Russell Crowe Gente n.
24 15.06.2000
"Io, il gladiatore, ho
visto cos'è l'Aldilà" "Come il
personaggio del mio film Il gladiatore credo nei messaggi che ci arrivano
dall'altro mondo" "Mi è capitato anni fa con
mio nonno scomparso da poco"
Di Sam Kent
Sydney (Australia), Giugno
.
Nato in Nuova Zelanda e cresciuto in Australia, Russell Crowe, trentasei anni,
scapolo, ha ottenuto un successo così grande a Hollywood che sta trascurando la
sua vecchia vita di mandriano nella fattoria che possiede a Sydney, in
Australia, dove si rifugia ancora nelle pause di lavoro. L'ultimo successo di Crowe, dopo L.A.
Confidential e The Insider-Dietro la verità, è il grandioso film
epico da cento milioni di dollari di Ridley Scott, Il gladiatore che ha
portato l'attore nel giro delle star che percepiscono venti miliardi di lire a
film. Dopo Il
gladiatore i produttori se lo contendono: vale la pena di incontrarlo per
conoscerlo da vicino. E dal colloquio verrà fuori che il personaggio del film e
il suo interprete hanno qualcosa di sconcertante in comune. Come il gladiatore,
Russell Crowe dice di aver avuto contatti con il mondo dell'Aldilà e di avere
ricevuto un messaggio preciso dal nonno scomparso attraverso un uccello di
specie rarissima. Ma andiamo con ordine e ascoltiamo dall'inizio.
- Come si è avvicinato al
cinema?
"I miei genitori avevano una ditta che
prepara i cestini con la colazione e la cena per i divi del cinema, così da
bambino vedevo chi preparava il cibo e gli attori che lo mangiavano. Presto mi
convinsi che era meglio essere tra quelli che mangiavano. Fin da piccolo, ho
frequentato set cinematografici, ma questo non ha frenato la mia fantasia, anzi
più che altro l'ha stimolata. Sono nato a Wellington, in Nuova Zelanda, e
cresciuto a Sydney. Per un breve periodo ho lavorato come musicista. Suono la
chitarra e scrivo canzoni. Ho perfino inciso dei dischi, che sono rotolati nelle
posizioni più basse delle classifiche, ma era il posto che meritavano. Continuo
a suonare per hobby".
- E' vero che ha dovuto perdere
molto peso per interpretare Il gladiatore?
"Bé, Il gladiatore è venuto
dopo The Insider - Dietro la verità. Per interpretare quel film ho dovuto
ingrassare parecchio, divorando cheeseburger e bevendo molto whiskey. Avevo
raggiunto il massimo, oltre 100 chili, negli ultimi otto giorni di riprese. Per
la corporatura di altri, questo va bene, ma per me che generalmente peso 80
chili era un pò troppo. Ingenuamente avevo pensato che, avendo impiegato sei
settimane per mettere su peso, avrei impiegato sei settimane per perderlo! Mi
sbagliavo di grosso. Sono trascorsi 5 mesi e mezzo prima di eliminare il peso in
eccesso e poter girare Il gladiatore. Per fortuna sono fisicamente molto
attivo. Vivo in una fattoria in Australia, possiedo 560 acri e 270 mucche Angus.
Quindi sono tornato volentieri alla mia vita quotidiana. Facevo anche palestra e
molta corsa".
- La fattoria è una parte
importante della sua vita, non è vero?
"Sì, è una grande realtà, ed è bello
evadere dalla falsità che spesso accompagna il mondo dello spettacolo. Faccio in
modo di essere presente nella fattoria quando gli animali partoriscono. Divento
tenero quando si tratta di animali. Sono i miei amici e mi piace trascorrere del
tempo con loro, perchè mi aprono la mente; il mondo dello spettacolo, invece,
minaccia di chiudermela".
- Ha avuto una relazione di quattro
anni con l'attrice Danielle Spencer. Vi siete lasciati nel 1995 e da allora non
ha avuto altre storie: così la chiamano lo 'scapolo d'oro' di Hollywood. Quando
non lavora vive con i suoi genitori e i suoi fratelli: non si sente
solo?
"Facendo l'attore ho deciso di tenere
la mia vita privata segreta, può farmi un'altra domanda?"
- Nel film il suo personaggio parla
dei suoi cari nell'aldilà. Condivide la sua visione della vita
ultraterrena?
"Sì, la condivido. Ho avuto un paio di
esperienze che mi hanno convinto che c'è molto oltre la vita. Una è legata a mio
nonno. Il suo nome era Stanley Weins, era un regista di documentari. Ricevette
una decorazione dalla regina d'Inghilterra per i suoi documentari di guerra.
Quando morì, io vivevo in Australia. Girovagavo per le strade per vivere e
facevo la fame tutti i giorni. Mi raggiunse per spiegarmi che stava morendo, ma
ero ancora un ragazzino, impegnato in quello che facevo. Inoltre, non ero
sensibile ai problemi degli altri. Mi disse che voleva portarmi fuori a mangiare
e io gli chiesi di andare in un ristorante giapponese, che mi attirava. Mi ero
dimenticato completamente dei suoi ricordi del Giappone e della guerra. Nel
ristorante si chiuse nel suo guscio, perchè gli ritornarono in mente tutti gli
episodi che non voleva rivisitare. Il giorno dopo morì. Ma io non c'ero e lo
seppi così: mi ritrovavo nella cucina di un appartamento di Woollahra, alla
periferia di Sydney. A un certo momento, un uccello chiamato kookaburra, che
oggi è scomparso da quel territorio, atterrò sulla finestra. Il kookaburra mi
osservava. E guardandolo, capii che mio nonno era morto. Immediatamente chiamai
mia madre, che stava piangendo. Lei lo aveva appena saputo e mi chiese come
facessi a saperlo anch' io. Ancora più strano e inspiegabile è il fatto che una
collega di mio nonno mi abbia detto che, il giorno prima della sua scomparsa,
quello strano uccello era volato anche sulla finestra di casa sua. Sono convinto
di avere un contatto con l'Aldilà".
- Che cosa rende un attore
grande?
"Penso che ciascuno di noi dovrebbe
chiederlo a se stesso. Non ha niente a che vedere con la sicurezza o con la
mancanza di sicurezza, dipende se hai fiducia nelle tue capacità o no. Credo di
non essere la persona più intelligente del mondo, ma sono abbastanza
intelligente per affrontare un problema e, ragionando, risolverlo prima o
poi".
- Come è cambiata la sua vita in
questi ultimi mesi?
"Mi sembra di passare il tempo,
volando da un posto all'altro, senza riuscire a dedicare abbastanza attenzione
alle persone che amo e a frequentare i luoghi che adoro. Tuttavia sono un attore
e lo faccio da molto tempo. Questo lavoro è un peregrinare da un luogo
all'altro. E' il cambiamento di prospettiva che lo rende interessante,
altrimenti sarebbe la solita vita che trascorre, guardando e curando il bestiame
nel recinto. Invece trascorro un'incredibile quantità di tempo lontano da casa.
Ma considerate le persone con le quali lavoro, le esperienze che vivo e la
varietà dei personaggi che interpreto, non mi porto dietro nessun
rimpianto".
- Ha una grande passione: comporre
musica, non è vero?
"Sì, adoro scrivere canzoni. Sono
bravo nelle canzoni che parlano di amori non corrisposti. Penso che le canzoni
siano un modo grandioso per esprimere i propri sentimenti. Non esiste un mezzo
migliore per descrivere i fatti della vita, se non in una canzone di tre minuti
e mezzo".
- Quanto è importante per lei
essere sinceri, genuini e onesti?
"E' importantissimo. Qualche anno fa,
ho fatto un provino per il film Le ali della libertà, senza mai
incontrare il regista. Quando sono andato ho parlato con una produttrice donna.
Era una piccola parte, ma il copione mi piaceva davvero. Mentre il cast veniva
selezionato, spiegai alla produttrice perchè pensavo di essere adatto al ruolo,
poi abbandonai la stanza. Quando la produttrice mi accompagnò per il corridoio
mi disse: 'Ragazzo, devi farti furbo. Non puoi venire a questi colloqui ed
essere così onesto, perchè nessuno ti prenderà in considerazione. E'un
consiglio. Quando vai ai colloqui qui a Los Angeles, presentati con un accento
americano. Parla come un americano e non costringere il regista o il produttore
a chiederti se sei dell'Idaho o dello Iowa o di un qualsiasi altro stato'. Le
risposi: 'Sappia, signora, che sono un attore. Interpreto parecchi personaggi
con diversi accenti. Se, entrando in una stanza, recitassi, ingannerei il
regista soltanto per ottenere la parte. Però, non riuscirei a svegliarmi la
mattina dopo per andare a lavorare con lui, perchè lo riterrei troppo stupido.
Quindi continuerò a comportarmi alla mia maniera' ".
- Ora ha in programma altri due
film: è vero che dopo tornerà al suo primo amore, la musica?
"Sì, al termine delle riprese andrò ad
Austin, in Texas, e lì inciderò un disco dal titolo Bastard Life or
Clarity che tradotto in italiano significa 'Chiarezza invece di una vita
bastarda'. Infine mi godrò un meritato riposo in Australia. Tornerò a Sydney in
tempo per guardarmi le Olimpiadi".
Gente 15 giugno 2000 -
n. 24
Arretrati: Hachette
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