Si trovava lì con un uomo bello ed affascinante, che la stava baciando. Quando sentì le grandi e forti mani di lui sfiorarle delicatamente il seno si lasciò andare, lo abbracciò e baciò con passione.

Lui la spogliò e la fece sdraiare sul morbido letto.

La baciò con una forza incredibile, le labbra di lei si schiusero dolcemente e le loro lingue si incontrarono.

Russell si spogliò e si distese al fianco di lei, riprese a baciarla, prima il volto, poi il collo, scese fino al seno e le solleticò i capezzoli con la lingua. Lei era assolutamente persa in quelle ‘attenzioni’ che non aveva mai ricevuto in vita sua. Era totalmente in suo potere: lui di certo sapeva come rendere felice una donna. Entrò in lei con calma e gentilezza, voleva che lei potesse assaporare lentamente quegli attimi, quando esplose in lei, finalmente pronta e disponibile, la vide fremere di piacere e poco dopo lui provò quella stessa sensazione: fu così che furono entrambi appagati.

Russ la guardava dormire accanto a lui, vedeva il suo petto sollevarsi ritmicamente, il respiro era affannato: di certo stava sognando il momento che l’aveva coinvolta così appassionatamente poco prima. Avrebbe voluto prenderla ancora non una ma mille volte in quella lunga notte, ma preferì lasciarla riposare, avrebbero avuto tutto il tempo nelle notti seguenti, di godere l’uno del corpo dell’altra.

 

* * *

 

Il mattino dopo quando Daisy si svegliò Russ non c’era, ancora una volta l’aveva lasciata sola, ma quella volta lei si sentì addirittura offesa, in fondo avevano fatto l’amore da poco e quei momenti di totale intimità vissuti all’unisono dovevano aver rappresentato qualcosa per lui. Si fece portare la colazione ed anche il pranzo in camera, non aveva voglia di uscire, rimase così in compagnia dei suoi pensieri, consolandosi con la TV.

Non ebbe sue notizie per tutto il giorno e quando il giovane rientrò in albergo le parve un tantino distaccato nei sui confronti. Non disse nulla in merito alla sera precedente. Quando furono tornati nell’appartamento, dopo cena, lui le chiese:

“Stai bene?”

“Si certo”

“Mi sembri distratta”

“Scusa”

“E di che cosa?”

“Niente”

Uscendo dalla camera da letto, mentre si sbottonata la camicia, lui le disse:

“Da che parte del letto preferisci dormire?”

“Come?” ripose stupita Daisy

“Ieri nell’impeto della passione non te l’ho neppure chiesto” e continuò “Io solitamente dormo a sinistra ma se tu hai delle preferenze ….”

“Oh, no. Non ci sono problemi” lo interruppe Daisy

“Qualcosa non va?”

Tu vuoi davvero che io dorma con te ?”

“Certo, che domande!”

“E’ solo che dal tuo comportamento di oggi pensavo …. Insomma … mi sono svegliata da sola e per tutta la giornata non ti sei fatto vedere e anche questa sera a cena … eri così .. distante … pensavo che tu avessi inteso la cosa …  cioè quello che  abbiamo fatto stanotte …. come una sorta di … si …. insomma … una botta e via !”

“Credi davvero che avrei fatto l’amore … perché è questo che abbiamo fatto questa notte .. Credi che l’avrei fatto con una mia studentessa, per giunta minorenne, se non avessi avuto un reale interesse nei tuoi confronti?”

“Oggi mi hai trascurata” tentò di giustificarsi Daisy

“Mi dispiace. Vorrà dire che questa notte mi farò perdonare”

Fu di parola. Si rotolarono nel letto, fra le lenzuola di seta, si baciarono con passione, esplorarono l’uno ogni parte del corpo dell’altra. Russ decise che poiché per lei non era più la prima volta lui poteva prendere qualche iniziativa più intrigante: entrò in lei con decisione, il ritmo era intenso, la vide scostare la testa da una parte e dall’altra, presa da quelle sensazioni che stava provando, gemeva, si aggrappava con forza a lui e quando l’ebbe portata al culmine, le disse:

“Sto andando troppo forte. Vuoi che rallenti?”

“Se lo fai ti uccido” fu la risposta di lei a fil di voce

E a quel punto lui concluse quell’atto che la fece gridare di piacere, ma non si fermò, anzi continuò con più veemenza fino a quando fu lui a godere del corpo di lei all’inverosimile.

Poco dopo, mentre erano abbracciati, si baciavano ancora, lei si girò verso di lui e gli appoggiò il ginocchio fra le gambe: “Ehi, fai attenzione, lì ci sono delle parti molto delicate !” esclamò lui ridendo

“Scusa” rispose lei accennando a spostarsi

“No, resta pure così, solo muoviti con cautela” disse cominciando ad accarezzarle delicatamente la coscia.

“OK” rispose lei e continuò: “E se ti avessi detto di fermarti?”

“Una donna non dice mai all’uomo di fermarsi quando arriva a quel punto”

“E se lo avessi detto?”

“Ma se eri più eccitata di me !” disse sorridendo

“Si, ma supponiamo che io ti avessi detto di fermarti”

“Mi sarei fermato !” fu la pronta del giovane

“Anche a costo di impazzire?”

“Anche a costo di impazzire”

“Perché? Perchè lo avresti fatto?”

“Perché non ti costringerei mai a fare una cosa che non vuoi”

“E perché?”

“Perché ti amo” fu la pronta risposta del giovane

“Davvero ….. mi ami?”

“Si. Ti amo. La cosa ti stupisce?”

“E’ la prima volta che me lo dici”

“E’ la prima volta che me lo chiedi”

“Oh !” sospirò Daisy con aria sorpresa

Dopo pochi istanti fu ancora lei a parlare:

“Sarà sempre così?” 

“Che cosa?”

“Il sesso. Sarà sempre così … eccitante !”

“Lo sarà ancora di più”

“Dici sul serio?”

“Certo. Devi sapere che quando due persone fanno spesso l’amore, finiscono col conoscersi tanto bene dal sapere sempre esattamente ciò che fa più piacere all’altro”

“Davvero?”

“Ti faccio un esempio. Prendiamo te”

“OK”

“Il seno è decisamente la tua parte più sensibile”

“E tu che ne sai?”

“Perché è sufficiente che io ti sfiori leggermente … Come sto facendo ora ….”

“Mmm”

“Visto … tu parti subito …. Ti ecciti e non capisci più nulla”

“Mi conosci veramente bene” ansimò la ragazza

“Vieni qui”

La fece sistemare sopra di sé, guidò il suo membro dentro di lei, la vide trasalire, la fece muovere ritmicamente ma lentamente, le solleticò il seno, mordicchiò i suoi capezzoli, le sue mani scesero a poco a poco lungo la schiena di lei, fino alle natiche, le afferrò per costringerla a farlo entrare sempre di più in lei. Si fermarono solo quando ebbero raggiunto entrambi un orgasmo esplosivo.

A quel punto lei si scostò e si adagiò di fianco a lui.

“Adesso lo so che cosa facevi?” esclamò con il respiro ancora affannato

“Che cosa?”

“Lo gigolò. Sei fantastico a letto!”

“E tu come fai a giudicare …. Io sono stato il primo per te”

“Ho letto molti libri sull’argomento”

“Sul serio?”

“Si. Non mi credi?”

“Oh, certo ! Piuttosto, dì un po’ … come ti senti?”

“Un po’ indolenzita”

“Ti ho strapazzata parecchio, eh?”

“Si, comunque mi è piaciuto”

“Ma davvero?”

“Chissà che cosa penserebbe il Corpo Insegnante se sapesse una cosa del genere?”

“Sarebbe un vero scandalo!”

“Già”

La prese fra le sue braccia e senza che lei domandasse nulla iniziò a raccontare

Sono nato in Nuova Zelanda ma poi con la mia famiglia ci siamo trasferiti in Australia. Dopo la laurea decisi di andare in America, volevo viaggiare, conoscere il mondo, fare un lavoro diverso dall’insegnamento. Conobbi un tale, Devery, lui lavorava nell’Agenzia, insomma la CIA, me ne disse un gran bene, una vita avventurosa. Stavano cercando gente laureata, da addestrare e utilizzare nelle situazioni più disparate. Io frequentai il corso e scoprii che ero portato per quel lavoro, quella vita. Ero bravo a sparare, avevo un grande intuito, coraggio da vendere, insomma mi sono rivelato per loro un soggetto interessante. Facevo parte di una squadra speciale, che faceva capo a Devery, andavamo in giro per il mondo, partecipavamo a missioni segretissime, un lavoro impegnativo. Cinque anni fa ci capitò un caso molto …. difficile, dovevamo neutralizzare un trafficante d’armi che aveva contatti nelle alte sfere dell’FBI, diciamo pure che si comprava il silenzio di certe persone per poter vivere tranquillo. Viste le sue protezioni altolocate l’unico modo per toglierlo di mezzo era di farlo fuori, nel vero senso della parola, ed io dovevo occuparmene. Nel corso delle indagini scoprii un suo conto corrente in Svizzera, un mucchio di soldi …. ma davvero tanti …. Per farla breve …..  io riuscii ad avere il numero del conto e grazie ad un ‘giochino’ col computer dirottai la somma su un conto che io avevo nel frattempo aperto. Nessuno sapeva nulla, o almeno era quello che credevo io. Lascia l’Agenzia pochi mesi dopo con un nome nuovo, un’adeguata copertura e delle ottime referenze. Non ebbi problemi a farmi assumere alla tua scuola e fino ad ora è andato tutto bene ….

“E poi che è successo?” chiese timidamente Daisy che fino a quel momento era rimasta ad ascoltare quel racconto a bocca aperta

“Devery aveva scoperto tutto. Ed io ne ero all’oscuro. E’ rimasto zitto fino ad ora. Ha aspettato il momento giusto e ….”

“Ti sta ricattando?”

“Si”

“E’ così grave quello che hai fatto?”

“Quei soldi appartenevano allo Stato. Sarebbero stati requisiti. Ho commesso un reato federale”

“Che cosa vuole che tu faccia?”

“Devo uccidere una persona”

“Oddio, no. Non ci credo”

“E invece è quello che devo fare”

“No !!”

“Secondo te dovrei andare in galera per il resto della vita?”

“Non dico questo ma ….”

“Non ho scelta”

“E chi dovrebbe essere …”

“In questi giorni a San Diego c’è la convencion del candidato democratico per la presidenza. Questa è la sua città”

“E’ terribile ….. Vogliono che tu uccida il candidato alla presidenza ?”

“Non esattamente, il mio bersaglio è il ….. Presidente”

“Il Presidente degli Stati Uniti ?”

“Si. Verrà qui per sostenere ufficialmente il candidato del suo partito”

“Non puoi fare una cosa del genere”

“E perché no?”

“Cosa pensi che ti faranno se ti prendono?”

“Mi sottovaluti. Cosa ti fa pensare che io possa fallire e che possano arrestarmi?”

“Il Presidente. Insomma hai idea della scorta, delle guardie, dei controlli …”

“E’ stato messo a punto un piano perfetto Non posso fallire”

“Ma perché Devery ce l’ha con il Presidente?”

“Quanto sei ingenua !! A lui non importa nulla del Presidente. Evidentemente ha ricevuto questo incarico da qualcuno di molto importante”

“Non capisco”

“Anche Devery nel frattempo ha lasciato l’Agenzia. Ha formato un gruppo ‘indipendente’ e con quello si mette al servizio di chi offre di più”

“Sono dei mercenari?”

“Esatto”

“E allora perché hanno chiesto il tuo aiuto?”

“Questo lavoro è troppo difficile per loro. E poi … se dovessi fallire … non c’è nulla che mi possa collegare alla loro squadra”

“Penseranno che hai agito di tua iniziativa”

“Proprio così. Non rischiano nulla. Chi vuoi che creda ad un attentatore ?”

“Perché non parli con qualcuno dei tuoi ex colleghi? Quelli che lavorano ancora nella CIA. Potrebbero aiutarti”

“Ma io finirei comunque in prigione. A causa del furto. E pensare che quei soldi non li ho mai toccati !”

“Non so cosa pensare”

“Io ti ho raccontato tutto perché mi fido di te”

“E perché ti fidi così tanto di me?”

“Secondo te?”

“E’ perché mi ami?”

“Esatto”

“Io non ti tradirò. Se è questo che ti preoccupa Anche io ti amo”

“Lo so. E’ per questo che te ne ho parlato. Dovevo poterlo dire a qualcuno altrimenti .. …”

“Mi dispiace che tu sia in questa situazione”

“Promettimi che non ne parleremo più. Almeno fino a quando tutto sarà finito”

“Te lo prometto”

Si addormentarono …… abbracciati.

 

(segue)


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